Giovedì 30 gennaio, al monte Taranaki Mounga, seconda vetta più alta della Nuova Zelanda, sono stati concessi gli stessi diritti civili di un essere umano. Si tratta di un notizia particolarmente attesa dalle popolazioni autoctone dello stato insulare, che da tempo chiedevano che venisse adottata tale decisione.
Il monte Taranaki Mounga è anche un’importante meta turistica
Un tempo chiamato monte Egmont, il Taranaki Mounga (dal suo toponimo maori) rappresenta uno dei gioielli del patrimonio naturalistico della nazione dell’Oceania. Il massiccio, di 2.518 metri di altitudine, assomiglia ad un cono dalle forme piuttosto simmetriche, che evocano quelle del monte Fuji. Per questo, costituisce anche una meta turistica particolarmente frequentata: si tratta, infatti, della montagna più scalata del paese.
🌿 Historic win for #RightsOfNature! 🗻 Taranaki Mounga, one of Aotearoa (New Zealand)’s most sacred mountains, has been granted legal personhood—recognizing what Māori have always known: Taranaki is an ancestor, not a resource.
— Global Alliance for the Rights of Nature – GARN (@garnglobal) January 30, 2025
Per la popolazione maori della regione, tuttavia, il valore della Montagna non si limita a tutto ciò. Si tratta, infatti, anche di un simbolo spirituale. Un luogo di culto da conservare e tutelare. Così, esattamente come già accaduto per quanto riguarda il parco nazionale Te Urewera nel 2014 e il fiume Whanganui nel 2017, si è deciso di attribuirgli lo stesso status giuridico di un essere umano.
Un processo lungo otto anni
Per raggiungere tale obiettivo, però, sono stati necessari molti anni: il procedimento è stato avviato otto anni fa, quando il governo neozelandese e gli ivi, popolazione autoctono della regione del Taranaki, avevano siglato un accordo, che concedere, appunto, la promessa di concedere lo status. Alla fine, il testo è stato adottato all’unanimità dal Parlamento di Wellington. Il nome civile attribuito al monte Taranaki Munga è Te Kāhui Tupua.
Trattandosi ora di una persona a tutti gli effetti, il monte, il suo sistema e le vette che lo circondano saranno protetti esattamente come se si trattasse di persone in carne carne e ossa. “In questo modo – ha spiegato al quotidiano inglese The Guardian Jamie Tuuta, negoziatore capo per la procedura – introduciamo nel diritto un concetto autoctono tipico dei maori, legato alla personalità giuridica”.
Sarà istituito un gruppo di rappresentanti incaricati di difendere la montagna
Concretamente, a difendere gli interessi della montagna sarà un gruppo di rappresentanti nominati dagli ivi e dal Commonwealth. delle regole ad hoc verranno approvate per assicurare, ad esempio, che i turisti che visitano il sito naturale trattino la montagna con il dovuto rispetto. “Il nostro obiettivo, in ultima istanza, e vedere un cambiamento nei comportamenti“, ha aggiunto Tuuta.
Si tratta anche del primo si neozelandese ad essere designato in modo ufficiale con un toponimo maori: un fatto simbolico, che evidenzia il riconoscimento che la Corona britannica attribuisce alla popolazione, nonché un modo per superare idealmente secoli di colonizzazione e torti subiti.
Potrebbe diventare premier, incarico mai rivestito da un indigeno: Simon Bridges, Maori orgoglioso ma conservatore convinto, ha davanti a sé un’opportunità unica per riscattare il suo popolo.
Le tribù Maori considerano il monte Taranaki un antenato, un membro della famiglia a tutti gli effetti. Il governo è d’accordo: ora il vulcano possiede gli stessi diritti legali di qualunque cittadino neozelandese.
Si chiamano Alien Weaponry, come l’arsenale coloniale britannico contro cui si trovarono a combattere i nativi della Nuova Zelanda. Tre ragazzi tra i 15 e 17 anni suonano musica metal e cantano nella lingua degli antenati maori, il te reo, per tramandare la loro storia e mantenere in vita una cultura indigena che rischia l’estinzione.
A ka mate ka mate
Ka ora ka ora
Ka mate ka mate
Ka ora ka ora
Tenei te tahgata puhuruhuru
Nana i tiki mai whakawhiti te re
A hupane a kaupane
Whiti te rea hi