Due sedi espositive, quindi due mostre in una per New York New York. Arte Italiana: la riscoperta dell’America che presenta, attraverso le loro opere, le storie degli artisti italiani che hanno viaggiato, soggiornato, lavorato, esposto negli Stati Uniti, e in particolare a New York. I rapporti con questa città, che per molti è il simbolo del
Due sedi espositive, quindi due mostre in una per New York New York. Arte Italiana: la riscoperta dell’Americache presenta, attraverso le loro opere, le storie degli artisti italiani che hanno viaggiato, soggiornato, lavorato, esposto negli Stati Uniti, e in particolare a New York. I rapporti con questa città, che per molti è il simbolo del mondo che cambia e del “nuovo”, sono i protagonisti del progetto, a Milano fino al 17 settembre al Museo del Novecento e alle Gallerie d’Italia.
L’influenza di New York nell’arte italiana
Non è un’esposizione dedicata a New York, come forse si potrebbe pensare, ma una panoramica ampia, un percorso espositivo – di oltre 150 opere – che vuole testimoniare l’importanza della Grande Mela e degli USA nell’arte italiana di un determinato periodo. Come scrive il curatore, “Una serie di fatti, incontri e occasioni hanno dato all’arte italiana del Novecento l’opportunità di conseguire un’attenzione e una presenza internazionale utile a collocarla in posizione preminente nell’ambito della stessa idea di modernità”.
A partire dagli anni Trenta del Novecento infatti, uno spirito più libero, poggiato su modelli differenti rispetto alla vecchia Europa, influenzò i nostri artisti che ebbero un rapporto diretto con il mondo americano. E la mostra vuole focalizzare proprio l’attenzione sul modo in cui alcuni artisti italiani, attraverso la partecipazione a importanti manifestazioni negli Stati Uniti, contribuirono al fenomeno di graduale internazionalizzazione del mondo e del mercato dell’arte.
Gli spazi del Museo del Novecento sono dedicati in particolar modo al rapporto intenso con la città di New York così come percepito dagliartisti italiani, con opere tra gli altri di Giorgio De Chirico, Fortunato Depero, Lucio Fontana, Emilio Isgrò, Sergio Lombardo, Titina Maselli, Costantino Nivola, Gastone Novelli, Vinicio Paladini, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Rotella, Alberto Savinio, Toti Scialoja, Tancredi, Giulio Turcato.
Alle Gallerie d’Italia inveceun percorso complementare alla parte di mostra ospitata dal Museo del 900 che ricostruisce i rapporti con le istituzioni, le gallerie e i collezionisti americani che hanno valorizzato la presenza artistica italiana sul territorio americano.
Al Museo del Novecento una sezione a sé è dedicata all’opera fotografica di Ugo Mulas in relazione a New York e agli artisti statunitensi: al quarto piano è esposta una sorta di “rievocazione” del suo libro fotografico ”New York: arte e persone” realizzato tra il 1964 e il 1967 negli studi degli artisti newyorkesi Barnett Newman, Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Andy Warhol e Tom Wesselmann. Un reportage sugli artisti nella Manhattan della metà degli Anni Sessanta, sui loro galleristi e sulla Biennale di Venezia 1964 che li fece conoscere al mondo. La ciliegina sulla torta della mostra.
Un mare in tempesta fomentato da tuoni e fulmini si abbatte sulla riserva naturale orientata Bosco Pantano di Policoro, in Basilicata. Questa è la scenografia rappresentata nella foto vincitrice del primo premio Mother Earth day della 15esima edizione del prestigioso concorso Obiettivo Terra. Brigida Viggiano, la fotografa che si è occupata di immortalare questo scatto, ha
Tracey Lund era in vacanza alle isole Shetland, a nord della Scozia, e ne ha approfittato per una sessione fotografica. “La fotocamera dslr presa a noleggio, nella custodia impermeabile, è stata collegata al sistema polecam e calata in acqua. Migliaia di sule erano nel cielo sopra di noi e poi hanno iniziato a tuffarsi in
Quando l’arte trova “casa” nel paesaggio, possono nascere luoghi di racconto che vanno al di là delle opere stesse. Il risultato è spesso sorprendente.
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Gyula Halasz è il suo vero nome, ma per tutti è solo Brassai. Il fotografo naturalizzato francese — che in realtà francese non è — è stato definito l’occhio di Parigi, perché qui visse a lungo, considerandosi a pieno un suo cittadino e lasciando come testimonianza del suo profondo legame con la città, alcuni reportage
Al Mudec di Milano un percorso espositivo analizza le influenze dell’arte primitiva nelle opere dell’artista spagnolo. Per sapere tutto su Pablo Picasso.