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Milano, un’ibrida formato famiglia e il responsabile scientifico di LifeGate. Le città del futuro raccontate (al volante) in una videointervista
Ci sono persone che non hanno ancora ben chiaro cos’è un’auto ibrida. Perché raggiunge un’efficienza così elevata. Perché quel suo “miscelare” un motore a benzina e la trazione elettrica è un passo evolutivo che ha segnato una svolta nel mondo automobilistico. Un’evoluzione al momento certo più razionale (e sostenibile) dell’elettrificazione dell’auto su cui sembrano ormai tutti concentrati. E poi, c’è chi un’auto ibrida la guida da oltre dieci anni. Che ne conosce ogni pregio. Ogni difetto. E che per questo, oggi non guiderebbe più nient’altro. La serie di videointerviste (con test drive esperienziale annesso) alla scoperta del rapporto fra auto e LifeGater termina con Simone Molteni, responsabile scientifico LifeGate e direttore generale LifeGate Energy, l’energia rinnovabile per privati e aziende.
Di lui che dei temi della sostenibilità ha fatto un credo in anni non sospetti, abbiamo letteralmente approfittato. E a bordo di una Auris Touring Sports Hybrid, l’ibrida formato famiglia di Toyota, in un viaggio alle porte di Milano gli abbiamo chiesto del suo rapporto con l’auto. Dell’energia (sua grande passione). E di raccontarci con semplicità il senso di quelle smart city di cui si parla tanto e che – almeno in Italia – sono ancora lontanissime.
Il termine smart city è sulla bocca di tutti. I giornali, la televisione, gli esperti e i non esperti parlano ogni giorno di smart city, di città intelligente, ma in pochi davvero conoscono il significato concreto di questo modo di costruire le città. “E’ un concetto innovativo ma abbastanza complesso da comprendere – spiega Simone Molteni – noi viviamo in città sprecone, stupide, che dissipano energia continuamente e sono passive. Una smart city invece è una città che è capace di ‘sentire’, di reagire grazie a una serie di sensori e antenne distribuite sul territorio”. Fra qualche anno potremmo passeggiare per le strade e trovare pattumiere collegate a sistemi di compostaggio sotterranei. Con un click, potremmo parcheggiare l’automobile fuori dalle città e raggiungere in pochi minuti il centro, mentre controlliamo il consumo energetico delle nostre abitazioni con un’app scaricata sullo smartphone. “Perché tutto questo sia possibile una smart city deve dotarsi di una smart grid, ossia di una rete elettrica capace di ridistribuire i carichi e la produzione di energia per ottimizzare al meglio la produzione e lo stoccaggio”, sottolinea Molteni. E in Italia? “Sicuramente Milano è la candidata migliore. E il modello testato durante Expo è stato un esperimento molto interessante”.
Auto come la Auris ibrida da anni propongono una tecnologia che premia i consumi e le emissioni, specie in ambiti urbani. Parliamo del sistema Hybrid Synergy drive, un sistema che prevede due sistemi di propulsione: un motore a benzina da 1.8 litri e un silenzioso motore elettrico. “La cosa bella è che tu non devi fare nulla, solo guidare”, racconta Simone al volante della Auris. Infatti è il sistema che in modo semplice e automatico sceglie fra i due motori, a seconda delle specifiche esigenze di guida.
Con un comando sul tunnel vicino al cambio è possibile scegliere fra tre opzioni, EV, Eco e Power, in questo modo è possibile scegliere anche il solo funzionamento in elettrico. Si tratta di un’autonomia limitata, ma sufficiente per gustarsi una guida silenziosa e senza emissioni. “E proprio le emissioni sono un tema molto sentito dagli italiani che infatti nell’Osservatorio nazionale sugli stili di vita sostenibili mettono la qualità dell’aria e l’inquinamento fra le maggiori priorità da risolvere”. La cosa bella è che guidare un’ibrida riserva anche piacevoli sorprese. 136 cavalli non sono pochi. Anche 180 chilometri orari di velocità massima sono una velocità adeguata, specie se dall’altra parte ci sono consumi vicini ai 25 chilometri con un litro. “Guido una ibrida da anni e le prestazioni non sono certo la priorità per me, anche se – ammette Simone – al pulsante Power non rinuncerei mai”.
C’è spazio sulla Toyota Auris Touring. E c’è luce. Specie se si sceglie di avere il tetto panoramico, una finestra sul cielo che piace molto ai bambini, che viaggiano col naso all’insù a caccia di stelle e di nuvole. E poi c’è la praticità. C’è un sistema che permette di ripiegare i sedili tirando una leva. C’è un doppio fondo sotto il piano di carico che aumenta di molto la praticità. Quanto ai lussi, nell’allestimento Lounge ci sono fari a led che migliorano di molto la visibilità notturna, i vetri scuri posteriori (per chi ha bambini e animali sono utilissimi nella stagione calda), i sensori di parcheggio per manovre più semplici. E per i freddolosi, ci sono anche i sedili riscaldati in misto pelle/tessuto.
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