Portorico: saranno piantati 750mila alberi contro i disastri naturali

L’isola caraibica ha avviato un ambizioso progetto di riforestazione per proteggere il territorio da uragani e alluvioni.

Per secoli Portorico è stata un’unica lussureggiante macchia verde, poi l’arrivo dei coloni spagnoli ha letteralmente spogliato l’isola attraverso una massiccia deforestazione, come in molte altre zone dei Caraibi. Ottanta anni fa appena il 6 per cento della superficie nazionale era coperto da alberi, ma oggi parte dell’antica rigogliosità sta tornando grazie ai numerosi interventi di riforestazione.

Messa a dimora di un giovane albero a Portorico
Il progetto di riforestazione sostenuto dalla ong Para la Naturaleza prevedela piantumazione di specie esclusivamente endemiche © Lilibeth Serrano, USFWS/Flickr

Ristabilire la resilienza

Le foreste portoricane hanno anche subito la violenza degli uragani Irma e Maria, che nel giro di poche settimane nel settembre del 2017 hanno provocato devastazione e migliaia di morti. “Abbiamo perso oltre 31 milioni di alberi durante entrambi gli uragani – ha affermato il direttore della ong portoricana Para la Naturaleza (Pln), Fernando Lloveras. – Una delle cose che abbiamo capito subito è che la ripresa ecologica è stata una specie di ispirazione per il recupero umano”. Il ripristino delle foreste servirebbe anche per migliorare la resilienza di Portorico, rendendola meno esposta alla violenza dei fenomeni climatici estremi che, a causa dei cambiamenti climatici, sono ormai sempre più frequenti.

Portorico verde e protetta

Para la Naturaleza ha avviato i lavori per raggiungere l’ambizioso obiettivo di piantare 750mila alberi di specie native ed endemiche e far sì che il 33 per cento del territorio portoricano sia protetto entro il 2033. L’opera di rimboschimento è ora in corso a Comerío, città situata nella regione centrale dell’isola, grazie all’impegno degli studenti della scuola pubblica Juana Colón. Gli studenti stanno studiando le scienze naturali in classe e allo stesso tempo stanno dando vita ad una foresta all’interno della scuola, piantando alberi per trattenere i sedimenti e prevenire l’erosione, in vista di inondazioni future.

 

Un dono ai portoricani di domani

Il restauro dei meccanismi ecologici spezzati determina una serie di ricadute positive sull’intero ecosistema, la messa dimora di alberi nativi implica infatti anche il ritorno della fauna selvatica nell’area. Si tratta di un processo graduale e far tornare le foreste dell’isola agli antichi fasti richiede molto tempo. “Le specie native ed endemiche dei Caraibi crescono lentamente – ha spiegato Manuel Sepúlveda Vázquez, coordinatore di Para la Naturaleza. – L’intero processo potrebbe richiedere da un secolo a 150 anni, non vedremo il risultato del nostro lavoro, i miei figli non lo vedranno. Ma i miei nipotini potrebbero vederlo”.  

Ritorno al futuro delle foreste

La visione dietro la grande opera di riforestazione sostenuta dall’organizzazione portoricana consiste dunque non nel ripristinare le foreste distrutte dagli uragani dello scorso anno, ma far sì che somiglino a come erano prima dell’avvento dei coloni. Per questo si è scelto di piantare esclusivamente specie locali, come il balatà (Manilkara bidentata), che cresce molto lentamente ma è famoso per il legno straordinariamente forte che affonda nell’acqua.

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