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Entro il 2040 i i cambiamenti climatici e l’aumento della popolazione causeranno gravi mancanze d’acqua nel Regno Unito, che potrebbe quindi perdere la sua reputazione di paese “umido”.
Tra soli 25 anni il Regno Unito potrebbe trovarsi a corto di acqua. L’avvertimento che arriva da sir James Bevan, amministratore delegato dell’Agenzia britannica dell’ambiente. La diminuzione delle risorse idriche causata dai cambiamenti climatici e l’aumento della popolazione e della richiesta di questa risorsa potrebbero infatti portare alla siccità, a meno che non si raggiungano drastici obiettivi di efficienza. Malgrado queste previsioni nefaste, c’è ancora una speranza all’orizzonte. Ridurre di un terzo i consumi, dimezzare gli sprechi delle tubature, costruire impianti di desalinizzazione e nuove riserve, oltre ad aumentare i trasferimenti tra i paesi all’interno del Regno Unito potrebbero attenuare questo scenario drammatico.
“We all need to use less water and use it more efficiently.” Head of the Environment Agency, has warned that without drastic action the UK could run short on water within 25 years! Read the full BBC article here: https://t.co/VrkcfscDiB
— Earthwatch Europe (@Earthwatch_Eur) March 19, 2019
Entro il 2040 le temperature di più della metà delle estati inglesi supereranno quelle dell’ondata di calore da record del 2003, che ha causato la morte di 20mila persone in Europa, provocando ulteriori carenze idriche e una possibile riduzione stagionale fino al 50-80 per cento del livello di alcuni fiumi. Questo è ciò che ha riportato Bevan durante il suo discorso ad una conferenza dell’ong Waterwise che si è tenuta a Londra il 18 e il 19 marzo. I cambiamenti climatici sono infatti riconosciuti come il più grande fattore di rischio per le operazioni svolte dalle aziende del settore idrico.
Attualmente, la quantità di acqua utilizzata da ogni cittadino del Regno Unito si aggira intorno ai 140-150 litri al giorno, quindi sono circa 9,4 miliardi i litri consumati in tutto il paese. Ciò che aggrava ulteriormente questo problema già allarmante sono le previsioni dell’aumento della popolazione: dagli attuali 66.850.000 abitanti a 75 milioni entro il 2050. 8 milioni di persone in più aumenterebbero sicuramente la domanda di acqua. Se il consumo medio rimanesse stabile, significherebbe un uso giornaliero di 10,6 miliardi di litri nel Regno Unito, ovvero 1,2 miliardi di acqua in più ogni giorno. Per limitare le conseguenze di questa crescita, il consumo dovrebbe essere diminuito di almeno 40 litri al giorno per persona, ad esempio consumando questa risorsa più coscienziosamente nelle proprie case e nei giardini tanto amati dai cittadini britannici.
Oltre ai cambiamenti che ogni cittadino può attuare, le aziende idriche sono altrettanto responsabili per il miglioramento generale del sistema. Se le aziende idriche vorranno rispettare le regole imposte dall’Ofwat, il regolatore economico del settore in Inghilterra e nel Galles, le perdite nelle tubature dovranno essere ridotte del 15 per cento entro il 2020. Mentre in passato alcune aziende hanno ricevuto multe esorbitanti per non essere riuscite a raggiungere questi obiettivi, altre hanno dichiarato pubblicamente che intendono dimezzare le perdite entro il 2050, afferma Michael Roberts, amministratore delegato di Water UK, che lavora con il governo, le aziende e gli azionisti per creare leggi che regolamentino questa problematica.
Anche la disparità di distribuzione idrica deve essere affrontata attraverso i trasferimenti all’interno del Regno Unito, considerato che attualmente solo il 4 per cento delle risorse è redistribuito tra le aziende attraverso tubature e canali. Fortunatamente per alcune aree come il sud-est, sono in fase di sviluppo 20 nuovi progetti di trasferimento idrico. Inoltre, se il Regno Unito intende soddisfare la crescente domanda d’acqua, servono nuove centrali di desalinizzazione. Per ora ne esiste solo una, la Thames Water’s Beckton plant a Londra, ma altre quattro potrebbero essere attivate entro il 2050.
Tuttavia, il più grande ostacolo sulla strada per il cambiamento è rappresentato dalla costruzione di nuove mega-riserve, “principalmente a causa della difficoltà di pianificazione e degli ostacoli legali, oltre ad una feroce opposizione locale”, afferma Bevan. Ci sono dei piani in atto per velocizzare il processo, anche se questo causerà delle controversie.
Water Abstraction Statistics: England 2000 to 2017 were published at 09.30 todayhttps://t.co/qlGUHXc7R7
— DefraStats (@DefraStats) March 14, 2019
“Incontreremo delle difficoltà politiche, mentre sul piano economico dovrebbe essere più semplice”, afferma Bevan. L’esperto spiega che gli investimenti sarebbero decisamente inferiori rispetto al costo di un mancato aumento della stabilità idrica. Il primo infatti costerebbe 4 sterline (4,66 euro) per famiglia, contro le 100 sterline (più di 116 euro) in caso di grave siccità.
Dobbiamo inoltre ricordarci che è molto importante proteggere l’ambiente da un’eccessiva estrazione idrica, ovvero il processo di prelevare l’acqua da una risorsa. “Le proposte del governo sono necessarie se vogliamo trovare un equilibrio tra i bisogni della gente e quelli dell’ambiente”, ha affermato Tom Lancaster della Royal society for the protection of birds.
È evidente che esiste un’intricata rete di problemi che devono essere affrontati al più presto se il Regno Unito vuole mantenere la sua reputazione di paese “umido”. Tuttavia, chiunque può unirsi alla battaglia per creare dei cambiamenti positivi, a partire dalle azioni quotidiane in casa propria. Ad esempio, come suggerito in una lista di consigli per risparmiare acqua stilata da Waterwise, installare docce efficienti, evitare l’uso di impianti di irrigazione in giardino o anche semplicemente chiudere il rubinetto quando ci si lava i denti, un vecchio consiglio per chiunque voglia adottare uno stile di vita più sostenibile.
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