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Al Museo d’arte orientale di Torino è possibile visitare la Città proibita di Pechino grazie alla realtà aumentata. Per vivere come al tempo delle dinastie Ming e Qing.
A Torino si può provare l’emozione di sperimentare la realtà aumentata al Museo d’arte orientale (Mao) all’interno della Città proibita di Pechino. Fino al 28 marzo, un’esperienza unica per vivere a pieno le antiche dinastie cinesi Ming e Qing.
Si tratta della prima applicazione al mondo di realtà virtuale e sarà possibile sperimentarla al Museo d’arte orientale di Torino per percorrere e girare all’interno della Città proibita di Pechino: qualcosa di assolutamente nuovo per i visitatori dei musei italiani. Tecnologie di ultima generazione, inusuali nel mondo espositivo e delle arti, ma di sicuro impatto. Per entrare in questa realtà occorre indossare dei visori Ld multimediali abbinati a delle pedane e a dei joypad simili a quelli che si usano per le console di videogiochi, ma wireless. Nulla di difficile. Un progetto innovativo (la cui tecnologia si chiama Oculus rift) tra la Fondazione Torino Musei e Ld Multimedia, startup torinese, leader europea nella produzione di scenari di realtà virtuale, che permetterà di visitare il Mao in modo emozionante.
Nella virtual room allestita nel salone Mazzonis al primo piano del museo, i visitatori potranno fare un viaggio spazio-temporale nella “purpurea” Città proibita di Pechino, quella che fu la sede effettiva e simbolica del potere imperiale delle dinastie Ming e Qing, capolavoro architettonico e monumento simbolo della Cina. Si cammina attraverso la piazza, si salgono le scale che portano alla terrazza dove si erge il palazzo della suprema armonia, per arrivare fino al trono, camminando sopra il tappeto imperiale dell’elisir dei nove draghi. Luoghi che si legano strettamente anche alla mostra in corso Il drago e il fiore d’oro. Potere e magia nei tappeti della Cina imperiale, al Mao fino a fine marzo.
Il progetto si sviluppa all’interno della Città proibita, Forbidden city VR (dove VR sta per virtual reality) ma il Mao è tutto da visitare e scoprire: uno dei musei più completi e visitati per chi ama l’arte orientale. Il Museo d’arte orientale aspira alla più ampia rappresentazione della produzione artistica dei vari paesi dell’Asia e qui trovano spazio le più importanti tradizioni culturali e artistiche di quel continente. Il patrimonio del museo comprende circa 2200 opere provenienti da vari paesi dell’Asia. Le sale destinate all’esposizione permanente sono distribuite in cinque distinte gallerie corrispondenti ad altrettante aree culturali: l’Asia meridionale e il Sudest asiatico, con opere provenienti dal subcontinente indiano e dall’Indocina; la Cina, culla di una multisecolare e proteiforme civiltà artistica; la regione dell’Himalaya, fertile luogo d’interazione delle culture indiana e cinese; il Giappone, sede di originali sviluppi nati dall’incontro con le culture d’Asia e d’Europa; i paesi islamici, testimoni di una straordinaria fioritura artistica che si estende dall’Asia centrale al Mediterraneo.
L’entrata al museo costa 10 euro, da segnalare che l’ingresso alle collezioni permanenti è libero il primo martedì del mese, se non festivo. Chiuso il lunedì.
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