Robert Capa in Italia, gli scatti del fotogiornalista in mostra a Parma fino a gennaio

Una mostra dedicata a Robert Capa, uno dei più grandi fotogiornalisti, a Parma fino al 15 gennaio. Gli scatti in bianco e nero di volti e luoghi della Seconda guerra mondiale.

Una mostra sorprendente e toccante nell’elegante Palazzo Pigorini di Parma: Robert Capa in Italia 1943-1944, dedicata al grande fotoreporter di guerra, con immagini che raccontano gli anni della Seconda guerra mondiale in Italia. Fino al 15 gennaio 78 scatti in bianco e nero capaci di far rivivere momenti che hanno cambiato la storia del nostro paese.

Chi era Robert Capa

Uno dei maggiori esponenti del fotogiornalismo, se non il più grande, Robert Capa (Budapest, 1913 – Thái Binh, Vietnam, 1954) raccontò la guerra così da vicino da vivere la maggior parte della sua vita sui campi di battaglia e morire come un soldato durante la guerra del Vietnam. Famosa è l’immagine di Elliott Erwitt che ritrasse la madre del fotogiornalista in lacrime sulla tomba di Capa, in mostra al Forte di Bard in Valle d’Aosta in una splendida esposizione fino al 15 novembre.

Se le tue fotografie non sono all’altezza, non eri abbastanza vicino (Robert Capa)

In oltre vent’anni di “servizio” Capa seguì come giornalista i cinque maggiori conflitti mondiali: la guerra civile spagnola, la Guerra sino-giapponese, la Seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana del 1948 e la prima guerra d’Indocina. Sempre in prima linea per raccontare non solo la battaglia, ma la vita quotidiana di chi le guerre le subisce inerme, i cittadini.

Robert Capa e Elliott Erwitt due mostre da non perdere
Un’immagine di Elliott Erwitt che ritrae la madre di Capa che piange sulla tomba del figlio morto in Vietnam. La mostra di Erwitt è aperta fino al 13 novembre al Forte di Bard in Valle d’Aosta

Robert Capa in mostra a Parma: i luoghi e le persone che vissero la guerra

Nella deliziosa Parma, fino al 15 gennaio, una selezione di 87 scatti in bianco e nero di Robert Capa, esposti con maestria a Palazzo Pigorini, bel palazzo di fine Settecento che regala alle fotografie ancor maggior drammaticità.

Piccole stanze, o piccole nicchie, livelli diversi, illuminazione studiata e poco invasiva portano il visitatore in tempo di guerra, non solo sui campi di battaglia ma nelle città rase al suolo, per le strade, tra i campi. Uno sguardo diverso quello di Capa, riconoscibile e riconosciuto come uno dei più veri. Così, oltre ai visi dei soldati colti durante il riposo o a terra feriti, il fotografo ungherese coglie la vita di tutti i giorni in Italia, durante un conflitto che piegò la nazione.

Un’anziana in lutto tra le rovine di Monreale in Sicilia, i cittadini a Napoli in coda con i fiaschi per la razione d’acqua, la gioia di tutti all’arrivo delle truppe americane, sono solo alcune delle scene colte dalla macchina di Capa capace di mettere tutti sullo stesso piano. Vincitori e vinti, soldati e popolo, uguali davanti all’atrocità e alla distruzione della guerra.

La mostra è aperta tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 18. Il biglietto costa 8 euro.

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