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La corte d’appello dello stato si è espressa contro l’assegnazione allo scimpanzé Tommy dello status di persona giuridica.
Tommy è “solo” uno scimpanzé e in quanto tale non può godere dei diritti riservati alle persone, dovrà pertanto rimanere in gabbia. Lo ha deciso la corte d’appello dello stato di New York sostenendo che le scimmie, non importa quanto grandi o intelligenti siano, non possono essere trattate come essere umani perché non hanno gli stessi obblighi e responsabilità.
La richiesta era stata avanzata lo scorso ottobre dall’avvocato Steven Wise, rappresentante del gruppo per i diritti degli animali Nonhuman Rights Project per salvare Tommy, esemplare maschio di 26 anni di scimpanzé (Pan troglodytes Blumenbach) che da anni vive dietro le sbarre di una gabbia a Gloversville, nello stato di New York, dopo essere stato sfruttato da un circo.
L’avvocato ha chiesto che l’animale venisse trasferito in un santuario per primati in Florida affermando che gli scimpanzé, con cui condividiamo circa il 98 per cento del Dna, sono dotati di consapevolezza di sé, intelligenza ed empatia, meritano pertanto diritti giuridici assimilabili a quelli umani. Il proprietario di Tommy, Patrick Lavery, è convinto che all’animale non manchi nulla (ha anche la televisione) e ha giudicato ridicola la richiesta di applicare diritti umani agli animali.
“Tommy è detenuto legalmente, vive in una gabbia spaziosa, sicura e ha accesso ad uno spazio esterno”, ha affermato Patrick Lavery. Secondo l’associazione Nonhuman Rights Project però la questione non riguarda tanto le condizioni del primate quanto le leggi che permettono di mantenere lo scimpanzé in cattività quando dovrebbe vivere allo stato selvaggio.
Diversi studi etologici hanno dimostrato che gli scimpanzé allevati in cattività possono subire effetti negativi a lungo termine ed i proprietari spesso devono rinunciarvi perché le scimmie iniziano a manifestare segni di squilibrio e a diventare violente. L’obiettivo principale dell’associazione è quindi quello di vietare gli scimpanzé come animali da compagnia e questo scopo potrebbe essere raggiunto se venisse loro riconosciuto lo status di persona giuridica.
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