La maggior parte dell’insalata venduta in confezioni di plastica è contaminata da pesticidi. La notizia arriva dalla Francia, dove è stata condotta un’inchiesta a cura dell’associazione “60 millions de consommateurs” (60 milioni di consumatori), pubblicata il 28 marzo. L’analisi ha riguardato 26 prodotti: tredici lattughe classiche e 13 valeriane (varietà nota anche con il nome di soncino). E si è trattato sia di insalate “tradizionali”, sia di prodotti biologici o contraddistinti dalla dicitura “senza residui di pesticidi”.
Otto molecole pericolose per la salute
Il risultato è senza appello: ben 21 confezioni sono risultate contaminate, a fronte di soltanto cinque che sono risultate “pulite”. Circa l’80% dei campioni esaminati, insomma, presenta tracce di agenti chimici, alcuni dei quali “cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione”.
Une très grande majorité des salades en sachet sont contaminées par des pesticides, selon 60 Millions de consommateurshttps://t.co/Y7lHluT0XK
L’associazione che ha effettuato le analisi è molto nota in Francia, e per questo la pubblicazione ha avuto grande eco nella nazione europea. Complessivamente, le molecole che sono state ritrovare nelle insalate in busta sono 28. Otto delle quali sono appunto considerate pericolose per la salute umana, secondo le classificazioni pubblicate dall’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa).
La paura di conseguenze per accumulo e effetti-cocktail
“Benché le quantità ritrovate non superino i limiti imposti dalla legge, considerando il fatto che, in media, è stata riscontrata la presenza di 3,8 molecole per ciascun campione analizzato, è lecito domandarsi quali siano i rischi legati a possibili effetti-cocktail”, scrive 60 Millions de consommateurs. Secondo l’associazione di difesa dei consumatori, inoltre, occorrerebbe considerare impossibile accumulo negli organismi di tali sostanze, immaginando un consumo continuativo di tali prodotti nel corso del tempo.
Des salades en sachet bourrées de pesticides
➡ La bande de "Julie jusqu'à minuit" réagit à la nouvelle enquête de "60 millions de consommateurs" pic.twitter.com/X5CaP2ekKk
Parlando all’emittente transalpina France Info, la giornalista Patricia Chairopoulos, che ha curato l’inchiesta, ricorda poi il fatto che “esistono altre fonti di residui di pesticidi nell’alimentazione, il che aumenta le quantità e i rischi di sviluppare una serie di malattie croniche”. Né può bastare lavare l’insalata accuratamente, poiché alcune delle sostanze ritrovate “non sono solubili”.
Anche un prodotto bio contaminato da vecchi pesticidi presenti nel suolo
Ma per quale ragione proprio le insalate presentano tale problema in modo così marcato? Secondo Chairopoulos, “si tratta di una coltura difficile, molto sensibile ai funghi, il che costringe gli agricoltori ad utilizzare prodotti fitosanitari”. E a preoccupare c’è anche il fatto che perfino un prodotto biologico presentava tracce di pesticidi: secondo l’analisi si tratta di una “contaminazione fortuita”, poiché la molecola ritrovata è vietata da parecchi anni in Francia. Ciò, però, conferma il fatto che l’uso di alcuni pesticidi è nefasto non solo nell’immediato ma anche sul lungo periodo per la natura e per la salute pubblica, per via della permanenza nei terreni.
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