Ocean memories, un concerto con strumenti di ghiaccio per salvare l’Artico

Si chiama Ocean memories. È il brano realizzato e suonato con strumenti di ghiaccio da un gruppo di musicisti che si sono esibiti a temperature polari insieme a Greenpeace per salvare l’oceano Artico.

Si chiama Ocean memories ed è una composizione per violoncello, carillon, percussioni e clacson. Tutti strumenti che hanno una curiosa caratteristica in comune: sono tutti fatti rigorosamente di ghiaccio scolpito. Il brano, scritto appositamente per l’organizzazione ambientalista Greenpeace, è stato suonato e registrato dal vivo lo scorso 2 maggio al polo Nord, con temperature inferiori ai -12 gradi centigradi. Il video pubblicato dall’associazione ambientalista è un messaggio in musica sulla necessità di proteggere almeno il 30 per cento dei nostri oceani a livello globale entro il 2030.

C’è bisogno di un trattato internazionale sugli oceani

Come spiega Halvard Raavand, della campagna oceani di Greenpeace Nordic, “accendendo i riflettori sull’oceano Artico e sulla perdita di ghiaccio, vogliamo sottolineare l’immediata necessità di santuari oceanici non solo per il polo Nord, ma per l’intero Pianeta”.

Il concerto sul ghiaccio
I musicisti Terje Isungset, Aashild Brunvoll, Maria Dahlin e Andreas Hatzikiriakidis si esibiscono durante un concerto di musica sul ghiaccio alle isole Svalbard. © Denis Sinyakov / Greenpeace

Greenpeace ricorda che “i governi si accingono a negoziare presso le Nazioni Unite un trattato internazionale sugli oceani che potrebbe aprire la strada alla creazione di una rete di santuari oceanici. Un’opportunità unica per i governi per lavorare insieme e puntare ad avere oceani sani, ovvero i nostri migliori alleati contro il clima che cambia. La scienza è chiara, i nostri oceani sono in crisi. E tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la volontà politica di proteggerli”.

Violoncello di ghiaccio
Il violoncello di ghiaccio utilizzato per Ocean Memories viene trasportato sul “palco” delle Svalbard © Denis Sinyakov / Greenpeace

Quest’anno l’Artico sta facendo registrare una perdita di ghiacci da record e nello scorso aprile la temperatura media è stata di 8 gradi sopra la norma, sempre secondo l’ong. Per denunciare le numerose minacce che affliggono i mari e lanciare la propria campagna per un trattato internazionale sugli oceani che copra tutti i mari al di fuori delle acque nazionali, Greenpeace ha lanciato la campagna Proteggi gli oceani e fatto partire dall’Artico la sua spedizione più ambiziosa di sempre: un viaggio da polo a polo, della durata di circa un anno.

In questa prima tappa, due navi di Greenpeace – la Esperanza e la Arctic Sunrise – si sono mosse fino al limite settentrionale dei ghiacci, per far luce sulle enormi minacce rappresentate dall’emergenza climatica, dalla pesca eccessiva e dall’inquinamento da plastica nell’oceano Artico.

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