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I due paesi americani hanno cominciato un percorso che dovrebbe portare alla rimozione dell’embargo adottato dal presidente Kennedy nel 1962.
Il presidente americano Barack Obama ha tenuto mercoledì 17 dicembre un discorso storico in cui ha annunciato l’inizio di un percorso volto a riprendere le relazione diplomatiche con Cuba. Un discorso giunto 52 anni dopo quello del presidente John Fitzgerald Kennedy pronunciato il 22 ottobre del 1962, emblema della guerra fredda.
Quel giorno gli Stati Uniti scelsero di chiudere con Cuba nel bel mezzo della crisi dei missili che portò il mondo sull’orlo di una terza guerra mondiale e dopo che Fidel Castro prese la guida dell’isola con una rivoluzione, rovesciando la dittatura di Fulgencio Batista e stringendo accordi commerciali con l’Unione Sovietica.
L’iniziativa è partita dopo il rilascio per “motivi umanitari” del cittadino americano Alan Gross, in carcere a L’Avana da cinque anni per spionaggio.
L’embargo, tuttora in vigore (il presidente deli Stati Uniti non può cancellarlo perché solo il Congresso dispone di questo potere), annunciato da Kennedy stabilì il divieto ai cittadini americani di visitare da turisti l’isola caraibica e agli imprenditori e alle aziende statunitensi di fare affari.
L’apertura di Obama ha l’obiettivo di riaprire, nel medio periodo, i rapporti diplomatici e quindi le reciproche ambasciate. Tra le altre cose, verranno alleggerite le restrizioni degli Stati Uniti ai viaggi, rendendo più semplice per i cittadini americani recarsi a Cuba.
Dal canto suo Cuba libererà 53 prigionieri politici e ridurrà le restrizioni in materia di accesso al web.
La svolta nel rapporto tra i due paesi è arrivata grazie alla mediazione del Canada e all’incoraggiamento di papa Francesco che, non a caso, è stato ringraziato sia da Obama che da Raul Castro, attuale presidente di Cuba dopo le dimissioni del fratello Fidel.
Una espressione che molto probabilmente entrerà nei libri di scuola delle future generazioni è quella pronunciata da Obama alla fine del suo speech: “todos somos americanos”, siamo tutti americani, apparteniamo tutti ad un unico continente.
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