Polonia, vasti incendi stanno devastando il parco nazionale Biebrzański

Lo scorso 19 aprile, nel più grande parco nazionale polacco, è scoppiato un violento incendio che ha già distrutto oltre 6mila ettari di territorio.

L’Artico, l’Amazzonia, l’Africa, l’Indonesia, l’Australia, l’Ucraina e ora la Polonia. Il mondo è sempre più caldo, arido e infiammabile. La quantità di carbonio nell’atmosfera, a causa del nostro insostenibile impatto, è cresciuta esponenzialmente, dando il via a quella che Giorgio Vacchiano ha definito “una rivoluzione climatica della stessa portata di un’era glaciale, ma con le fiamme al posto del ghiaccio. Un cambiamento epocale, che potrebbe indurci a chiamare il periodo in cui viviamo con un nome ancora più appropriato: il Pirocene”. In tutto il mondo stiamo infatti assistendo ad incendi sempre più vasti e prolungati, a tutte le latitudini.

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L’ultimo, in ordine di tempo, è quello che sta bruciando il parco nazionale Biebrzański, la più grande area protetta della Polonia, situata nella parte nord-orientale del Paese.

 

Un paradiso per la biodiversità in cenere

L’incendio è scoppiato il 19 aprile e ha già bruciato oltre 6mila ettari, circa il 10 per cento del parco, che occupa una superficie di 59mila ettari. Il parco si estende nella valle del fiume Biebrza, da cui prende il nome, ed è ricoperto perlopiù da paludi e acquitrini. Questa vasta area umida, tra le più intatte d’Europa, rappresenta un paradiso per gli uccelli, è possibile osservarvi 270 differenti specie, tra stanziali e migratrici. Ospita inoltre abbondanti popolazioni di due specie di mammiferi carismatici: l’alce (Alces alces) e il castoro (Castor fiber).

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“Gli incendi nel parco nazionale Biebrzański scoppiano ogni anno, ma uno così grande non si verificava da anni – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente polacco, Michal Wos -. La situazione è molto grave”. Centinaia di pompieri sono al lavoro per spegnere le fiamme, supportati dai vigili del fuoco volontari, ma non è ancora chiaro quando saranno in grado di domare l’incendio.

Area umida del parco nazionale di Biebrza, in Polonia
Per alcune specie di uccelli acquatici, le paludi di Biebrzanski sono tra gli ultimi rifugi per la sopravvivenza delle loro popolazioni in Europa centrale © Mariusz Cieszewski/Flickr

Polonia afflitta da una straordinaria siccità

L’incendio, secondo quanto riferito dal ministro, potrebbe essere stato causato dall’uomo, probabilmente in seguito all’illegale abbruciamento delle sterpaglie. La situazione è stata però aggravata dal forte vento e dalla grave siccità in corso da mesi, la peggiore degli ultimi anni.  

A Varsavia il livello dell’acqua del fiume Vistola, il più lungo corso d’acqua della Polonia, è sceso a 60 centimetri e centinaia di corsi d’acqua si stanno prosciugando, mettendo a rischio l’approvvigionamento idrico di 38 milioni di persone. “Il vento e la straordinaria siccità rendono molto difficile spegnere il fuoco”, ha affermato Wos.

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Il Wwf chiede corretta gestione di fiumi e aree umide

Il Wwf polacco, grazie al quale il parco fu istituito 30 anni fa, ha denunciato l’inadeguata gestione dei corsi d’acqua da parte del governo, evidenziando che sarebbero necessari sforzi per rinaturalizzare i fiumi danneggiati. “Regoliamo i fiumi, raddrizziamo le loro sponde, conduciamo lavori di manutenzione dannosi, che accelerano il deflusso dell’acqua, costruiamo dighe e barriere. Dimentichiamo però che sono i fiumi naturali a contrastare la siccità, e che le zone umide sono le aree migliori per la conservazione della natura”, si legge in un rapporto dell’associazione sulla siccità.

Per contribuire a spegnere le fiamme e a salvare il parco, il Wwf ha donato ai pompieri attrezzature antincendio per un valore complessivo di quasi 8mila euro.

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