
Ha dato il via ai concerti ad alta quota ben 28 anni fa distinguendosi sin dall’inizio per il rispetto delle terre alte. Sancito anche da un manifesto.
L’11 giugno del 1988 i grandi artisti del rock si radunano a Wembley per chiedere la scarcerazione di Nelson Mandela e festeggiare i suoi 70 anni
È l’11 giugno 1988, un giornata fondamentale nella storia sudafricana e di Nelson Mandela, politico simbolo nella lotta contro le discriminazioni razziali. In occasione dei suoi 70 anni, viene organizzato un grande evento che prende il nome di Nelson Mandela 70th Birthday Tribute. Il concerto viene trasmesso in 67 Paesi (e visto da almeno 600 milioni di persone), con un risalto mediatico epocale che contribuirà non poco alla scarcerazione di Mandela, in prigione da 26 lunghi anni. L’idea dell’iniziativa era venuta agli organizzatori dopo che gli Specials – la storica band britannica ska antirazzista – erano stati primi in classifica con Nelson Mandela Free, canzone composta dal leader Jerry Dammers.
https://www.youtube.com/watch?v=wGmHpn-prd0
È a metà degli anni ’80 che cresce l’attenzione mediatica verso il “caso Mandela”, anche presso i grandi artisti. Alla serata di Wembley sono presenti infatti tutte (o quasi) le più grandi stelle del firmamento musicale dell’epoca: da Tracy Chapman a Sting, passando per Peter Gabriel, George Michael, Steven van Zandt, Joe Cocker, Dire Straits, Stevie Wonder (memorabile l’esibizione di I Just Called to Say I Love You), Simple Minds.
È il primo dei due grandi eventi organizzati in onore di Nelson Mandela. Il 16 aprile del 1990 si replica, sempre a Wembley: e stavolta per festeggiare la liberazione del noto e amato leader politico. Sarà anche l’occasione in cui Mandela farà il suo intervento pubblico più famoso e significativo.
Roberto Vivaldelli
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