Investimenti sostenibili

I risparmiatori responsabili in Italia sono sempre di più, ma serve chiarezza

Gli italiani sono sempre più attenti alla sostenibilità. Perché diventino risparmiatori responsabili, però, bisogna fare un passo in più.

La sostenibilità entra sempre di più nelle abitudini, negli interessi e nei comportamenti degli italiani. Fatto 100 il totale di chi investe una parte del proprio denaro, potenzialmente i risparmiatori responsabili sono ben 45. Ma quel potenzialmente significa che l’interesse non si traduce automaticamente in scelte d’investimento, anzi. Nei fatti, la crescita degli investimenti sostenibili nel nostro paese si rivela costante ma lenta. A frenare i risparmiatori è l’incertezza, dovuta alla mancanza di informazioni e al perdurare di alcuni falsi miti (come quello per cui investire in modo sostenibile significhi sacrificare i profitti, ormai smentito da innumerevoli studi). La sfida, dunque, sta tutta nella comunicazione e nel coinvolgimento degli operatori finanziari e dei consulenti sui temi della sostenibilità. È questo, in poche righe, il messaggio che emerge dalla ricerca Il risparmiatore responsabile in Italia, presentata l’8 novembre a Roma nell’ambito della Settimana SRI.

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La ricerca sui risparmiatori responsabili in Italia

La ricerca è stata realizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile (FFS) e Doxa, con il sostegno di Natixis Global Asset Management e Gruppo Generali. I ricercatori hanno intervistato telefonicamente (con tecnica Cati) un campione di mille persone di almeno trent’anni, che vivono su tutto il territorio nazionale. Gli intervistati sono coloro che in famiglia si occupano dei rapporti con gli istituti finanziari e negli ultimi anni hanno effettuato investimenti di almeno 1000 euro (esclusi quelli immobiliari). Visto che si tratta di una prosecuzione di un’analoga intervista condotta nel 2013, per ogni dato si mette in evidenza l’evoluzione rispetto a quattro anni fa.

Chiarezza, trasparenza e sicurezza al primo posto

I risparmiatori italiani sono prudenti e abitudinari. Sette su dieci non hanno modificato in modo significativo le proprie scelte di investimento nell’ultimo anno e difficilmente agiscono in totale autonomia. Rispetto al 2013 cresce di 17 punti la fiducia nei consulenti, di 12 punti quella nella propria banca e di 11 punti quella nella propria assicurazione.

Nelle scelte d’investimento il criterio numero uno è la sicurezza, che fa scendere la redditività in secondo piano. Al loro istituto finanziario i risparmiatori italiani soprattutto chiarezza e trasparenza, anche perché loro stessi rivelano di avere conoscenze abbastanza limitate sui prodotti finanziari in cui investono. Chi investe in aziende che attuano specifiche politiche di sostenibilità, però, è mediamente più preparato rispetto ai suoi pari.

Le tematiche Esg sono sempre più importanti

Nelle scelte di consumo cresce l’attenzione ai temi ambientali, sociali e di governance (Esg): ormai 42 intervistati su 100 dichiara di tenerne sempre conto nell’acquisto di un prodotto (nel 2013 questa percentuale era esattamente la metà). Parallelamente, cresce di 17 punti percentuali la quota di chi li ritiene “molto rilevanti” nel mondo della finanza.

Sull’influenza della sostenibilità su rischi e rendimenti, però, gli italiani si spaccano a metà. Di fronte alla domanda “In che modo, secondo lei, questi temi influenzano gli investimenti finanziari?”, il 56 per cento degli intervistati afferma che fanno aumentare i profitti, il 21 per cento è di opinione contraria e tutti gli altri credono che non ci sia alcuna influenza. Si equivalgono anche le percentuali di chi ritiene che i criteri Esg aumentino i rischi e di chi la pensa in modo diametralmente opposto.

Risparmiatori responsabili Italia
Fonte: “Il risparmiatore responsabile in Italia”, Forum per la finanza sostenibile e Doxa

Potenzialmente, i risparmiatori responsabili sono 45 su 100

Il 45 per cento dei risparmiatori sarebbe propenso a investire in prodotti Sri. Chi ha già preso la strada della finanza responsabile ha scelto strumenti di green economy (17 per cento), azioni (13 per cento), fondi comuni d’investimento (6 per cento) e investimenti legati a cooperative o ad attività produttive locali (34 per cento).

Come si spiega, però, lo scostamento tra chi si dichiara sensibile di fronte ad ambiente, società e governance e chi traduce questa sensibilità in scelte d’investimento? Prevalentemente – spiegano i ricercatori – con la mancanza di informazioni, e con il fatto che soltanto di rado consulenti e banche propongano investimenti responsabili. In questo senso, i numeri parlano da soli: il 93 per cento degli intervistati sostiene che la sua banca non gli abbia mai proposto un prodotto finanziario sostenibile. Non a caso, sette risparmiatori su dieci chiedono che si migliori la comunicazione in tema di investimenti sostenibili.

Leggi il programma completo della Settimana SRI

La Settimana SRI, per scoprire una finanza diversa

Con la presentazione della ricerca sui risparmiatori responsabili in Italia, ha preso il via l’8 novembre la sesta edizione della Settimana SRI, il più importante appuntamento in Italia in materia di finanza sostenibile. E l’ha fatto in una location di tutto rispetto: la Camera dei Deputati di Roma. Sintomo del fatto che quest’iniziativa, nata e organizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile, stia conquistando sempre più spazio tanto tra gli operatori quanto nel cuore delle istituzioni.

Dieci le conferenze in programma, tra Roma e Milano, che toccano i diversi argomenti-chiave nel vasto mondo degli investimenti responsabili. Di social impact bond, ad esempio, si parla nel pomeriggio di giovedì 9 novembre alla sede di Sella Gestioni SGR, per andare alla ricerca delle best practices nel nostro Paese. Martedì 14 novembre è la giornata del Salone SRI organizzato da ETicaNews. L’impact investing invece è al centro della giornata di mercoledì 15 novembre con due appuntamenti, entrambi a Milano: la mattina presso BASE, con la presentazione di una ricerca sugli investimenti a impatto e una tavola rotonda sul loro ruolo per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs); il pomeriggio nella sede di Assolombarda, per indagare il ruolo dell’impact investing nello sviluppo delle cooperative e nelle partnership pubblico-privato, anche alla luce della riforma del terzo settore.

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