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Per la prima volta il Parlamento europeo riconosce ufficialmente il bisogno di adattarsi al cambiamento dei nuclei familiari, riconoscendo le famiglie gay.
Il Parlamento europeo ha approvato il 9 giugno una risoluzione che, per la prima volta, riconosce esplicitamente le famiglie composte da genitori dello stesso sesso. Il rapporto sull’uguaglianza dei sessi pone nuovi obiettivi e strategie al fine di migliorare la condizione femminile all’interno dell’Unione, menzionando inoltre in modo esplicito come “il Parlamento prende atto dell’evolversi della definizione di famiglia e raccomanda che le norme in quell’ambito tengano in considerazione fenomeni come le famiglie monoparentali e l’omogenitorialità”.
Sebbene il documento non sia vincolante, questo segnala un clima europeo che si dimostra sempre più favorevole ai diritti lgbt. Non è la prima volta che il Parlamento europeo si è espresso sulla questione delle unioni tra persone appartenenti allo stesso sesso. Infatti, a marzo ha votato in favore del riconoscimento delle unioni civili e dei matrimoni gay come diritti umani fondamentali, esortando gli stati membri ad adottare tali principi nelle proprie legislazioni nazionali.
Il voto di ieri, che riconosce in maniera esplicita i diritti delle famiglie gay, arriva sulla scia di alcuni eventi che hanno segnato una svolta nel progresso dei diritti della comunità lgbt in Europa. Il 15 maggio, infatti, il primo ministro del Lussemburgo Xavier Bettel ha sposato il suo compagno, diventando così il primo capo di governo dell’Unione europea a sposare una persona dello stesso sesso. Inoltre, il 22 maggio l’Irlanda ha votato, attraverso un referendum nazionale, in favore dei matrimoni civili per le coppie gay.
A livello globale l’Europa si sta dimostrando innovativa nel riconoscere che tutte le coppie, a prescindere dal loro sesso e orientamento sessuale, hanno il diritto allo stesso status legale e sociale. Tuttavia, diversi stati europei, come l’Italia e alcuni stati dell’est Europa, stanno contrastando l’inevitabile cambiamento in atto. È il momento di lottare affinché i matrimoni e le famiglie gay vengano riconosciuti anche in questi paesi.
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