Pastore bergamasco, un antico cane lombardo da riscoprire 

Il pastore bergamasco è una razza adibita per secoli alla custodia delle greggi. Ma questo insolito cane è anche un fidato guardiano di casa e famiglia.

Il pastore bergamasco è un’antica razza canina italiana che discende dai cani mandriani giunti dall’Oriente durante le grandi migrazioni delle popolazioni nomadi. In origine veniva impiegato in Lombardia per guidare le greggi negli spostamenti tra la pianura Padana e i pascoli alpini. Ma, oltre alle sue indiscutibili doti di cane da gregge,  questo cane è anche un ottimo compagno per i bambini, da lui considerati cuccioli da difendere, e un attento difensore della famiglia che lo ospita. Si tratta, infatti, di una razza protettiva, ma mai aggressiva o pericolosa, che è considerata anche perfetta per la ricerca in superficie e tra le macerie. Inserito in una recente ricerca sulle specie italiane da scoprire da Mylav, il bergamasco sta iniziando perciò a diventare una razza conosciuta per opera di attenti allevatori e conoscitori.

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Il pastore bergamasco è una razza antica che correva il rischio di estinguersi © Allevamento dei Lupercali

Pastore bergamasco, un cane dalle antiche origini

Il cane da pastore bergamasco proviene da quel ceppo di cani conduttori e mandriani che si diffuse dall’oriente verso l’occidente in seguito alle migrazioni delle popolazioni nomadi e delle loro greggi. Lo scambio dei cani avveniva al momento della cessione delle pecore ed era un evento usuale fra i pastori.

“Il progenitore del bergamasco trovò nel nostro paese una culla più che idonea nel territorio dell’arco alpino, dove la pastorizia era molto sviluppata e nelle pianure piemontese e lombarde, zone di svernamento delle greggi. Il cane conduttore fu selezionato esclusivamente per le sue attitudini al lavoro e, per molto tempo, le genealogie furono custodite gelosamente dai pastori, che però concentrarono la selezione solo sull’attitudine al lavoro”, nota Lele Morandi dell’allevamento dei Lupercali. Purtroppo, così facendo, si cercarono incroci con altre razze o anche con meticci, lasciando così gradualmente sparire le caratteristiche – morfologiche e caratteriali della razza –  che andarono nel tempo a estinguersi progressivamente.

“Si tratta di un cane dall’aspetto particolare, ricoperto dalle caratteristiche “taccole” che lo rendono rustico e adatto alla vita all’aperto. È scattante e agile con tendenza alla guardiania e alla protezione della sua famiglia, e non solo alla conduzione dei greggi”, spiega Bruno Ferrari, educatore cinofilo. Le tracce di questi antichi cani si ritrovano nell’Ottocento in alcuni scritti svizzeri.  All’epoca la cinofilia italiana era interessata prevalentemente alle razze da caccia e quindi questo abile cane da pastore era completamente ignorato.

“Il marchese Cornaggia Medici, prima della seconda guerra mondiale si appassionò alla razza ma, fu solo nel dopoguerra che un gruppo di cinofili presero a cuore il recupero di questi antichi cani raccogliendo dati per tre anni alla fine dei quali Giuseppe Solaro, uno dei più famosi cinotecnici dell’epoca, compilò lo standard definitivo di razza che fu approvato dall’Enci ed entrò in vigore dal primo gennaio del 1958”, aggiunge Morandi.

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Il pastore bergamasco è un fidato protettore della casa che lo ospita © Allevamento dei Lupercali

Il carattere e le attitudini

Proprio per la sua funzione originale, che richiede equilibrio, ubbidienza, sensibilità, il pastore bergamasco ha bisogno innanzitutto di fare parte della vita della famiglia, e tutto il resto per lui è secondario. “Più che di grandi spazi questo cane ha bisogno di sentirsi parte di un branco (meglio ancora se costituito da esseri umani affettuosi e partecipi nei suoi confronti). Si tratta, infatti, di una razza socievole con tutti, particolarmente paziente e gentile verso gli individui deboli del “branco” di cui fanno parte (bambini, anziani, disabili, cuccioli, ecc.)”, spiega Lele Morandi.

Il bergamasco ha una grande capacità di apprendimento e una particolare attenzione a ciò che gli si insegna, ed è un attento guardiano, ma non è mai feroce o inaffidabile nel suo rapporto con gli estranei. Sa difendere il suo nucleo di appartenenza, ma lo fa con coscienza e pacatezza. La razza à nota per la sua resistenza, per la capacità di adattamento e per l’indole riflessiva. “Tutte queste caratteristiche hanno fatto del pastore bergamasco un cane idoneo agli impieghi più svariati. Soggetti della razza sono stati impiegati con buoni risultati come cani da catastrofe e per la ricerca in superficie e per la pet therapy, oltre naturalmente che come cani da pastore e bovari”, conclude Morandi.

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La razza è nota per la sua agilità e per la salute di ferro © Allevamento dei Lupercali

Il mantello, la caratteristica del bergamasco

Il mantello è sicuramente la caratteristica più evidente e specifica della razza. Fra tutti i cani da pastore, infatti, il bergamasco è l’unico ad avere due tipi di tessitura (caprino anteriormente – ovino posteriormente) oltre al sottopelo.  È difficile stabilire che cosa abbia determinato questo particolare manto durante l’evoluzione della razza. L’ambiente in cui sono stati selezioni i bergamaschi per svolgere il loro lavoro ha sicuramente avuto molta influenza su questa caratteristica. Infatti, lavorando essenzialmente in un clima alpino e prealpino, da primavera ad autunno, i cani necessitavano di una protezione efficiente soprattutto contro le ampie escursioni termiche giornaliere che ci sono in alta quota dove erano situati i pascoli.

“Così il mantello folto e lanoso sulla parte posteriore li protegge dal freddo notturno sia esso invernale, primaverile o autunnale, mentre, perdendo in estate il sottopelo fino a sembrare quasi cani a pelo duro nella parte anteriore, dove il pelo è caprino, i bergamaschi sono in grado di sopportare il caldo sole estivo sui pascoli”, delucida Morandi. Si può anche presupporre che questa caratteristica si sia accentuata nell’evoluzione della razza per fornire ai pastori bergamaschi una difesa efficace dagli attacchi dei lupi frequenti nelle zone d’origine della razza.

“La divisione fra le due tessiture potrebbe essere stata accentuata anche da una selezione involontaria dei pastori, che li tosavano forse solo parzialmente per agevolare il movimento,  ma senza privarli completamente della loro naturale protezione che rimaneva così essenzialmente lanosa e a bioccoli”, spiega l’esperta.

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Il pastore bergamasco arrivò in Lombardia secoli fa © Allevamento dei Lupercali

La salute e le cure

Cane rustico e longevo, il pastore bergamasco esige un’attenzione particolare per il pelo. “Il mantello richiede quel minimo di cure, comuni a tutti i cane a pelo lungo, indispensabile per il benessere del cane. È importante una manutenzione costante di barba, baffi, orecchie, coda e sottocoda. Il resto va tenuto controllato perché il pelo non si infeltrisca oltre il dovuto, soprattutto se c’è una predominanza della componente lanosa. Come tutti i cani, i pastori bergamaschi vanno lavati, senza esagerare, ma ogni volta che lo si ritenga necessario. D’altra parte il problema con questo tipo di mantello non è il bagno, ma l’asciugatura che deve essere fatta con molta attenzione, soprattutto in inverno”, specifica Lele Morandi.

Per quanto riguarda la salute, le orecchie potrebbero essere l’unico punto debole del pastore bergamasco, perché essendo pelose necessitano di un costante controllo per evitare la formazione prima di cerume e poi di otiti. “La fortuna della razza è quella di non essere mai stata di moda e gli allevatori, finora, sono riusciti a mantenere tutte le caratteristiche morfologiche degli antenati pur essendo costretti a lavorare a volte in consanguineità per il basso numero di cani iscritti ai libri genealogici dell’Enci”, specifica l’esperta. Per questo motivo al momento non sono note patologie ereditarie, tipiche di molte altre razze più diffuse. Malattie come la displasia, comune ai cani di grande e media taglia, non sono al momento un grande problema per la razza, anche se per gli allevatori è sempre consigliabile testare i riproduttori prima dell’accoppiamento per migliorare, nel tempo, anche questo aspetto.

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