Glifosato, i dubbi sulla trasparenza delle valutazioni

Secondo Le Monde, l’agenzia per la sicurezza alimentare della Francia avrebbe insabbiato una perizia sul glifosato, mentre una ong francese mette in dubbio il rapporto di valutazione europeo sull’erbicida.

Secondo le informazioni raccolte dal quotidiano francese Le Monde, l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare francese (Anses) avrebbe insabbiato un rapporto sul glifosato, tra i pesticidi sintetici più utilizzati in agricoltura a livello mondiale e anche tra i più controversi. 

Una protesta contro il glifosato in Germania © Sean Gallup/Getty Images

Le Monde: “L’Anses ha sepolto una perizia sul glifosato”

Il quotidiano ricostruisce la vicenda a partire dal 2015 quando l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) classifica il glifosato come probabile cancerogeno per l’uomo. Due settimane dopo questa valutazione, in Francia cinque ministeri interrogano l’Anses sulla questione. L’agenzia riunisce quindi un gruppo di ricercatori esterni chiedendo loro di chiarire la differenza tra le conclusioni tratte dalla Iarc e quelle di una perizia preliminare europea che non rilevano, invece, proprietà genotossiche per il glifosato o per gli erbicidi che lo contengono.

A febbraio 2016 l’Anses pubblica la prima parte della perizia contenente gli argomenti a favore e quelli contro la classificazione del glifosato puro come probabile cancerogeno; mentre la seconda parte, riguardante la solidità dei test utilizzati nella perizia preliminare europea, secondo l’inchiesta sarebbe stata insabbiata dall’Agenzia. Una situazione che non ha precedenti: “Normalmente la perizia non può essere interrotta per nessun motivo. Questa è una garanzia di indipendenza: una volta posta una domanda agli scienziati, l’agenzia non deve poter ignorare la risposta che forniscono”, ha dichiarato una fonte di Le Monde.

“Il 99 per cento degli studi sul glifosato ritenuto irrilevante o inattendibile dal rapporto preliminare europeo”

Intanto si chiuderà il 24 novembre la consultazione pubblica sul glifosato avviata dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, e dall’Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, sul rapporto di valutazione di rinnovo del glifosato (redatto dal gruppo di valutazione composto da Francia, Ungheria, Paesi Bassi e Svezia). La Commissione europea deciderà poi entro dicembre 2022 con gli Stati membri se rinnovare la licenza d’uso dell’erbicida nella Ue. 

Secondo la ong francese Générations Futures, però, questo rapporto che, di fatto, “assolve” il glifosato, non ha tenuto conto della maggior parte degli studi pubblicati sul pesticida. Stando all’analisi fatta dall’associazione, solo il 3 per cento dei 7.188 studi pubblicati su riviste scientifiche internazionali sul glifosato negli ultimi dieci anni è stato giudicato “rilevante” e “potenzialmente utile per la ricerca”. Di questa percentuale di studi, solo lo 0,4 per cento è stato considerato “affidabile”.

Di fatto, il rapporto preliminare ritiene irrilevante o inaffidabile oltre il 99 per cento della letteratura scientifica prodotta nell’ultimo decennio sulla tossicità del glifosato. “C’è un urgente bisogno di sviluppare e attuare un metodo che garantisca che tutte le conoscenze scientifiche disponibili siano prese in considerazione in maniera equa e trasparente.” Secondo la ong, infatti, il rapporto avrebbe inoltre privilegiato gli studi dell’industria a quelli delle università.

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