Brexit, di nuovo bocciato l’accordo per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Cosa accade ora

L’accordo sulla Brexit raggiunto dalla premier britannica Theresa May con l’Unione europea è stato respinto dal Parlamento del Regno Unito. Ma il 29 marzo si avvicina.

Aggiornamento 14 marzo – I parlamentari britannici hanno respinto l’ipotesi del “no deal”, non vogliono cioè che il Regno Unito lasci l’Unione europea senza un accordo. A questo punto valuteranno se chiedere agli stati membri di poter posticipare la Brexit.


 

Per la seconda volta la Camera dei comuni, il ramo dominante del Parlamento del Regno Unito, ha respinto l’accordo sulla Brexit raggiunto dal primo ministro Theresa May con gli stati membri dell’Unione europea (Ue). A distanza di due mesi dalla prima votazione, la premier è riuscita a recuperare qualche consenso eppure il testo, che conteneva alcune modifiche negoziate lunedì con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, è stato bocciato con 391 voti contrari e 242 favorevoli.

“Sono profondamente rammaricata per la decisione presa questa sera dal Parlamento”, ha dichiarato May. “Sono ancora convinta che il Regno Unito non debba procedere con la Brexit senza un accordo fra le parti, e che quello raggiunto sia il migliore – e l’unico – possibile”. “Siamo molto delusi”, ha aggiunto un portavoce del presidente del Consiglio europeo.

Le opzioni rimaste per concludere la Brexit 

Oggi il governo britannico deciderà se uscire dall’Ue senza concordare le modalità con gli stati membri. Se anche quest’opzione verrà scartata, giovedì la Camera dei comuni si riunirà nuovamente per valutare se richiedere l’estensione dell’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea posticipando così la data della Brexit, attualmente prevista per il 29 marzo.

Brexit Regno Unito Theresa May
Una manifestazione pro Brexit a Londra © Jack Taylor/Getty Images

Nel frattempo, molti si domandano cosa farà Theresa May. Il leader dell’opposizione Jeremy Corbyn, che sottoporrà alla Camera un accordo alternativo, ha chiesto a gran voce la convocazione di elezioni anticipate. Stando a Tim Shipman, editorialista del Sunday times, May non avrebbe discusso con i componenti del suo partito la possibilità di dimettersi: il suo obiettivo è assicurare che la volontà dei cittadini britannici, che in maggioranza avevano votato in favore della Brexit, venga rispettata.

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