
Si chiama Caroline Dennett e ha annunciato di aver interrotto il suo rapporto di lavoro con Shell perché la compagnia ignora i rischi ambientali.
Decisione storica da parte del governo Nuova Zelanda guidato da Jacinda Ardern. Non ci saranno nuove concessioni. Per il primo ministro è il primo passo per diventare una nazione carbon neutral.
Jacinda Kate Laurell Ardern, 38 anni, e dal 26 ottobre 2017 primo ministro della Nuova Zelanda, ha fatto sapere che il governo non darà nuove concessioni per le esplorazioni petrolifere in mare per la ricerca di petrolio e gas. Facendo della transizione energetica e della lotta ai cambiamenti climatici uno dei primi obiettivi dell’attuale amministrazione eletta lo scorso anno. Il divieto non va a intaccare comunque le concessioni già operative – attualmente 22 – che avrebbero ancora decenni di esplorazione davanti.
“Le transizioni devono iniziare da qualche parte – ha affermato Jacinda Ardern in una conferenza stampa tenutasi a Wellington -, a meno che non prendiamo decisioni oggi che entreranno in vigore tra 30 o più anni, corriamo il rischio di agire troppo tardi e causare scosse improvvise alla comunità e al nostro Paese”.
“È una linea sulla sabbia”, ha inoltre aggiunto in un messaggio pubblicato su Facebook, confermando ciò che è stato uno dei temi ricorrenti la campagna elettorale: cambiamenti climatici, decarbonizzazione dell’economia, energie rinnovabili. La Nuova Zelanda ha infatti l’obiettivo dichiarato di generare tutta l’energia del Paese da fonti rinnovabili entro il 2035 e diventare carbon neutral entro il 2050.
Considerato da Greenpeace New Zealand “un momento storico” per il clima e per tutto il Paese, la decisione ha invece visto il parere negativo dell’industria petrolifera e dell’opposizione. Oggi il comparto occupa circa 4.500 persone e secondo gli oppositori il divieto comporterebbe la perdita di posti di lavoro e di circa 1,5 miliardi di euro di investimenti. “L’annuncio è significativo anche a livello internazionale”, ha detto in una nota il direttore esecutivo di Greenpeace, Russel Norman “Fermando le nuove esplorazioni di petrolio e gas nelle nostre acque, la quarta Exclusive Economic Zone al mondo è fuori dallo sfruttamento dei combustibili fossili. La Nuova Zelanda ha resistito a una delle industrie più potenti del mondo”.
Negli ultimi anni tutte le grandi compagnie petrolifere, dalla Shell, alla Chevron, passando per Statoil, hanno cercato nuove riserve di petrolio nelle acque della Nuova Zelanda. Da questo momento non ci saranno più nuove concessioni.
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