Un pugno di dollari per un disastro ambientale che non avrà mai fine

Dopo più di cinque anni dal disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, cominciato il 20 aprile 2010 nelle acque del golfo del Messico, la British Petroleum (Bp) ha accettato di pagare una multa da 18,7 miliardi di dollari per chiudere una volta per tutte l’azione legale che gli Stati Uniti e altri stati federali

Dopo più di cinque anni dal disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, cominciato il 20 aprile 2010 nelle acque del golfo del Messico, la British Petroleum (Bp) ha accettato di pagare una multa da 18,7 miliardi di dollari per chiudere una volta per tutte l’azione legale che gli Stati Uniti e altri stati federali hanno portato avanti in seguito alla fuoriuscita di petrolio più grave mai avvenuta in territorio americano. Si tratta della multa più alta mai pagata per un danno ambientale che, secondo gli accordi, potrà essere pagata in 18 anni. La soluzione mette fine a tutti i contenziosi tra la Bp da un lato e gli Stati Uniti, la Louisiana, il Mississippi, l’Alabama, il Texas e la Florida dall’altro.

 

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L’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon della Bp ha causato la morte di 11 persone e ha provocato una fuoriuscita di greggio durata 87 giorni e calcolata in 4,2 milioni di barili. A cinque anni di distanza, gli abitanti delle coste che si affacciano sul golfo – dalla Louisiana alla Florida – così come le specie che le popolano (delfini e altri animali marini) continuano a pagare i danni sulla loro pelle. Per questo motivo, molti ambientalisti non sono soddisfatti dalla decisione.

 

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“Nessun risarcimento potrà mai cancellare la distruzione causata dal disastro della Deepwater Horizon. Ma, mentre continuiamo a cercare una spiegazione, l’accordo di oggi, il più grande risarcimento nella storia americana, rappresenta un passo avanti significativo verso la giustizia per l’ecosistema delle coste del golfo del Messico, l’economia e le comunità colpite dal disastro”, ha dichiarato Fred Krupp, presidente dell’Environmental defense fund.

 

I danni reali non sono ancora calcolabili, forse ci vorranno decenni per capire l’impatto ambientale, ma la prima fase, cioè la rabbia aperta nei confronti dei responsabili sembra possa essere messa da parte, da considerare un capitolo chiuso.

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