Peter Gabriel al lavoro sulle proprietà terapeutiche della musica

Sempre più ricerche mostrano come la musica sia in grado di attivare i nostri sistemi neurali che coinvolgono le emozioni, il movimento, l’apprendimento e la memoria. Il progetto Sync, lanciato lo scorso anno dall’ex dirigente Nokia Marko Ahtisaari, ha riunito neuroscienziati del MIT, ricercatori del Berklee College of Music e alcuni artisti come Peter Gabriel,

Sempre più ricerche mostrano come la musica sia in grado di attivare i nostri sistemi neurali che coinvolgono le emozioni, il movimento, l’apprendimento e la memoria. Il progetto Sync, lanciato lo scorso anno dall’ex dirigente Nokia Marko Ahtisaari, ha riunito neuroscienziati del MIT, ricercatori del Berklee College of Music e alcuni artisti come Peter Gabriel, St. Vincent, Jon Hopkins e il direttore d’orchestra Esa-Pekka Salonen per misurare gli effetti fisiologici che la musica può avere sulla salute.

La scelta degli artisti non è stata casuale. Più che puntare sulle loro qualità musicali, Ahtisaari ha voluto coinvolgere musicisti dal pensiero creativo e dal legame attivo con la tecnologia. Con loro e il suo team di studiosi, sta cercando di analizzare le canzoni presenti in app musicali come Pandora e Spotify, rapportandole ai dati biometrici forniti dalle applicazioni per la salute e la tecnologia indossabile. “Peter Gabriel, Annie Clark, Jon Hopkins e Esa-Pekka Salonen sono tutte persone che hanno utilizzato le tecnologie in modo creativo e hanno sviluppato da sé alcuni prodotti”, ha spiegato Ahtisaari.

 

Peter Gabriel nel progetto sync sulle proprietà terapeutiche della musica
Peter Gabriel si muove da anni tra musica, tecnologia e diritti umani © Michael N. Todaro/Getty Images

 

Peter Gabriel, veterano dell’art-rock e attivo da tempo sul fronte dei diritti umani, si è detto felice che la scienza stia coinvolgendo il suono nelle attività terapeutiche: “I nostri sensi ci forniscono diversi modi di sperimentare idee ed emozioni modificando la nostra salute fisica e mentale. Una buona raccolta di musica è sempre stata utilizzata come una scatola di pillole per l’umore”. Gabriel, che da decenni si diletta tra musica e tecnologia, ha anche collaborato con il progetto Internet Interspecies del MIT per insegnare il web ai mammiferi attraverso duetti digitali tra primati.

 

Annie Clark, che si esibisce come St. Vincent, di recente ha progettato una chitarra ergonomica che si adatta meglio al corpo femminile. Jon Hopkins, pianista di formazione classica e acclamato produttore di musica elettronica, ha testato su se stesso un metodo di autoipnosi. Il finlandese Esa-Pekka Salonen, che dirige la London Philharmonia Orchestra, ha invece creato un’app per iPad che invoglia gli ascoltatori ad apprezzare le opere sinfoniche.

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