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Sono tutti in Lombardia e danno il meglio di sé a partire da questa stagione. Alberi monumentali, roseti, piante officinali, specie autoctone ed esotiche: ecco sette orti botanici da visitare tra Bormio e Pavia, passando per Milano, Bergamo e Brescia.
La primavera è tornata e tutto ci sembra più bello. La natura ci regala mille colori, dal verde dell’erba e degli alberi, al giallo, arancio, rosa, rosso, azzurro dei fiori. E in questo periodo i luoghi per farci stupire da tanta bellezza e per rigenerare il fisico e lo spirito sono soprattutto parchi e giardini, ma non solo. Avete mai visitato gli orti botanici? In Lombardia, ad esempio, ne esistono ben sette, tutti diversi l’uno dall’altro, ma tutti custodi di peculiarità storiche, artistiche e paesaggistiche. Scopriamoli.
Il più conosciuto è forse l’orto botanico ospitato negli spazi di Palazzo Brera a Milano. È molto antico: fu creato, infatti, nel 1775, e inizialmente aveva una finalità didattica. Il responsabile dell’orto doveva insegnare la Botanica agli allievi del Ginnasio di Brera. L’orto inoltre doveva fornire piante officinali per la “Spezieria” di Brera, poco lontana. Le piante esotiche furono inserite solo in un secondo momento dai francesi che cercarono di trasformare l’orto in un luogo di ritrovo per la cittadinanza. In visita all’orto, riaperto nel 2001 dopo anni di abbandono, ammirate la collezione di ortensie e piante medicinali, oltre ai due begli esemplari di Ginkgo biloba.
Serre all’avanguardia, prati e panchine, un ruscello con piante acquatiche, piante grasse, carnivore, tintorie, una collezione di Bromeliaceae: a Milano c’è anche un altro orto botanico, aperto da marzo a novembre, ed è quello di Città Studi in zona Lambrate, gestito, così come quello di Brera, dall’Università degli Studi di Milano. Qui si trovano piante autoctone della Lombardia come il salice e diverse specie importate, ma ormai diffuse, come il nocciolo del Giappone. Nato nel 2001 dalla bonifica di un terreno su cui sorgeva una cascina abbandonata, è stato concepito per sostenere la ricerca, ma anche per avvicinare il pubblico al mondo vegetale. L’orto coniuga così la conservazione delle specie botaniche al loro studio, al relax, alla socializzazione. Aperto da marzo a novembre.
Non solo sci e terme a Bormio (So). Appartiene al Parco Nazionale dello Stelvio il giardino botanico alpino Rezia. Visitandolo si possono ammirare molte specie della flora alpina, oltre che di quella appenninica europea ed extraeuropea, per un totale di 2.500 specie vegetali. Si estende su oltre 14mila mq a circa 1.400 metri sul livello del mare e durante l’apertura da maggio a settembre è visitabile tutti i giorni.
Più che un orto è un parco botanico quello che circonda Villa Carlotta a Tremezzo, sul lago di Como. Risalente all’Ottocento, si compone di vari scenari naturali, dal giardino roccioso al bosco dei rododendri al giardino dei bambù (in stile giapponese con 25 specie diverse). Nei suoi sette ettari di estensione regnano poi azalee (150 varietà) e camelie (alcune rare e tutte di diversi colori), oltre a cedri, sequoie, platani. È aperto da marzo a novembre e potete approfittarne per visitare anche la villa che ospita alcune opere di Canova e dei suoi allievi, come Amore e Psiche giacenti di Adamo Tadolini.
Situato tra le mura medievali della città alta, l’orto botanico di Bergamo è aperto tutto l’anno tranne che nei mesi più freddi, novembre, dicembre e gennaio. È stato aperto nel 1972 per ospitare piante autoctone ed esotiche e oggi è un’entità museale a tutti gli effetti. Pomodori, mais, patate, viti, quinoe, insalate: quest’anno l’area della Valle della Biodiversità di Astino, che ospita piante alimentari, è stata ampliata con 200 varietà di alberi da frutto, dal melo al pero, dal nocciolo al fico.
In provincia di Brescia, l’orto botanico di Toscolano Maderno si estende per 10mila mq. Fu inaugurato nel 1964 e nel 1991 fu dato in gestione all’Università degli studi di Milano. Ospita numerose specie mediterranee, ma anche provenienti dall’Oriente, dal Sud America e dal Sudafrica grazie al clima mite favorito dalla vicinanza al lago di Garda. Questo spazio verde nacque con lo scopo di studiare i principi attivi delle piante officinali (il suo fondatore, il professor Giordano Emilio Ghirardi, era proprietario di un’azienda farmaceutica): ce ne sono 450 specie di cui molte introvabili altrove. Aperto da maggio a settembre.
Quello che vi sorprenderà dell’orto botanico dell’Università di Pavia sarà soprattutto il suo roseto che conta 200 piante tra rose selvatiche, specie ibride e naturali e rose antiche (cercate di visitarlo nel periodo della fioritura). Ma le chicche qui sono tantissime: dalle serre (alcune progettate dall’architetto Giuseppe Piermarini) al platano monumentale alla pianta del tè cinese, la Camellia sinensis ticinensis. L’associazione Amici dell’Orto organizza in questo luogo speciale diversi eventi, dalla Feste del roseto ai corsi di acquerello agli incontri con esperti botanici.
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