Animal Equality

Pulcini maschi: il divieto di uccisione rischia di non essere rispettato, ecco cosa succede

Nell’agosto del 2022 il Parlamento ha approvato in via definitiva, con un voto decisivo per la storia delle leggi sul benessere animale in Italia, lo stop all’abbattimento dei pulcini maschi entro la fine del 2026

I pulcini maschi che vengono abbattuti all’interno dell’industria delle uova sono oltre trenta milioni ogni anno, questi cuccioli sono considerati inutili perché incapaci di produrre uova, visto il loro sesso, e vengono quindi crudelmente uccisi nelle prime 24 ore di vita, soffocati o triturati.

Ora, ad un anno dall’approvazione del divieto siamo di fronte al rischio concreto che questo non venga rispettato: il Governo, infatti, deve ancora pubblicare i decreti attuativi, quelli che permettono alle leggi di “funzionare” davvero.
La scadenza per l’emanazione di questi decreti è stabilita entro un anno dalla promulgazione della legge, quindi i decreti dovrebbero essere emanati entro settembre 2023. Se questo non avvenisse la legge potrebbe essere rimessa in discussione e i pulcini maschi continuerebbero a soffrire ogni giorno.
Non è l’unico rischio: i decreti attuativi, infatti, devono contenere le indicazioni e le raccomandazioni che noi di Animal Equality, insieme ad altre organizzazioni, abbiamo fornito. In caso contrario i decreti risulterebbero redatti in modo incompleto o scorretto e questo potrebbe avvantaggiare ancora una volta l’industria e i suoi interessi, a discapito degli animali.

Stop alla strage dei pulcini maschi

Quando nel 2020 Animal Equality ha avviato la campagna “Stop strage dei pulcini maschi” oltre 110mila cittadini italiani si sono schierati contro l’uccisione dei pulcini maschi nell’industria delle uova, firmando la petizione rivolta al Governo.
Il momento storico dell’approvazione della legge che vieta questa crudeltà è stato quindi il frutto del lavoro delle organizzazioni, ma anche della volontà delle istituzioni di dare risposta ai cittadini, che non sono più disposti a tollerare una simile pratica.

Come Animal Equality, insieme ad altre organizzazioni che si battono per la protezione dei diritti degli animali in Italia e in Europa, come Compassion in World Farming, Essere Animali, Animal
Law e Lav, chiediamo alle istituzioni di non voltarsi dall’altra parte, ma di prendere atto della decisione del Parlamento e della volontà di migliaia di cittadini.

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