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Al Mart di Rovereto “I pittori della luce” esplora un periodo dell’arte italiana, tra il Divisionismo e il Futurismo, che ha regalato capolavori assoluti. Da riscoprire.
Il Trentino Alto Adige è una meta che regala paesaggi naturali senza pari, montagne e valli meravigliose, ma è anche una regione viva e vitale dal punto di vista artistico e culturale e il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, è uno dei suoi gioielli più splendenti. Quest’estate la proposta di grande qualità è la mostra I pittori della luce. Dal Divisionismo al Futurismo, che racconta un periodo artistico poco valorizzato ma di indubbia importanza e suggestione.
Una mostra sorprendente, per la qualità delle opere esposte e per ciò che queste tele riescono, da sole, a raccontare: I pittori della luce ha il grande merito di dare luce a un periodo della storia dell’arte italiana meno conosciuto di altri ma non per questo di minor valore. Parliamo degli anni che vanno dalla fine del Diciannovesimo secolo all’inizio del Ventesimo che introducono il rivoluzionario cambiamento di mentalità su cui poggiano le basi le Avanguardie del ’900, in particolare il Futurismo. Nel giro di pochi decenni, il Divisionismo evolve naturalmente nel Futurismo, definendo la nascita della pittura moderna in Italia.
Divisionismo e Futurismo sono legati da una attenta ricerca sulla luce e sul colore che sarà capace di farli emergere rispetto a tutti i precedenti movimenti e di avere una forza tale da influenzare non solo l’arte ma tutti gli ambiti culturali del tempo.
Gli esponenti di quegli anni, in mostra al Mart, sono nomi che hanno lasciato il segno: Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Gaetano Previati, Giovanni Segantini, Gino Severini. Altri, meno noti al grande pubblico, ma ugualmenti fondanti, completano un percorso chiaro e lineare su ciò che sono stati quegli anni di grandi cambiamenti nel mondo della pittura italiana.
Il Divisionismo è certamente fondamento della nostra modernità: è in questo periodo infatti che si fa più importante la ricerca sulla percezione ottica e sul colore che porterà a grandi innovazioni tecniche nella pittura e nell’arte in genere. Il colore comincia a essere applicato puro per raccontare aspetti diversi: da una parte il realismo della pittura sociale, dall’altra il simbolismo e la prima idea di futuro.
I divisionisti sono già visti come rivoluzionari, soprattutto per la tecnica utilizzata e per la capacità, unica, di creare empatia, di generare un’atmosfera stringente tra sentimento e rappresentazione.
I futuristi saranno capaci di indicarci un modo diverso di guardare le cose: le luci che rappresentano sono sia quelle astratte, cosmiche dell’immaginario, che quelle del giorno, di ciò che ci circonda. Un Futurismo presentato come movimento di continuità con gli altri di fine Ottocento, che quindi racconta il progresso che nasce dal dialogo e non solo dalla negazione o distruzione di ciò che è stato prima.
Importante ricordare che il Mart possiede una delle migliori collezioni di opere del Futurismo e non è quindi un caso che questa mostra sia stata pensata e organizzata qui anche se con l’apporto e i prestiti di altri grandi musei e la preziosa collaborazione di Fondazione Mapfre di Madrid.
La mostra è visitabile fino al 9 ttobre, il biglietto costa 11€, questi gli orari: martedì – domenica 10.00 – 18.00, venerdì 10.00 – 21.00, lunedì chiuso.
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