Marco Granelli. Il primo ingrediente per una Milano sostenibile è il confronto

Il cambiamento parte dal confronto. L’intervista all’assessore alla Mobilità e all’Ambiente Marco Granelli che ha partecipato alla presentazione del primo osservatorio per una Milano sostenibile.

Integrazione e confronto, visione e cambiamento. Sono gli ingredienti fondamentali della ricetta per una Milano sostenibile. Temi che hanno bisogno dell’impegno di tutti i protagonisti, dai cittadini alle istituzioni, passando per il ruolo fondamentale delle imprese. Insieme al vicepresidente di Confcommercio Milano Simonpaolo Buongiardino e alla presidente di MITO Anna Gastel anche Marco Granelli, assessore alla Mobilità e all’Ambiente del comune di Milano, ha portato la sua esperienza alla presentazione del primo osservatorio Milano Sostenibile realizzato da LifeGate in collaborazione con l’istituto Eumetra Monterosa, che ha analizzato il livello di conoscenza e di interesse dei cittadini milanesi in merito alle tematiche della sostenibilità.

Simona Roveda insieme ad Anna Gastel e Marco Granelli
La direttrice editoriale di LifeGate Simona Roveda insieme ad Anna Gastel e a Marco Granelli, assessore a Mobilità e Ambiente del comune di Milano © Maria Spanò/LifeGate

Chi usa i trasporti pubblici a Milano sono soprattutto pendolari e turisti, cioè chi vive la città pur non vivendoci. Cosa sta cambiando per loro, lato mobilità sostenibile?
Il futuro della mobilità milanese non riguarda solo i residenti, ma anche chi viene da fuori. Oggi solo il 30 per cento dei pendolari – per studio o per lavoro – usa i mezzi pubblici, gli altri preferiscono l’auto privata. Per questo dobbiamo investire su infrastrutture e trovare il modo di migliorare tutto ciò che concerne l’integrazione delle tariffe e le modalità di pagamento con servizi più innovativi, come le app per smartphone che incentivano l’utilizzo del mezzo pubblico non solo da parte dei residenti, ma anche di chi vive Milano pur abitando fuori città o vivendola temporaneamente. Bisogna investire sulle metropolitane che escono dai confini. Per i prossimi 15 anni costruiremo 35 chilometri di metropolitane e tram, compresa la M4 che stiamo già realizzando e collegherà Milano con Monza e con la Brianza, a nord.

Per questo l’ultimo tratto della metropolitana fino a Monza comprenderà anche la realizzazione di un parcheggio. Come funziona l’integrazione e il coordinamento tra i comuni?
Noi stiamo lavorando con la città metropolitana, che purtroppo è un’entità istituzionale debole. Ma molto di più coi sindaci dei comuni fuori Milano proprio per riuscire a creare rete. Bisogna superare il fatto che ci sono i cittadini “miei” e quelli di un altro comune. In realtà i cittadini non conoscono confini, sono sempre gli stessi e si muovono quotidianamente. Il loro concetto di istituzione supera la dinamica comunale e quindi dobbiamo lavorare di più in modo coordinato per riuscire a dare una risposta reale, concreta. Se risultiamo credibili, il cittadino è disposto a fare un sacrificio e cambiare abitudini scegliendo l’elettrico o il mezzo di trasporto pubblico, la bici al posto dell’auto. Le istituzioni devono lavorare insieme in tal senso.

Oltre alla metropolitana fino a Monza, che è un po’ la punta di diamante, quali sono le altre forme di integrazione tra comuni?
C’è l’integrazione tariffaria, quindi la riforma del sistema di pagamento e poi un lavoro di potenziamento degli autobus nelle periferie e dei sistemi di sharing. Abbiamo lanciato i nuovi servizi di bike sharing, con 12mila biciclette in città. Ora ci stiamo confrontando con i comuni limitrofi per espandere il servizio. E poi ci sono gli aspetti che non riguardano direttamente la mobilità, ma gli investimenti sostenibili.

milano ecosistema urbano
Milano è 31esima nella classifica delle città più green d’Italia stilata da Legambiente, recuperando posizioni rispetto alle edizioni precedenti

Per esempio l’efficienza energetica che, per la sostenibilità, è un altro aspetto fondamentale. Abbiamo messo a disposizione un milione di euro per un bando di contributi sul miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici privati e abbiamo avuto una grande risposta. Tutto i budget è stato consumato in quattro mesi, da giugno ad oggi, e questo vuol dire che l’attenzione è alta. Anche in questo caso dobbiamo chiedere al cittadino di crederci e investire insieme a noi negli stabili per arrivare all’obiettivo ‘gasolio zero’ in città, anche per il settore del riscaldamento. Stiamo cambiando le caldaie delle case popolari, delle scuole, che saranno alimentate a metano entro la fine del 2018. Su questo chiediamo alla Regione Lombardia che faccia altrettanto. La Regione ha ricevuto due milioni di euro dal governo per dare contributi a chi cambia la propria auto per una meno inquinante. C’è bisogno che il bando venga lanciato velocemente perché i cittadini sono attenti e pronti a fare la loro parte.

Leggi anche: 12 metropoli mettono alla porta le energie fossili entro il 2030

C’è una città metropolitana a cui Milano si ispira per migliorare la mobilità e l’ambiente per i suoi cittadini?
Noi stiamo cercando, anche a seguito dell’incontro del C40 (la rete che connette più di 80 grandi città in tutto il mondo impegnate nella lotta ai cambiamenti climatici, ndr) che si è tenuto a Parigi, un confronto che si traduca in azioni. Stiamo partecipando a diversi progetti europei confrontandoci con altre città, in modo particolare con Parigi, ma anche con Lione, Monaco, Berlino e Amsterdam. Il confronto con altre città serve a imparare, ma anche per portare il nostro contributo. A Parigi il sindaco Beppe Sala ha ricevuto i complimenti per il fatto che abbiamo la zona a traffico limitato (l’Area C, ndr) più grande d’Europa dove non possono circolare i diesel Euro 4. Abbiamo imparato tante cose in merito alle conseguenze del gasolio, mentre sulle metropolitane abbiamo ancora molto da imparare, così anche per l’innovazione del sistema del trasporto pubblico, delle app, della flessibilità dei pagamenti e del controllo della sosta. È uno scambio concreto che fa guadagnare anche le periferie che hanno bisogno di azioni concrete.

Una rete di confronto come il C40 probabilmente è anche utile per trovare soluzioni condivise. Sembra il luogo giusto per investire nel medio e lungo periodo. Come si inserisce il C40 per quanto riguarda il rispetto degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima?
Si inserisce in modo fondamentale perché i fatti di cronaca legati allo smog a Milano di questi giorni riguardano le polveri sottili, ma anche le emissioni di gas serra legate ai cambiamenti climatici. Anche il caldo anomalo di questi giorni non è un caso, ma dipende da come gestiamo i sistemi di produzione di energia elettrica e termica. Per questo dobbiamo usare sempre meno i combustibili fossili e optare invece per energie sostenibili riformando il settore energetico.

Pensa sia possibile arrivare a un momento in un futuro non troppo lontano la prevenzione ci permetterà di evitare l’ennesimo autunno dominato dall’allarme smog?
Noi ci proviamo. Non si cambia un parco circolante dei veicoli in un giorno, però se mai si inizia, mai si cambierà. L’accordo con altre 11 metropoli per mettere alla porta i combustibili fossili raggiunto a Parigi pone obiettivi nell’immediato, ma anche per il periodo 2025-2030. Se vogliamo raggiungerli dobbiamo ad esempio cominciare oggi a implementare l’elettrico, ad esempio comprando solo nuovi bus elettrici.

E poi è importante lavorare su forme di investimento sostenibili, come il progetto Rotaie verdi. È un progetto che abbiamo scritto oggi e che avrà ricadute positive tra cinque, sette, dieci anni. Ma se non scriviamo oggi il futuro, non lo vedremo mai realizzarsi perché le aree verdi hanno bisogno di tempo per crescere.

Richiedi i dati dell’Osservatorio Milano Sostenibile: [email protected]

Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, Milano ha già fatto un bel salto e ne farà un altro per passare dal 54 per cento della raccolta differenziata, al 70 per cento. Insomma bisogna crederci e bisogna lavorare tutti insieme: istituzioni, cittadini e imprese. Come qui alla presentazione dell’osservatorio Milano Sostenibile.

Non dobbiamo avere paura di affrontare i conflitti, bisogna capire le motivazioni delle parti coinvolte e provare a trovare risposte. Quando mi presento a un interlocutore, creo un tavolo di confronto per costruire un dialogo e raggiungere insieme una misura sostenibile. Se non facciamo questo percorso tutto si trasforma in un’imposizione o, peggio, non si fa nulla perché l’opposizione delle parti è troppo forte. Questa è un po’ la nostra ricetta e di tanti cittadini di Milano che credono che la sostenibilità sia una cosa buona, per tutti.

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