
La struvite è una delle più frequenti calcolosi dei gatti. La formazione di questi calcoli può essere però prevenuta con dieta e rimedi “dolci”.
I denti e la bocca dei nostri cani possono soffrire di numerose malattie. Una buona igiene orale e il ricorso al medico veterinario specializzato elimineranno ogni problema.
I problemi a denti, bocca e gengive sono ormai una costante fra la popolazione a quattro zampe. Per prevenirli è importante, innanzitutto, una corretta igiene orale. Un’alimentazione adeguata fin dai primi mesi di vita – è da preferire il mangime secco all’umido proprio per favorire la masticazione – e uno specifico programma giornaliero di cure dentali sono alla base della salute del cavo orale.
Fin da cucciolo il cane dev’essere abituato alle operazioni quotidiane di pulizia dei denti. Allo scopo esistono spazzolini per animali e dentifrici specifici – magari all’aroma di carne – in grado di rendere il lavaggio meno spiacevole. Nel caso di notevole produzione di tartaro – vera e propria anticamera di malattie del cavo orale – si può ricorrere alla cosiddetta detartrasi, il trattamento che prevede l’ablazione del tartaro e la lucidatura dello smalto. L’intervento viene sempre effettuato in anestesia generale.
Le malattie che possono affliggere i denti e il cavo orale dei nostri cani sono moltissime. Alcuni problemi possono risalire addirittura alla nascita: è il caso dei difetti del palato. “I difetti congeniti del palato possono interessare sia il palato primario – che va dal labbro al margine distale dell’osso incisivo – sia il palato secondario”, spiega il dottor Paolo Squarzoni, medico veterinario. Il palato molle, per esempio, se più lungo del normale può causare difficoltà respiratorie. “La risoluzione del problema – che si trova spesso in razze brachicefale – è, in questo caso, solo chirurgica”, continua Squarzoni.
Disturbi al cavo orale, però, possono insorgere anche per colpa di cattive abitudini. “Cani che hanno l’abitudine di giocare con le palline da tennis, per esempio, possono consumare rapidamente la porzione occlusale della corona, esponendo la polpa del dente”, prosegue l’esperto. Lo stesso avviene nei soggetti che sfregano continuamente il muso su superfici dure. “In questi casi bisogna valutare se proteggere la polpa del dente ancora vitale o, in caso di polpa non vitale, procedere a incanalare o addirittura togliere il dente coinvolto”, conclude il dottor Squarzoni.
Le stomatiti nel cane hanno aspetti clinici comuni, ma possono avere diverse cause, come le malattie sistemiche o le condizioni di deficit immunitario. Ci può essere, in alcuni casi, anche un’origine sconosciuta. “È motivo di stomatiti il contatto con sostanze chimiche (fenoli, alcali, acidi) e tra le cause fisiche vanno ricordati anche i corpi estranei, le radiazioni e gli insulti termici”, delucida Paolo Squarzoni.
Un’altra problematica frequente a carico del cavo orale è la cosiddetta malattia paradontale. Con questo termine si definiscono diverse condizioni patologiche tra cui, appunto, la gengivite e la parodontite. “Quest’ultima è la più frequente fra i carnivori domestici dal momento che colpisce oltre l’ottanta per cento dei cani, ed è largamente diffusa anche tra la popolazione felina”, spiega Squarzoni. Non tutti i cani, comunque, ne sono colpiti in ugual misura: le razze piccole o toy sviluppano una più marcata incidenza della patologia, così come i cani brachicefali tipo carlini o boston terrier.
Il dottor Pasquale d’Urso, medico veterinario che è stato fra i primi in Italia a interessarsi di odontostomatologia, aveva sottolineato in proposito: “Il cane, ma anche il gatto, soffrono spesso di questi disturbi. I proprietari trascurano magari l’alito cattivo, lo sfregamento del musetto per terra o una dolorabilità al tatto. I batteri che si sviluppano a seguito della parondontite possono aggredire non solo i tessuti della bocca, ma anche l’osso mascellare e mandibolare ed essere una causa di malattia per altri organi più lontani e… insospettabili, come fegato, reni e cuore.”
Esistono anche problemi a carico dei denti di natura accidentale. “Specialmente i cani di grossa taglia possono incorrere in fratture dentali di varia gravità”, spiegava il dottor D’Urso. “Spesso animali di grande mole, durante l’addestramento o nel corso di giochi particolarmente pericolosi (come il recupero di sassi e la relativa masticazione) si procurano rotture della corona con esposizione della polpa dentale – la cosiddetta pulpite – che non solo portano dolore e quindi problematiche alla masticazione, ma possono degenerare, se non curate, in ascessi dentali. Con tutte le conseguenze del caso”. Le possibili soluzioni? Una ricostruzione del dente, laddove è possibile, o l’estrazione definitiva. Dopo un’accurata visita veterinaria, ovviamente, effettuata da uno specialista.
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