
La premier inglese Theresa May si è detta pronta a dimettersi se l’accordo sulla Brexit verrà approvato. Ma la mossa non sembra aver convinto il Parlamento.
La Brexit appare sempre più vicina: i paesi membri hanno approvato l’accordo per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Eppure, il futuro è ancora incerto.
L’Unione europea ha detto sì alla Brexit: i 27 paesi membri hanno accettato l’accordo per l’uscita del Regno Unito dall’organizzazione internazionale. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.
EU27 has endorsed the Withdrawal Agreement and Political Declaration on the future EU-UK relations.
— Donald Tusk (@eucopresident) 25 novembre 2018
“Il 29 marzo il Regno Unito lascerà l’Unione europea: sarà l’inizio di un nuovo capitolo nella nostra storia, ma voglio che rappresenti anche un momento di rinnovamento e riconciliazione nazionale”, scrive Theresa May in una lettera ai cittadini. Secondo la premier l’intesa raggiunta non solo onora il risultato del referendum del 2016, ma è anche l’unica possibile. Allo stesso modo la pensano i leader europei, a differenza della maggior parte degli esponenti del governo britannico: il testo, ora, deve essere approvato anche dal Parlamento e la votazione potrebbe avvenire intorno al dieci dicembre, comunque prima di Natale.
L’opposizione laburista assicura di non voler appoggiare la proposta ma, stando alle indiscrezioni del quotidiano Sunday telegraph, anche 91 deputati conservatori potrebbero bocciarla. Non sono contenti, infatti, né i sostenitori della Brexit né chi vorrebbe evitarla. L’accordo prevede che il paese continui a far parte dell’unione doganale e del mercato unico, ma debba pagare un conto finale all’Europa di 40 miliardi di sterline (50 miliardi di euro). Per quanto riguarda i cittadini europei, quelli che già risiedono nel Regno Unito non avranno problemi; chi vorrà trasferirsi dopo il 2021 necessiterà di un permesso.
This is a bad deal for the country and Labour will oppose it in Parliament. pic.twitter.com/JXoMp19n2l
— Jeremy Corbyn (@jeremycorbyn) 25 novembre 2018
Se il dieci dicembre l’accordo sarà approvato, dovrà poi essere ratificato dal Parlamento europeo e da tutti i paesi membri dell’Ue. Non esiste un “piano B”: se il testo verrà bocciato, o si fisserà una seconda votazione, oppure si rischia di procedere con la Brexit senza un’intesa fra le parti in causa. Altrimenti May potrebbe dimettersi e passare la patata bollente al leader dell’opposizione, Jeremy Corbyn. Un’ultima ipotesi è che venga fissato un altro referendum per domandare ai cittadini se vogliono ancora che lo stato abbandoni l’Unione: c’è da chiedersi cosa risponderebbero.
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