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Barack Obama andrà a Hiroshima. È il primo presidente americano a visitare il luogo dove gli Stati Uniti sganciarono la bomba atomica. Ma Obama non chiederà scusa.
Sunao Tsuboi, 91 anni, è un cittadino giapponese rimasto ustionato dalla bomba nucleare sganciata su Hiroshima il 6 agosto 1945. Per questo fa impressione sentire proprio da lui parole positive – rilasciate al sito d’informazione giapponese Nhk – sulla visita che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha organizzato nella città giapponese, all’interno della sua missione in Asia programmata tra il 21 e il 28 maggio. Dopo l’esperienza traumatica, Tsuboi è diventato un attivista contro il nucleare e ha affermato che “Obama dovrebbe visitare Hiroshima” per lanciare un forte messaggio contro le armi nucleari in tutto il mondo.
Obama ha annunciato di voler visitare Hiroshima, primo presidente nella storia americana, il 27 maggio accompagnato dal primo ministro giapponese Shinzo Abe. La visita, però, non prevede le scuse da parte di Obama per le 1.945 persone uccise istantaneamente dalla bomba e per le circa 140mila vittime morte nel corso dell’anno. Senza contare le vittime della seconda bomba nucleare sganciata su Nagasaki il 9 agosto che ha portato il Giappone alla resa, sei giorni dopo, nel secondo conflitto mondiale. Allo stesso tempo, il premier Abe non farà alcuna pressione in tal senso. “Il Giappone è l’unico paese che è stato colpito da un’arma nucleare e noi abbiamo la responsabilità di assicurarci che questa terribile esperienza non si ripeta mai più”, ha dichiarato Abe.
La decisione dell’allora presidente Harry Truman, dunque, non verrà messa in discussione. Obama “non rivedrà la decisione di usare la bomba atomica alla fine della Seconda guerra mondiale”, ha scritto Benjamin Rhodes, vice consigliere per la sicurezza nazionale per la comunicazione strategica, in un post pubblicato su Medium. “Al contrario, fornirà una visione lungimirante basata su un futuro condiviso”.
Obama e Abe visiteranno il memoriale eretto vicino al luogo dove la bomba toccò terra e cercheranno di dare nuovo slancio al processo di disarmo e di non proliferazione nucleare. Nel 2010 Stati Uniti e Russia hanno ratificato l’accordo New Start (Strategic arms reduction treaty, che ha sostituito tutti i trattati precedenti in materia) per ridurre del 30 per cento il numero di testate nucleari detenute dalle due ex superpotenze, portandole a un totale di 1.550.
Sono ancora molti gli americani, soprattutto più anziani, che pensano che le due bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki siano state necessarie a salvare vite americane e persino giapponesi perché un’invasione del Giappone da parte dell’esercito americano sarebbe stata ancor più letale. Al contrario, studiosi del calibro di Noam Chomsky – senza nulla togliere alle colpe del Giappone – hanno definito tale scelta un crimine di guerra.
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