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In cosa il cervello umano è diverso da quello degli altri primati? Secondo uno studio recente, potrebbe essere la capacità di riconoscere ed apprezzare la musica.
La musica definisce (forse) la nostra umanità e spiega perché il cervello umano è quello che è. O meglio, più che la musica, potrebbe essere la capacità del nostro cervello di riconoscere ed apprezzare suoni dotati di una certa intonazione. Sembra dimostrare questo uno studio recentissimo, svolto da scienziati statunitensi del Massachusetts Institute of Technology di Cambridge e del National Institute of Mental Health di Bethesda, pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience.
News: Our brains appear uniquely tuned for musical pitch https://t.co/eV7jRJXS8r
— NIH (@NIH) 10 giugno 2019
La ricerca è nata da una scommessa bizzarra tra il coordinatore dello studio Bevil R. Conway e Sam Norman-Haignere, ricercatore della Columbia University, per verificare se la reazione ai suoni fosse diversa tra esseri umani e gli altri primati. I ricercatori hanno perciò comparato le reazioni cerebrali di esseri umani e macachi: quello che è emerso, stando a Conway, è che la corteccia uditiva degli umani è più reattiva a certi tipi di suoni di quella dei primati, nello specifico i suoni intonati, presenti nel linguaggio parlato e nella musica, mentre i macachi non riescono a riconoscerli.
Quindi in pratica, i Sapiens sapiens (noi) riconoscono la musica e le parole e i macachi (e probabilmente anche gli altri primati) no, rendendo la nostra abilità unica. Secondo i ricercatori, questo spiegherebbe per esempio perché sia così difficile addestrare le scimmie a svolgere esercizi prettamente uditivi. Ma non solo. Risulterebbe anche una conferma, secondo gli studiosi, che il linguaggio e la musica potrebbero aver avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’encefalo umano, rendendoci quello che siamo.
Pensare che siano state parole e musica a modellare il nostro cervello è suggestivo, ma sarà davvero così? Sarebbe interessante scoprire se i due ricercatori abbiano già pensato di interpellare un team di archeologi ed antropologi per confermare le loro intuizioni. Quella dello sviluppo del linguaggio è infatti solo una delle ipotesi su come si sia evoluto il cervello del genere Homo, che sono davvero tante.
Qualcuno afferma che si tratti di un cervello evoluto per correre in mezzo alla savana in sitiazioni di pericolo; per qualcun altro, lo sviluppo dell’encefalo dipenderebbe dalla capacità di mappare il territorio. Per altri ancora, il nostro cervello sarebbe quello che è perché siamo stati in grado di adattarci all’ambiente costruendo utensili complessi.
Chissà allora se possiamo dirci umani perché siamo in grado di riconoscere e apprezzare la musica, oppure, al contrario, se siamo in grado di riconoscere e apprezzare la musica perché i nostri progenitori sono stati in grado di realizzare “oggetti che suonano” e trasmettere ad altri, attraverso un linguaggio complesso e articolato, il modo di realizzarli?
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