
Il costruttore New Holland prosegue lo sviluppo del primo trattore a biometano. L’obiettivo? Rendere energeticamente indipendenti le aziende agricole grazie alla produzione di carburante pulito
Entro il 2020 la produzione mondiale di energia elettrica da fonti rinnovabili aumenterà del 45 per cento. Gli obiettivi sono liberare il pianeta dalla dipendenza dalle fonti fossili e combattere il cambiamento climatico.
Nel Medium-Term Renewable Energy Market Report 2014, l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) afferma che entro 6 anni l’energia eolica, solare e idrica costituirà il 26 per cento della produzione energetica mondiale, grazie anche l’aumento della potenza degli impianti del 50 per cento. Secondo i dati del settembre 2014 la produzione globale di energia rinnovabile ancora non ha superato quella dell’energia ottenuta dal gas (22 per cento nel 2013), ma costituisce l’80 per cento dell’approvvigionamento energetico dei paesi aderenti all’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).
L’energia solare potrebbe diventare la prima fonte di elettricità entro 2050, per via dell’evoluzione delle tecnologie e del continuo abbassamento dei costi di produzione. Il 16 per cento dell’elettricità mondiale verrà generata da impianti fotovoltaici, mentre il solare termodinamico conterà per un altro 11 per cento.
Tutto è nelle mani dei governi dei paesi non Ocse, Stati in cui il ruolo dei combustibili fossili è ancora preponderante per il fabbisogno energetico nazionale. Maria van der Hoeven, direttore esecutivo dell’Aie, spiega il perché: “le rinnovabili sono necessarie per la sicurezza energetica, tuttavia, proprio nel momento in cui diventano economicamente competitive, cresce il numero di casi in cui l’incertezza normativa ha un’influenza sui mercati. In molti casi le rinnovabili non hanno più bisogno di alti livelli di incentivi ma di un contesto di mercato che assicuri un rendimento ragionevole e prevedibile per gli investitori”.
La sfida delle rinnovabili è raggiungere un’innovazione tecnologica tale da poter diversificare le fonti di produzione energetica in paesi come la Russia e la Cina, in cui le fonti non rinnovabili costituiscono un’opportunità competitiva per l’economia nazionale.
La consapevolezza che le fonti rinnovabili, la geotermia e le biomasse costituiscono una soluzione ai problemi ambientali che coinvolgono il pianeta ha suscitato l’interesse degli investitori. Fino al 2020, secondo le stime dell’Aie, verranno elargiti 230 miliardi di dollari l’anno per migliorare la qualità della produzione e per potenziare l’offerta energetica dei Paesi.
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L’annuncio è arrivato il 4 gennaio dal governo di Washington: saranno concesse 47 nuove autorizzazioni per trivellazioni offshore alla ricerca di gas e petrolio.
Il petrolio spaventa gli investitori. Il fondo più grande al mondo che ha costruito le sue fortune sui combustibili fossili ha deciso di azzerare tutti i suoi investimenti nel settore oil&gas, perché considerati economicamente troppo rischiosi.
I ricercatori dell’Università di Bath in Regno Unito hanno messo a punto un metodo rivoluzionario in grado di produrre plastica ecosostenibile dagli aghi di pino.
Il fabbisogno di energia nel mondo è in crescita: entro il 2040, l’Agenzia Internazionale dell’Energia stima un aumento dei consumi del 30 per cento. Ancora lontano l’addio al petrolio, ma le rinnovabili soddisferanno il 40 per cento della domanda mondiale.
1,5 centesimi di euro al chilowattora è il nuovo record minimo per l’energia solare prodotta. I prezzi stanno diminuendo così in fretta da stracciare i prezzi dello scorso anno.
Venticinque anni dopo un primo allarme, gli scienziati di tutto il mondo lanciano un secondo avvertimento all’umanità sullo stato del Pianeta. Nel 1992 i premi Nobel riuniti nell’organizzazione ‘Union of Concerned Scientists’ assieme a oltre 1.700 firmatari misero in guardia sul fatto che l’impatto delle attività umane sull’ambiente avrebbero probabilmente provocato grandi sofferenze e danneggiato il Pianeta in modo irrimediabile. Oggi, va peggio. E a dirlo sono 15mila scienziati.
Il cambiamento parte dal confronto. L’intervista all’assessore alla Mobilità e all’Ambiente Marco Granelli che ha partecipato alla presentazione del primo osservatorio per una Milano sostenibile.
L’Organizzazione meteorologica mondiale conferma l’ennesimo record negativo per quanto riguarda la concentrazione di CO2 in atmosfera, ormai stabile sopra le 400 ppm.