Perché andare in bici mantiene giovane il cervello

Mens sana in corpore sano. Modo di dire che non potrebbe essere più azzeccato se si guarda all’utilizzo costante della bicicletta. Sì perché, oltre ai già conosciuti benefici del movimento e della pedalata nei confronti di massa grassa e muscoli, ci sono anche quelli legati all’attività cerebrale. Lo si apprende dal secondo rapporto EU Cycling

Mens sana in corpore sano. Modo di dire che non potrebbe essere più azzeccato se si guarda all’utilizzo costante della bicicletta. Sì perché, oltre ai già conosciuti benefici del movimento e della pedalata nei confronti di massa grassa e muscoli, ci sono anche quelli legati all’attività cerebrale. Lo si apprende dal secondo rapporto EU Cycling Economy e realizzato dalla ECF-European Cyclists’ Federation. Lo studio analizza e mostra i benefici diretti e indiretti della mobilità ciclistica in relazione all’attuale utilizzo della bicicletta nei paesi dell’Unione.

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La bicicletta come prevenzione, come strumento per ridurre il traffico, e per migliorare le politiche sociali.

La bici? Riduce il rischio di Alzheimer e Parkinson

Se pensiamo che solo in Europa ogni anno muoiono circa 470mila persone a causa della cattiva qualità dell’aria e dell’inquinamento, è evidente che quei 191miliardi di euro in salute sono una cifra enorme.

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La ricerca calcola che se si percorrono in media 294 chilometri l’anno (media austriaca, che significa meno di un chilometro al giorno) si possono evitare circa 27mila morti premature l’anno. Cifra che si traduce in 30miliardi di euro in benefici legati al miglioramento delle condizioni di salute. Lo studio riporta inoltre che un costante esercizio fisico aumenta la concentrazione di alcune proteine capaci di sostenere a livello sinaptico l’attività cerebrale, favorendo la crescita e la differenziazione di nuovi sinapsi (studio pubblicato su PublMed.Gov) Insomma la bici come prevenzione per le malattie degenerative come Alzheimer o Parkinson.

“Stiamo parlando di dati economici importanti che, in un momento difficile come quello che stiamo vivendo nel nostro Paese, ci stimolano a continuare a guardare al futuro con positività”, conclude Giulietta Pagliaccio, presidente di Fiab. “Altri studi nazionali (Studio Ambrosetti 2014), infatti, hanno già evidenziato come in Italia, nella sola città di Roma, si stimano più di 3.200 nuovi posti di lavoro e oltre 150 morti in meno ogni anno, se solo si raggiungesse il 25 per cento di modal split in bicicletta?”.

Una somma calcolata non solo per quanto riguarda l’economia, ma che tiene in considerazione il miglioramento delle condizioni di salute dei cittadini, degli affari sociali, della qualità dello spazio e del tempo e, ovviamente, della mobilità. La bici insomma diventa strumento di rilancio dell’economia, di miglioramento delle condizioni del traffico e della qualità dell’aria, dà impulso alla salute di giovani e adulti. È strumento di inclusione sociale.

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Perché investire sulla mobilità ciclistica

“Sono dati e numeri che dimostrano, ancora una volta, come la bicicletta rappresenti un grande contributo all’economia generale dell’Unione europea e possa essere un sostegno alle politiche in ambiti diversi: la Ue ha tutto l’interesse a raccogliere tali vantaggi”, ha commentato Ádám Bodor, advocacy director di ECF. “Per fare questo è necessario avere una strategia condivisa sulla mobilità ciclistica in Europa, in grado di integrare i diversi aspetti. I benefici economici attesi sarebbero maggiori soprattutto in quei paesi dove la percentuale degli spostamenti sulle due ruote è attualmente piuttosto bassa”.

Non a caso si è tentato di candidare la bicicletta al Nobel per la Pace, grazie agli enormi benefici che porta in tutti i settori della società. Solo per quanto riguarda il clima, il valore si aggira sui 15,43 miliardi di euro, calcolati in base ai chilometri percorsi, alle emissioni evitate, alla riduzione dello smog e dell’inquinamento acustico.

“Per alcuni ambiti l’uso regolare della bicicletta negli spostamenti quotidiani porterebbe ulteriori benefici che non siamo ancora in grado di quantificare”, ha detto Holger Haubold, responsabile delle politiche fiscali ed economiche di ECF. “Il rapporto EU Cycling Economy rappresenta, in questo senso, un incoraggiamento per ulteriori ricerche sul tema al fine di poter tracciare, in futuro, un quadro più preciso dei benefici economici generati dalla mobilità ciclistica”.

 

 

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