L’esposizione della popolazione mondiale agli incendi è cresciuta del 40 per cento in 20 anni

Uno studio mostra una netta crescita, in soltanto due decenni, dell’esposizione della popolazione mondiale ai rischi legati agli incendi.

Che la crescita della temperatura media globale aumenti la frequenza e l’intensità degli eventi meteorologici estremi è stato confermato da numerosissimi studi scientifici, nonché dallo stesso Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, l’Ipcc. Altrettanto noto è il fatto che le ondate di caldo sempre più pesanti e prolungate, associate a lunghe fasi di siccità, creano le condizioni ideali per il divampare di incendi non di rado devastanti, in tutto il mondo. Per questo, quantificare quale sia l’aumento dei rischi legati ai roghi rappresenta una misura importante per comprendere quanto la crisi climatica sia reale e presente nella vita di tutti noi (e quanto perciò sia necessario e urgente agire per contrastarla).

Gli incendi hanno colpito 440 milioni di persone in tutto il mondo

Uno studio pubblicato giovedì 21 agosto sulla rivista americana Science, ha analizzato quale sia oggi l’esposizione della popolazione mondiale agli incendi. E i risultati sono allarmanti, per quanto non sorprendenti: il rischio è aumentato infatti del 40 per cento in solitamente vent’anni. Tra il 2002 e il 2021, periodo oggetto dell’analisi, i roghi gravi hanno minacciato ben 440 milioni di persone a livello globale.

Uno dei mega-incendi divampati nella provincia di Manitoba, in Canada
Uno dei mega-incendi divampati nella provincia di Manitoba, in Canada © Government of Manitoba/ Handout/Anadolu/Getty Images

Secondo gli scienziati autori dello studio, non ci sono dubbi sulle ragioni di tale repentino incremento: negli ultimi anni i cambiamenti climatici hanno inciso aumentando nettamente il numero di giorni “con condizioni propizie allo sviluppo di incendi estremi”. Ciò per via del fatto che i periodi con eventi meteorologici estremi sono cresciuti del 54 per cento.

I giorni con eventi meteorologici estremi cresciuti del 54 per cento in 20 anni

Una situazione preoccupante non soltanto dal punto di vista climatico e ambientale (gli incendi contribuiscono alle emissioni di CO2 nell’atmosfera terrestre, innescando un circolo vizioso che non fa altro che esacerbare la crisi climatica), ma anche per la sicurezza sociale delle popolazioni colpite, soprattutto nelle aree più povere della Terra. “Benché le catastrofi legate agli incendi in America del Nord, Europa e Oceania siano quelle che hanno destato la maggiore attenzione mediatica, l’85 per cento dei rischi è concentrato in Africa”, sottolineano i ricercatori nello studio.

A ciò si aggiunge poi la conta delle vittime. Lo studio indica nella cifra gigantesca di 1,53 milioni le morti “attribuibili ogni anno all’inquinamento atmosferico indotto dagli incendi”.

1,53 milioni di morti per i fumi prodotti dagli incendi

Infine, l’analisi conclude come ad incidere, assieme alle condizioni climatiche, siano anche le attività umane. Queste ultime, che si tratti di gesti dolosi o accidentali, sono infatti responsabili dell’84 per cento degli incendi registrati negli Stati Uniti e di oltre il 90 per cento di quelli che si sono prodotti nell’Europa mediterranea.

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