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Due terzi dei ghiacciai dell’altopiano del Tibet potrebbero sciogliersi per sempre entro il 2050 a causa del riscaldamento globale. Così il quattordicesimo dalai lama Tenzin Gyatso ha chiesto ai leader dei quasi 200 paesi che s’incontreranno a Parigi per la Cop 21, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite, di agire per salvare il luogo che
Due terzi dei ghiacciai dell’altopiano del Tibet potrebbero sciogliersi per sempre entro il 2050 a causa del riscaldamento globale. Così il quattordicesimo dalai lama Tenzin Gyatso ha chiesto ai leader dei quasi 200 paesi che s’incontreranno a Parigi per la Cop 21, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite, di agire per salvare il luogo che custodisce la più grande mole di ghiaccio (e quindi di acqua) al di fuori del polo nord e del polo sud. Prima di lui anche papa Francesco e i leader musulmani si sono spesi in prima persona per chiedere più azione contro i cambiamenti climatici.
L’altopiano tibetano ha già sofferto un aumento della temperatura media di 1,3 gradi negli ultimi 50 anni, circa “tre volte l’aumento della temperatura media globale”, ha fatto sapere il dalai lama in un comunicato. La sua scomparsa, dunque, potrebbe limitare drasticamente la disponibilità idrica per quasi 1,3 miliardi di persone.
“L’altopiano ha bisogno di protezione, non solo per i tibetani, ma per la salute ambientale e la sostenibilità della Terra”, ha dichiarato il dalai lama. Difenderlo è importante quanto la difesa dell’Artico o dell’Antartide, “è il terzo polo”. Secondo il governo tibetano in esilio gran parte del ghiaccio dell’altopiano è scomparso in mezzo secolo causando un aumento delle emissioni di CO2 in atmosfera. Gas serra che prima erano intrappolati all’interno del permafrost, il terreno perennemente ghiacciato. Secondo le previsioni un suo totale scioglimento potrebbe rilasciare in atmosfera fino a 12,3 miliardi di tonnellate di CO2.
L’obiettivo della Cop 21 è raggiungere un accordo globale, che vada oltre il protocollo di Kyoto, in grado di tenere l’aumento della temperatura media globale entro i 2 gradi. Un obiettivo basilare per contenere i disagi che i cambiamenti climatici stanno già causando, ma necessario per evitare conseguenze irreversibili.
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