6 paradisi terrestri da salvare nella docuserie Saving paradises

Debutta su Nexo+ la docuserie in sei episodi Saving paradises, dedicata ai più remoti e meravigliosi paradisi della Terra, oggi a rischio.

Luoghi remoti e incontaminati, specie vegetali e animali uniche al mondo. Ecosistemi ricchi di biodiversità e oggi minacciati dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. Sono queste le affascinanti mete scelte dalla serie Saving paradises disponibile in streaming su Nexo+ dal 18 febbraio, con sei appuntamenti a cadenza settimanale che ci accompagneranno in un emozionante viaggio intorno al mondo.

Saving paradises, la meravigliosa fauna dell’arcipelago di Bijagos

Il viaggio di Saving paradises parte dall’arcipelago di Bijagos, al largo della costa della Guinea Bissau, con le sue 88 isole, di cui solo 23 abitate e 64 completamente vergini. Attraversando questi luoghi (alcuni dei quali considerati sacri e usati solo per riti e cerimonie), conosciamo l’incredibile fauna selvatica locale che comprende gli unici ippopotami “marini” al mondo, che vivono immersi nell’acqua salata. Tra gli anfratti dell’arcipelago, benedetto da acque ricche di mangrovie e nutrienti che attirano pesci e uccelli migratori, incontriamo anche coccodrilli, granchi violinisti della sabbia, perioftalmi (pesci che camminano sul fondo dell’oceano), enormi lamantini (mammiferi acquatici soprannominati “mucche di mare”), ma anche buffi pesci con occhi da rana e maestose tartarughe marine, che su queste coste depongono le loro preziose uova. Al suo interno foreste umide e pianure paludose sono il rifugio di molte specie, che in queste isole trovano le condizioni ideale per riprodursi e vivere anche durante i miti inverni.

Una ricchezza di biodiversità che gli abitanti e le autorità locali rispettano con grande attenzione, battendosi per mobilitare le ong e le fondazioni internazionali, affinché agiscano per preservarla dall’incombente minaccia dell’innalzamento del livello dell’oceano. Una battaglia che ha come obiettivo primario quello di far classificare l’arcipelago come patrimonio mondiale dell’Unesco per poter così incrementare le risorse per la sua salvaguardia.

Caño Cristales saving paradises
Il fiume arcobaleno del Caño Cristales © Nexo+

Saving paradises, viaggio in Colombia sul “fiume arcobaleno”

Il secondo episodio di Saving paraises ci porta nel Parco nazionale La Macarena, nel cuore della Colombia, tra l’Amazzonia e le Ande. In questo paradiso naturale si trova il “fiume di cristallo”, il Caño Cristales, uno dei corsi d’acqua più belli al mondo, conosciuto anche come il fiume dei cinque colori o l’arcobaleno liquido. Uno scenario mozzafiato che da fine luglio a novembre si colora di cinque diversi colori: giallo, verde, azzurro, nero e soprattutto il rosso acceso della Macarenia, una pianta acquatica presente sul fondale. Un paradiso terrestre rimasto isolato dal mondo esterno per quasi 60 anni a causa della guerra civile colombiana e che oggi viene fortunatamente valorizzato dalle comunità limitrofe. L’obiettivo primario è infatti quello di preservare la biodiversità, spingendo sulla risorsa dell’ecoturismo piuttosto che sulle opportunità offerte dalla presenza di petrolio. Una scelta cruciale per tutelare decine di specie animali e l’intero ecosistema, dando vita ad un modello esemplare anche per altri Paesi.

Tartaruga gigante galapagos saving paradises
Tartaruga gigante, sul vulcano Alcedo, Galapagos © Nexo+

Galápagos, un patrimonio naturale antico milioni di anni

 In questo viaggio tra i paradisi del pianeta non poteva mancare anche una tappa alle Galápagos, isole celebri per aver ispirato nel XIX secolo Charles Darwin, che proprio osservando la fauna e la flora di questi luoghi elaborò la sua teoria sull’evoluzione delle specie. Ancora oggi questo arcipelago vulcanico, situato a più di 1000 chilometri al largo della costa dell’Ecuador nel mezzo dell’Oceano Pacifico, è una destinazione privilegiata per poter osservare e studiare la natura incontaminata. Molte di queste isole sono state abitate solo per breve periodo dall’uomo, lasciando alle specie endemiche la possibilità di svilupparsi in piena libertà. Nonostante ciò oggi anche questi luoghi remoti si trovano minacciati dai cambiamenti climatici e, in particolare, da  El Niño, il fenomeno climatico periodico  che riscalda le acque oceaniche, mettendo a rischio specie autoctone come le iguane marine e i pinguini delle Galápagos. Sulla terraferma, invece, a minacciare la flora locale è stata l’introduzione involontaria di specie invasive portate dall’uomo e ora in rapida moltiplicazione. Una combinazione di fenomeni che scienziati  e ranger locali stanno cercando di contrastare, per salvaguardare ciò che resta di un patrimonio animale e vegetale antico milioni di anni.

Lago Kaindy saving paradises
La foresta sommersa del lago Kaindy © Nexo+

Kazakistan, la foresta sommersa del lago Kaindy

 Dall’Oceano Pacifico il quarto episodio di Saving paradises ci accompagna sulle altitudini delle montagne kazake, nella regione di Almaty, per ammirare il misterioso e insolito paesaggio della foresta sommersa nel lago Kaindy. Qui, a duemila metri sopra il livello del mare, nel 1911 un forte terremoto mutò per sempre la morfologia del paesaggio, creando una diga naturale. Nel corso degli anni ha così avuto origine questo lago dalle acque cristalline e dai colori vivaci, che passano dal turchese al verde smeraldo e  che conservano ancora intatti gli splendidi abeti rossi che qui crescevano. Questa foresta subacquea è diventata un’apprezzata attrazione turistica e dal 2007 fa parte di un parco nazionale che include anche le aree boschive circostanti. La fauna locale è cresciuta negli anni, anche grazie al lavoro dei ranger che ha permesso di ricostituire le popolazioni di cervi, stambecchi e piccoli mammiferi, consentendo di conseguenza anche il ritorno di grandi predatori come orsi, linci, lupi e il raro leopardo delle nevi. Un equilibrio che però oggi si vede gravemente minacciato dallo scioglimento accelerato dei ghiacciai che incombe sull’intera regione.

Umphang, cascata di Thi Lo Su
La grande cascata di Thi Lo Su nel Santuario di Umphang, nella stagione secca © Nexo+

Tailandia, le meraviglie naturali del Santuario di Umphang

Nel cuore della foresta pluviale, immerso ad alta quota tra un reticolo di fiumi e di enormi cascate si trova il Santuario di Umphang, la più grande riserva naturale della Tailandia. Classificato come patrimonio mondiale dall’Unesco, questo luogo è un vero e proprio tesoro di biodiversità, impreziosito dalla cascata Tee Lor Su, la più grande e maestosa del Paese, alta circa 200 metri. L’abbondanza d’acqua e la ricca vegetazione locale, con i suoi numerosi alberi da frutto, consentono alle specie animali di sopravvivere tutto l’anno, anche nella stagione più secca. Il Santuario di Umphang ospita infatti una variegata fauna che comprende cervi, bufali, elefanti selvatici, tigri, orsi, scimmie e scoiattoli, ma anche uccelli molto rari, pavoni asiatici e una moltitudine di farfalle.

Anche qui, però, non mancano le minacce con gli effetti dei cambiamenti climatici che incombono sugli equilibri dell’ecosistema, insieme al fenomeno criminale del bracconaggio che prende di mira tigri, bufali e i meno noti binturong, singolari mammiferi erbivori che vivono sugli alberi e che sono conosciuti anche come “gatti orsini”. A prendersi cura di questo prezioso ecosistema oggi sono i giovani tailandesi, più consapevoli delle generazioni precedenti dell’importanza di salvaguardare uno degli ultimi grandi santuari naturali del loro Paese.

Caimano nano saving paradises
Un caimano nano nell’habitat del Caño Cristales © Nexo+

Argentina, la cascate mozzafiato dell’Iguazù

Annoverate tra le sette meraviglie del mondo naturali, le cascate dell’Iguazù sono le più estese al mondo con 275 salti d’acqua per una larghezza di oltre 7 chilometri e una lunghezza di 3. Generate dal fiume Iguazù, le cascate scaricano fino a 6 milioni di litri al secondo su un dislivello di 80 metri e si trovano immerse in una enorme foresta al confine tra l’Argentina e il Brasile. La creazione di numerosi parchi nazionali ha favorito lo sviluppo di una eccezionale biodiversità, che conta 422 specie di uccelli, come tucani e rondoni dalla testa grigia, popolazioni di scimmie, coati (della famiglia dei procionidi), tamand (della famiglia dei formichieri) e alcuni degli ultimi felini del Sud America, tra cui il giaguaro e il puma.

La sfida di questa regione, che oggi vive un vero e proprio boom economico, consiste nel saper mantenere l’equilibrio dell’ecosistema, conciliandolo con lo sviluppo del turismo, arginando sempre di più il bracconaggio ed educando le popolazioni circostanti a una pacifica convivenza con i preziosi felini. Ma a minacciare l’ecosistema e le specie più rare della zona oggi sono anche la deforestazione e la costruzione di una sesta diga a monte delle cascate, che sta riducendo la portata del fiume.

Grazie a immagini meravigliose e alla precisa testimonianza di tanti esperti, la serie Saving paradises offre una preziosa occasione per scoprire non solo la bellezza di questi paradisi naturali, ma di prendere coscienza delle numerose minacce che oggi li mettono in pericolo. L’appuntamento è in streaming su Nexo + dal 18 febbraio.

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