Expo Milano 2015 lascerà dietro di sé tutta una serie di iniziative, di sfide e di buone pratiche capaci di ridurre l’impatto ambientale dell’intera Esposizione. Un esempio per le future organizzazioni che dovranno gestire i prossimi “grandi eventi”.
Destinazione a fine vita dei padiglioni, materiali impiegati, energia utilizzata. Per questo già all’inizio dell’Esposizione universale è stato lanciato “Towards a Sustainable Expo” una sorta di contest, per rendere tangibili iniziative volte all’efficientamento dei consumi energetici e idrici, all’utilizzo di fonti rinnovabili, all’impiego di materiali riciclabili, ai progetti di riuso dei padiglioni.
“Abbiamo pubblicato diverse Linee Guida per indirizzare le scelte nella fase di progettazione e costruzione dei padiglioni e anche nella fase di acquisto dei beni e servizi utili per una esposizione dedicata all’alimentazione ed alla sostenibilità” spiega Gloria Zavatta, sustainability manager di Expo Milano 2015. “Si è trattato di un gran lavoro perché queste venissero capite ed applicate. Si è lavorato molto sul dialogo, per far crescere la consapevolezza”.
Così il padiglione del Messico, già a giugno, è stato premiato per l’architettura sostenibile, grazie alla tripla membrana che ricopre l’intera superficie del padiglione e che permette di sfruttare al massimo la luce naturale, riducendo così il consumo di energia elettrica.
Mentre è il Cile a fare incetta di premi, vincendo ben tre categorie, in quanto si è “distinto per l’uso di legno certificato Fsc, per l’offerta di alimenti biologici e prodotti realizzati dai piccoli produttori locali, e per la compensazione della CO2”.
Il padiglione Coca Cola si è aggiudicato due premi: uno nella categoria architettura sostenibile, grazie alla soluzioni adottate – niente aria condizionata, ad esempio, ma un sistema che sfrutta la parete d’acqua per regolare la temperatura interna – e in particolare alla seconda vita del padiglione, che diventerà un campo da basket donato alla città di Milano. L’altro relativo agli allestimenti, agli imballaggi utilizzati e ai prodotti di merchandising proposti, legati a progetti di cooperazione e sostenibilità.
Naturalmente è il Future Food Discrict di Coop uno dei padiglioni a vincere nella categoria dedicata alla sostenibilità del cibo, grazie agli esempi proposti di agricoltura alternativa capaci di aumentare le superfici coltivabili e di ridurre il consumo di acqua, alle diverse iniziative didattiche e a un sistema informativo innovativo sui prodotti.
A poche settimana dalla conclusione di Expo Milano 2015, si comincia a tirarne le somme. E al di là di tutte le critiche – più o meno costruttive – è possibile affermare come molte di queste iniziative e soluzioni possano considerarsi un successo.
Forte di due certificazioni sulla gestione ambientale dell’evento e con il 67% di raccolta differenziata in media (e l’intero ultimo trimestre al 70%), siamo in testa alla classifica dei grandi eventi più attenti all’ambiente. L’esposizione universale di Milano ha fatto meglio dei Giochi Olimpici di Londra 2012, che hanno registrato il 62% di differenziata e una
A un mese dalla chiusura di Expo, annunciata la destinazione del padiglione Coca Cola, che tornerà a seconda vita come promesso. Gratuitamente e a disposizione degli appassionati di basket.
Dopo la Carta di Milano, a Expo Milano 2015 nasce il manifesto sull’agricoltura biologica: la Carta del Bio. Per nutrire il pianeta e proteggere la terra.
L’agricoltura biologica in Perù, che rispetta la terra e chi la coltiva, ha permesso ai contadini peruviani di uscire dalla povertà e dal narcotraffico.
Concluso uno degli appuntamenti più importanti di Expo nella Giornata mondiale dell’alimentazione. Mattarella: “Nutrire il pianeta è la sfida epocale che abbiamo di fronte”.
L’edizione del 2015 è dedicata alla protezione sociale per enfatizzarne l’importanza nel combattere la povertà rurale e nell’assicurare l’accesso al cibo.
Dal 15 ottobre Milano ospita una mostra fotografica molto particolare: una selezione di venti scatti di Peter Caton rappresentativi di come sia possibile coltivare (e mangiare) cibo senza inquinare.