Germania, lo scandalo della nuova centrale a carbone che aprirà nel 2020

Nonostante la promessa di abbandonare il carbone entro il 2038, il prossimo anno sarà messo in servizio il nuovo impianto Datteln 4. Ira degli ecologisti.

Una nuova centrale a carbone nonostante il governo abbia annunciato l’abbandono della fonte fossile entro il 2038. In Germania, la notizia dell’apertura del sito battezzato Datteln 4, che dovrebbe essere operativo a partire dal 2020, ha suscitato la collera degli ecologisti. Se infatti dal punto di vista operativo non cambierà molto per il mix energetico tedesco – tenuto conto delle 84 centrali ancora in servizio – da quello politico la scelta assume una valenza non di poco conto.

L’impianto Datteln 4, l’ultima centrale a carbone in costruzione in Germania

L’impianto Datteln 4 è di proprietà del gruppo Uniper ed è situato nella Renania del Nord-Westfalia, regione industriale del bacino della Ruhr. Dotata di una potenza pari a 1.100 megawatt, è costata 1,5 miliardi di euro. Un costo enorme, che potrebbe rappresentare da solo la ragione della scelta dell’esecutivo di Angela Merkel. Ma va detto che l’entrata in servizio, inizialmente prevista per il 2011, era stata procrastinata per anni e anni.

A ciò si aggiunge il fatto che la commissione di esperti incaricata dalla stessa cancelliera di indicare una road map per l’abbandono del carbone, di qui al 2038, aveva raccomandato in modo esplicito di bloccare l’apertura di nuovi impianti. Un riferimento diretto evidentemente proprio alla Datteln 4, dal momento che questa è l’ultima centrale a carbone in costruzione in Germania.

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La cancelliera tedesca Angela Merkel © Sean Gallup/Getty Images

“Un sabotaggio dell’azione climatica”

Senza dimenticare che nello scorso mese di settembre il governo di Berlino ha presentato un piano da 100 miliardi di euro per il clima. Piano che, sebbene sia stato oggetto di aspre critiche da parte degli ambientalisti, non aveva indicato in alcun modo la volontà di incrementare lo sfruttamento del carbone. Pur se in modo di fatto temporaneo.

Da parte sua, la Uniper si dice pronta a scommettere sul nuovo sito, “nell’interesse dell’azienda e della comunità”. Dal governo le bocche rimangono invece cucite. Mentre l’associazione Bund, divisione tedesca di Friends of the Earth, ha parlato di “emissioni in crescita di 6-8 milioni di tonnellate all’anno” a causa della nuova centrale e di “sabotaggio” dell’azione climatica.

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