Alla ricerca dell’unicorno asiatico: la storia del saola

Il saola è una specie animale che vive nel Sudest asiatico. Oltre ad essere molto misterioso, è anche a rischio di estinzione.

  • Il saola (Pseudoryx nghetinhensis), della famiglia dei bovidi, è uno dei mammiferi più rari del mondo, tanto da essersi guadagnato il soprannome di “unicorno asiatico”.
  • La specie rischia l’estinzione per colpa del bracconaggio, per questo le associazioni si stanno battendo per identificare tutti gli esemplari esistenti e mettere a punto delle strategie per proteggerli.

Il saola è un animale originario del Sudest asiatico che è così raro da essersi guadagnato il soprannome di “unicorno asiatico”. Somigliante alle antilopi, pesa fra gli ottanta e i cento chili ed è dotato di due piccole corna; fra le sue caratteristiche anche alcune macchie bianche che ricoprono il muso e lo rendono pressoché unico. L’ultimo avvistamento di un saola risaliva al 2013 in Vietnam, ma ora nuove segnalazioni nell’area hanno riportato l’animale al centro dell’attenzione. E questa non è, purtroppo, una buona notizia: i saola sono sempre di meno e sono stati catalogati come specie a rischio di estinzione. Per questo alcune associazioni stanno lavorando al fine di salvare il misterioso “unicorno”.

I saola e il Vietnam

Il saola è stato scoperto nel 1992: in quell’anno fu la prima specie ad essere aggiunta all’elenco scientifico dei grandi mammiferi in più di cinquant’anni, secondo il World wildlife fund (Wwf). Questi animali vivono principalmente nella riserva vietnamita di Vũ Quang; nel 2001 la popolazione di saola in Vietnam era stimata in diverse centinaia, mentre nel vicino Laos ci sarebbero state tra le settanta e le cento unità. Stime più recenti da parte di esperti hanno indicato il numero totale in meno di cento Pseudoryx nghetinhensis, questo il nome scientifico dell’animale. Il declino è dovuto a una motivazione ben conosciuta: si ritiene che la popolazione di saola sia diminuita in modo massiccio a causa del bracconaggio commerciale della fauna selvatica, esploso in Vietnam a partire dalla metà degli anni Novanta. Anche se i saola non sono direttamente presi di mira dai bracconieri, finiscono ugualmente in trappole e battute di caccia che ne mettono a rischio l’esistenza.

“Abbiamo urgentemente bisogno di coordinare un progetto senza precedenti di rilevamento della specie e di promuovere una collaborazione aperta per colmare il divario tra scienza e conservazione, se vogliamo salvare i saola dall’estinzione. Ciò include anche portare competenze internazionali e imparare lezioni da esperienze positive in tutto il mondo sul salvataggio di specie sull’orlo dell’estinzione prima che sia troppo tardi”, ha detto Carolina Soto-Navarro, coordinatrice dell’associazione Saola working group Vietnam. Vi sono notizie recenti di abitanti dei villaggi vicino alla riserva che hanno cercato di tenere gli animali in cattività, ma gli esemplari sono morti dopo poche settimane, probabilmente a causa di una dieta sbagliata.

Le organizzazioni che si battono per la salvaguardia devono prima pensare a scovarli: i volontari perlustrano da mesi le montagne della catena Annamita, un’importante catena montuosa che si estende per circa mille chilometri attraverso il Laos, il Vietnam e la Cambogia nord-orientale. Proprio le stesse aree dove il bracconaggio si è intensificato. Eppure, gli animali continuano a essere elusivi: tra il 2017 e il 2019, Saola working group ha effettuato un’intensa ricerca utilizzando trecento fototrappole in un’area di venti chilometri quadrati, ma nessuna delle milioni di fotografie scattate ha inquadrato un saola.

Le organizzazioni impegnate nella ricerca

Un’altra organizzazione, la Saola foundation, sta raccogliendo fondi per una nuova iniziativa che addestrerebbe dei cani a rilevare i segni di saola come lo sterco. Tutti i campioni sarebbero quindi studiati in loco utilizzando kit di test specifici per il dna di questa specie, sviluppati in collaborazione con l’istituto Molecular laboratory della Wildlife conservation society a New York. Se i kit dovessero restituire un risultato positivo entro un’ora, gli esperti alla ricerca di questi animali selvatici inizierebbero a cercare soprattutto nella zona indicata. In caso di successo, i saola catturati verranno portati in un centro di riproduzione in cattività sviluppato dal governo vietnamita nel parco nazionale di Bạch Mã, nel Vietnam centrale. Ma prima di tutto ciò bisogna trovare gli esemplari di “unicorno asiatico”: da animali elusivi a specie estinta rischia di essere un passaggio troppo breve.

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