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Porta di Lampedusa, qual è il significato del monumento che accoglie i migranti in Italia

La Porta di Lampedusa è il monumento voluto dall’ong Amani in onore dei migranti. Ecco qual è il suo significato.

“Chiudere questa porta vorrebbe dire chiudersi alla storia e al futuro”. Sono le parole di padre Renato “Kizito” Sesana, fondatore di Koinonia community – comunità che in Africa si batte per dare una seconda opportunità ai bambini di strada – parlando della Porta di Lampedusa che, come la Statua della libertà a New York, accoglie chi arriva sull’isola. Molto, troppo spesso compiere quel viaggio ha un prezzo elevato, che si paga con la propria vita. Il monumento, infatti, è dedicato alla memoria dei migranti che hanno perso la vita in mare.

porta di lampedusa
La Porta di Lampedusa © Tullio M. Puglia/Getty Images

La poesia di Alda Merini per l’inaugurazione della Porta di Lampedusa

La Porta di Lampedusa – Porta d’Europa è nata dalla volontà di Arnoldo Mosca Mondadori, editore, e di Amani, l’ong con sede a Milano che insieme a Koinonia ha aiutato a costruire e continua a sostenere case di accoglienza, centri educativi, scolastici e professionali in Kenya e Zambia. Il monumento, ideato da Domenico Paladino con ferro zincato e ceramica refrattaria, è alto cinque metri e largo tre ed è stato inaugurato il 28 giugno del 2008. Per l’occasione, la poetessa Alda Merini scrisse:

Una volta sognai
di essere una tartaruga gigante
con scheletro d’avorio
che trascinava bimbi e piccini e alghe
e rifiuti e fiori
e tutti si aggrappavano a me,
sulla mia scorza dura.

Ero una tartaruga che barcollava
sotto il peso dell’amore
molto lenta a capire
e svelta a benedire.

Così, figli miei,
una volta vi hanno buttato nell’acqua
e voi vi siete aggrappati al mio guscio
e io vi ho portati in salvo
perché questa testuggine marina
è la terra
che vi salva
dalla morte dell’acqua.

Un monumento per non dimenticare

Dalla sua nascita sono passati esattamente dieci anni, ma quello che la Porta di Lampedusa simboleggia è più che mai attuale. È fatta per non dimenticare famiglie che vengono inghiottite dagli abissi senza lasciare un ricordo: dal 1993 ad oggi, almeno 27mila persone sono annegate nel tentativo di raggiungere l’Europa. E fa riflettere sul fatto che tante volte l’insicurezza ci spinge a chiudere la porta a chiave, ma i momenti più belli li passiamo quando a casa abbiamo ospiti. “Non possiamo più pensare al nostro piccolo mondo come al centro dell’universo, ma vediamo che al di là dei nostri confini, che perdono sempre più di significato, c’è un nuovo grande mondo ribollente di vita”, prosegue padre Kizito. 

La statua più famosa di New York ha in mano una torcia, simbolo del fuoco eterno della libertà cercata da chi fugge. Serve, idealmente, per far luce alle navi che arrivano in porto – un po’ come il faro di Capo grecale a Lampedusa. E nemmeno quello si spegnerà.

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