
Lo ha fatto sapere la Provincia di Trento che ha agggiuno che “da un primo esame esterno della carcassa dell’orsa F36 non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte”.
La nascita del raro avvoltoio, chiamato Primo, rappresenta un barlume di speranza per il futuro di questa specie minacciata.
Un tempo era frequente osservare il capovaccaio (Neophron percnopterus), la più piccola delle quattro specie di avvoltoi europei, volteggiare nei cieli italiani, in cerca di qualche carcassa da spolpare. Oggi avvistare uno di questi bizzarri rapaci dal nudo capo giallo contornato di piume bianche è invece un avvenimento. La specie, classificata “in pericolo” dalla Lista Rossa della Iucn, ha infatti subito un drammatico declino nel Ventesimo secolo, perdendo circa l’80 per cento degli esemplari a causa del bracconaggio e della rarefazione del pascolo brado.
Il capovaccaio, che trascorre l’inverno in Africa e in primavera torna nell’Europa meridionale per nidificare, è completamente estinto nel nord della penisola e conta poche coppie superstiti al sud, tra Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Una buona notizia, che lascia intravedere un barlume di speranza per questa specie dal prezioso ruolo ecologico, arriva però dalla Sardegna. È nato pochi mesi fa, e si è appena involato, il primo capovaccaio mai nato sull’isola.
L’uccello, chiamato Primo, è nato tra le frastagliate falesie di Punta Cristallo, ad Alghero, nel parco naturale regionale di Porto Conte, e si è involato nelle scorse settimane. Lo hanno comunicato i responsabili del progetto Life Under Griffon Wings, iniziativa che ha come obiettivo principale il miglioramento dello stato di conservazione del grifone in Sardegna.
“La natura ha lanciato un segnale troppo forte per essere ignorato – ha scritto Andrea Rotta, project manager di Life Under Griffon Wings -. È un messaggio che parla a questa terra, a tutti noi, dicendoci che possiamo riconquistare quello che abbiamo perso. Ma le istituzioni e i diversi addetti ai lavori non bastano: serve che questa consapevolezza sia parte intima dell’essere sardo. Ora dovremmo prenderci cura di questa nuova specie che ha scelto il Cristallo più bello dove nidificare e regalarci l’immagine di Primo, il capovaccaio sardo”.
Our #GriffonVulture reintroduction work on Sardinia features in the May issue of @CageAviaryBirds. You can find out more about the LIFE Under Griffon Wings project https://t.co/aFqQlhBn3k pic.twitter.com/jDBI9Jl3lX
— Vulture Conservation Foundation (@4Vultures) 22 maggio 2018
Lo scorso marzo una coppia di capovaccai è stata osservata per la prima volta nel parco di Porto Conte, nell’area tra Prigionette e Punta Cristallo. I due rapaci si sono stabiliti dando poi vita al primo pullo mai nato in terra sarda. La nascita di Primo, e l’incremento della colonia di grifoni, testimonia l’ottimo lavoro svolto dalla regione Sardegna e dalle associazioni coinvolte per rendere l’isola attrattiva per questi affascinanti animali. Tra i fattori che hanno permesso questo storico risultato, oltre al costante monitoraggio dei ricercatori di Life Under Griffon Wings e dell’università degli Studi di Sassari, ci sono la riattivazione del carnaio gestito dall’Agenzia Forestale Regionale per lo Sviluppo del Territorio e dell’Ambiente della Sardegna (Fo.Re.S.T.A.S.) e l’impegno del parco di Porto Conte per minimizzare il disturbo arrecato da fotografi ed escursionisti alla fauna.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Lo ha fatto sapere la Provincia di Trento che ha agggiuno che “da un primo esame esterno della carcassa dell’orsa F36 non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte”.
Francesco Barberini è un giovane ornitologo italiano. Ci porta alla scoperta delle foreste di Otonga in Ecuador, un’area che rappresenta un vero patrimonio floro-faunistico per la Terra.
Un’invasione che sta mettendo a rischio l’ecosistema lagunare e le attività ittiche. Tra scarsi monitoraggi e l’invito al consumo umano, si sta perdendo di vista il vero problema: la perdita di biodiversità.
La presenza del lupo in Italia e in Europa è un argomento molto controverso. Un predatore che suscita timore ma che ricopre un ruolo fondamentale per la biodiversità.
Ora i giudici contrari al marco temporal, ovvero il processo di demarcazione per togliere le terre agli indigeni in Brasile, sono 4. Quelli a favore 2. Il 20 settembre si torna al voto.
In preda allo sconforto verrebbe da pensare che la convivenza tra uomini e grandi predatori sia definitivamente fallita. Tuttavia non ci si può né ci si deve arrendere.
Secondo un recente studio, il numero di leontocebi in Brasile ha raggiunto 4.800 individui, dopo aver combattuto con l’estinzione e la febbre gialla.
Cambiare il rapporto tra essere umano e squali porterebbe effetti a cascata sull’intero ecosistema marino. Il parere della biologa marina Melissa Cristina Márquez.
I lupi, come gli orsi, sono nel mirino della provincia di Trento. Un’ordinanza prevede l’abbattimento di due animali.