Prendiamoci cura del clima

Siberia, i nativi resistono ai cambiamenti climatici unendo conoscenze tradizionali e tecnologia

L’attività principale delle comunità locali, la pastorizia delle renne, è minacciata dal clima che cambia. Per aiutarli un progetto di resilienza che unisce tradizione e innovazione.

Per le popolazioni indigene dell’Artico la transumanza delle renne, che ha una tradizione millenaria, rappresenta la principale forma di sostentamento. Le renne (Rangifer tarandus) sono infatti alla base dell’economia tradizionale di molte comunità indigene di Russia, Canada, Scandinavia e Alaska. Ma le renne non sono importanti solo dal punto di vista economico, hanno un elevato valore culturale e sono protagoniste di mitologie, feste e cerimonie. Quest’antica usanza è però oggi fortemente minacciata dai cambiamenti climatici e la sopravvivenza delle famiglie di pastori nomadi di renne e del loro mondo ancestrale è a rischio.

Renna che guada un corso d'acqua
La renna è il mammifero terrestre di grandi dimensioni più comune dell’Artico. Questi animali si riuniscono in grandi branchi composti fino a centinaia di migliaia di animali durante l’estate artica, per poi disperdersi in gruppi più piccoli per il resto dell’anno © Jeff J Mitchell/Getty Images

Inverni sempre più brevi in Siberia

L’aumento globale delle temperature, che nell’Artico si sta verificando in modo significativamente più rapido rispetto al resto del mondo, sta provocando in Siberia inverni sempre più brevi e questi mutamenti stanno alterando la migrazione e l’alimentazione delle renne. Le specie vegetali si stanno infatti spostando verso nord, nelle lande più desolate della tundra, rendendo l’accesso al cibo una vera sfida per gli animali.

Conoscenze indigene e moderne tecnologie

Per affrontare i cambiamenti climatici e sviluppare strategie di adattamento, le comunità di pastori siberiani hanno deciso di stringere partenariati mirati con la comunità scientifica. In questo modo sono riusciti a unire due mondi apparentemente agli antipodi, il sapere tradizionale degli abitanti locali, attenti osservatori del mondo naturale e dei suoi fenomeni da migliaia di anni, e le più moderne conoscenze tecnologiche, grazie, tra le altre cose, alle immagini satellitari della Nasa. Questa iniziativa senza precedenti per la salvaguardia delle renne ha portato allo sviluppo di collaborazioni internazionali e interdisciplinari con numerosi scienziati grazie al supporto del progetto Ipy Ealat, nato per valutare la vulnerabilità dei pastori di renne e offrire loro dati e informazioni per rispondere ai cambiamenti climatici attraverso una serie di differenti progetti.

Per un Artico sostenibile

Al progetto Ipy Ealat, sotto la supervisione delle istituzioni e organizzazioni indigene, lavorano pastori di renne, linguisti, meteorologi, avvocati, antropologi, biologi, geografi e filosofi, con lo scopo di aumentare la resilienza della pastorizia delle renne al cambiamento del clima. Il nome del progetto, “Ealat”, deriva dalla parola “pascolo” nella lingua Sami e riflette lo stretto legame che i nativi hanno con l’ambiente in cui vivono. I partner del progetto ritengono importante fornire ai popoli indigeni dell’Eurasia tecnologie che, combinate con le loro conoscenze, possano permettere di raggiungere uno sviluppo sostenibile dell’Artico. Per tenere sotto controllo i mutamenti del suolo e dei pascoli vengono utilizzati strumenti come satelliti e sistemi informativi geografici (Gis).

La Nasa dalla parte dei pastori

Un altro progetto, chiamato Pastorizia delle renne in un clima che cambia: conoscenza indigena e rilevamento remoto della Nasa, è nato grazie alla collaborazione con l’agenzia spaziale statunitense con l’obiettivo di tentare di prevedere con accuratezza gli eventi meteorologici, al fine di indirizzare le mandrie di renne a pascoli alternativi. I dati di telerilevamento della Nasa forniscono ai pastori informazioni preziose per affrontare al meglio la transumanza, come la qualità del foraggio, i cambiamenti del manto nevoso e lo sviluppo delle infrastrutture.

Una collaborazione di successo

La buona riuscita dell’iniziativa, hanno affermato Mikhail Pogodaev, presidente dell’Associazione degli allevatori di renne, e Nancy Maynard, ricercatrice senior della Nasa, dipende dalla reciproca collaborazione e condivisione di informazioni tra nativi e ricercatori, con il pieno coinvolgimento delle popolazioni indigene.

Abitanti di una comunità artica a bordo di un calesse
Renne e pastori si sono adattati a vivere in condizioni climatiche estreme e mutevoli, con la temperatura che può oscillare dai +25° C fino a -65°. I pastori di renne rappresentano un esempio vivente di adattamento alla variabilità climatica © Getty Images

Perché è un progetto rivoluzionario

Il progetto Ipy Ealat rappresenta il primo, audace e innovativo passo per consentire alle società tradizionali della Siberia di perpetuare i propri stili di vita e culture, fornendo loro l’accesso alla tecnologia moderna. A differenza di studi e iniziative precedenti, in cui le popolazioni indigene sono state spesso oggetto di ricerca, in questo caso sono proprio i nativi a condurre il progetto e la collaborazione tra indigeni e scienziati rappresenta un nuovo importante paradigma.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati