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Deforestazione e cambiamenti climatici rischiano di far sparire 75 delle 124 varietà di caffè esistenti. Con conseguenze per ambiente, economia e società.
Più della metà delle varietà di caffè allo stato selvatico, esistenti oggi in natura, è a rischio estinzione. A rivelarlo è uno studio condotto dal Royal botanic garden di Kew, nel Regno Unito, assieme alla Queen Mary University di Londra e all’università di Nottingham. Il testo – che è stato pubblicato il 16 gennaio dalla rivista scientifica Science Advances – ha analizzato la situazione di numerose foreste africane, dalla Sierra Leone al Madagascar.
Il risultato è che 75 delle 124 varietà di caffè esistenti sono ormai minacciate in modo diretto dalla deforestazione, dai cambiamenti climatici e dalle conseguenti propagazioni di malattie e di specie alloctone. In particolare, tredici sono già in una situazione critica, 40 sono considerate “in pericolo” e 22 “vulnerabili”.
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Il rapporto spiega infatti che la produzione mondiale di caffè, attualmente, si basa su due macro-specie: la arabica, che rappresenta circa il 60 per cento del totale, e la robusta. Il miglioramento dei loro semi dipende proprio dalle varietà selvatiche: «Esse possiedono infatti i geni necessari per riuscire a sviluppare piante di caffè in grado di resistere alle patologie E ai cambiamenti climatici», ha spiegato Aaron Devis, responsabile della ricerca sul caffè presso I Giardini reali britannici.
Gli esperti hanno sottolineato anche il fatto che proprio quella di caffè è una pianta particolarmente a rischio poiché fortemente sensibile ai cambiamenti ambientali. In particolare, i periodi di siccità prolungata rappresentano una grande minaccia.
60% of coffee species found in the wild could soon go extinct, new research shows.
The researchers warn that climate change, deforestation, droughts and plant diseases are putting the future of coffee at risk. https://t.co/mMDlhRB6f5 pic.twitter.com/yrRHGnKS1G
— CNN (@CNN) 20 gennaio 2019
Se la produzione dovesse diventare impossibile, inoltre, il rischio è anche di generare gravi problemi sociali: «In tutto il mondo esistono circa 100 milioni di coltivatori di caffè. Qualora non dovessero essere più in grado di garantire il prodotto, è evidente che le conseguenze economiche sarebbero enormi», ha aggiunto Davis.
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Non a caso, un altro studio dei giardini di Kew, pubblicato sulla rivista Global change biology https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/gcb.14341, aveva lanciato un allarme sull’arabica selvatica. «Con i nostri studi – ha consludo Davis – non puntiamo a creare il panico, bensì a chiedere di agire. Se non cominciamo a riflettere oggi sulla conservazione di tali risorse, domani potremmo pentircene».
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