Nel mezzo di una grave crisi, il distretto tessile e dell’abbigliamento lancia l’allarme sui diritti dei lavoratori nella filiera della moda italiana.
Sulla presenza di sostanze chimiche tossiche nei capi Shein, abbiamo intervistato i ricercatori di Öko-test
Il magazine Öko-test ha condotto ricerche su capi di abbigliamento e accessori Shein trovando residui di sostanze pericolose. La nostra intervista ai ricercatori.
Dalle scarpe per neonati agli abiti per adolescenti, fino alle giacche in ecopelle per adulti: il magazine tedesco Öko-test ha pubblicato i risultati di alcuni test condotti da laboratori specializzati che mostrano una realtà allarmante riguardo alla composizione e produzione dei prodotti dei brand di ultra fast fashion in questione. Gli studiosi hanno condotto le loro ricerche su un campione di 21 capi tra abbigliamento e accessori e, nei due terzi di essi, sono stati trovati residui di sostanze chimiche altamente tossiche e pericolose per la salute umana. Nessun prodotto testato è stato ritenuto di una qualità “sufficiente per essere immesso sul mercato”. La risposta di Shein fino a qui si è limitata al ritiro dal mercato di alcuni prodotti per bambini incriminati, ma si è rifiutata di fornire ulteriori spiegazioni ai ricercatori. Noi siamo entrati in contatto con la società tedesca Öko-test, che ha commissionato le analisi a diversi laboratori accreditati in Germania (essendo laboratori molto utilizzati dall’industria tessile preferiscono rimanere anonomi): ecco come si sono si svolti i test, i risultati nel dettaglio e, soprattutto, i rischi per la salute dei consumatori, dei lavoratori e dell’ambiente.
Quali analisi ha condotto Öko-test sui prodotti Shein
Partiamo dal principio: come mai avete condotto questi test? Avevate ricevuto delle segnalazioni?
Ci sono vari aspetti che hanno suscitato il nostro interesse per la moda di Shein dal punto di vista della difesa dei consumatori. I retailer come Shein o Temu hanno acquisito enorme importanza e dimensioni negli ultimi anni e un target importante per queste aziende sono gli adolescenti, che vengono raggiunti tramite i social media e spendono la loro paghetta sull’app. Le pratiche di vendita e marketing di Shein sono altamente controverse, con le associazioni dei consumatori tedesche che accusano l’azienda di violare la legge sui Servizi digitali (Das) dell’Unione europea. Allo stesso tempo, varie ong hanno fornito prove del fatto che la moda di Shein sia prodotta in condizioni di fabbricazione scadenti e che i capi di abbigliamento e le scarpe dell’azienda siano fortemente contaminati da sostanze chimiche tossiche.
Potete descrivere nel dettaglio come si è svolto il processo di ricerca, dal reperimento dei capi da testare ai test coinvolti?
Per prima cosa, abbiamo ordinato 21 capi di abbigliamento Shein, senza utilizzare ovviamente il nostro indirizzo Öko-test, ma tramite un account privato. Abbiamo selezionato capi per donne, uomini, adolescenti e neonati, e un paio di scarpe per ciascuno di questi target e, successivamente, li abbiamo inviati a vari laboratori specializzati. Nella prima parte del test abbiamo fatto analizzare i capi per una varietà di residui chimici a seconda del materiale, inclusi ammine aromatiche, coloranti azoici, formaldeide, etossilati di alchilfenolo e metalli pesanti come arsenico, cadmio, piombo e antimonio. A seconda del materiale utilizzato, sono stati eseguiti ulteriori test: abbiamo analizzato la presenza di ftalati, dimetilformammide e idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), sia nelle scarpe che nelle parti in pelle sintetica. Per quanto riguarda l’abbigliamento per neonati, volevamo anche sapere cosa succede quando un neonato succhia i vestiti: quindi abbiamo testato la resistenza alla saliva dei capi in questione. Nella seconda parte del test abbiamo inviato tutti i capi a un laboratorio specializzato, che ha lavato e asciugato i tessuti tre volte, seguendo rigorosamente le istruzioni sulle etichette. Gli esperti hanno quindi valutato se i tessuti si fossero ristretti, deformati o avessero subito altre alterazioni visibili, come effetti di pilling o cuciture strappate. Abbiamo anche eseguito un test di flessione su giacche e scarpe in pelle artificiale, bloccando le scarpe in un apparecchio che simula 30mila passi piegando la suola. Nella terza parte del test volevamo invece scoprire in quali condizioni sociali ed ecologiche gli articoli Shein del nostro test erano stati prodotti. Per fare questo, abbiamo inviato a Shein un questionario dettagliato per ciascuno dei 21 prodotti, al quale però non abbiamo mai ricevuto risposta.
Nel report fate riferimento a delle categorie come sufficiente o scarso: come funziona la misurazione di una scala di tossicità applicata agli indumenti?
Sotto la nostra tabella dei test c’è una legenda dettagliata: valutiamo ogni prodotto secondo una scala di valutazione da 1 “molto buono”, 2 “buono”, 3 “soddisfacente”, 4 “sufficiente”, 5 “scarso” a 6 “insoddisfacente”. Questa scala di valutazione si basa al 50 per cento sulle sostanze nocive e sui test dei materiali e al 50 per cento sulle condizioni di produzione degli articoli. I prodotti di Shein hanno quindi ottenuto un punteggio così basso anche perché l’azienda non ha risposto al nostro questionario sulle condizioni di produzione, e abbiamo ponderato questo risultato parziale come “insoddisfacente” al 50 per cento. Per quanto riguarda la valutazione delle sostanze nocive lavoriamo secondo un sistema di diverse detrazioni di punti, che vengono assegnate in base alla pericolosità di un composto (classificazione secondo Reach, ovvero il regolamento rispondente all’acronimo registration, evaluation, authorisation and restriction of chemicals che concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche).
Quali sono nello specifico le sostanze chimiche tossiche che avete rilevato, in che quantità e che rischi comportano per la salute?
Abbiamo trovato sostanze chimiche tossiche in circa un terzo degli articoli che abbiamo esaminato. Particolarmente preoccupante poi è che tra i capi contaminati ci sia anche abbigliamento per neonati e bambini: l’antimonio tossico ad esempio è fuoriuscito da un vestito per neonati in una soluzione che simula il sudore. I residui di antimonio possono essere assorbiti attraverso la pelle con il sudore e sono altamente tossici se entrano nel flusso sanguigno: possono provocare mal di testa atroci e attacchi di vomito violentissimi che in alcuni soggetti possono portare addirittura alla morte. Il laboratorio ha rilevato inoltre della dimetilformammide, una sostanza chimica classificata nell’Ue come “probabilmente dannosa per la fertilità”, in un completo per adolescenti. I più contaminati però sono risultati due paia di sandali che contenevano un intero cocktail di sostanze nocive, superando diversi limiti dell’Ue per il piombo, neurotossico e tossico per la riproduzione, per il cadmio, che può causare danni ai reni e alle ossa se ingerito per un lungo periodo, e per gli ftalati vietati, sospettati di danneggiare gli organi riproduttivi e di agire come un ormone: questo limite è stato superato di 15 volte. I sandali da donna erano anche contaminati da antracene, naftalene, dimetilformammide, composti organostannici e PVDC/composti clorurati. Non è andata meglio a un paio di sandali da uomo in pelle sintetica: il laboratorio ha rilevato un contenuto di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) nelle scarpe, che possono causare il cancro, di 22 volte superiore al limite stabilito dal regolamento Reach. I sandali hanno superato anche il valore limite per gli ftalati, per la presenza di piombo, di antracene, di indeno, di pirene, di naftalene, di dimetilformammide e di composti PVD/PVDC/clorurati.
Nella vostra opinione qual è la motivazione per utilizzare nella produzione di abiti e accessori sostanze come piombo neurotossico, idrocarburi policiclici aromatici e ftalati vietati?
Shein non ci ha fornito alcuna informazione su dove l’azienda acquisti i suoi tessuti e in quali condizioni ambientali questi tessuti siano stati prodotti. Pertanto, non sappiamo se Shein abbia una panoramica della gestione chimica dei suoi fornitori e se l’azienda limiti le sostanze chimiche che i suoi fornitori possono utilizzare tramite una lista di sostanze vietate nella produzione. I nostri risultati suggeriscono che non sia così, oppure che Shein non controlli la conformità a questi requisiti.
Questi componenti chimici quando sono stati vietati e perché?
Molte delle sostanze chimiche che critichiamo sono regolamentate dalla legislazione europea sulle sostanze chimiche Reach: questo regolamento è in vigore dal 2007, ma la classificazione delle diverse sostanze chimiche in base al loro potenziale di rischio è un processo continuo che è in corso da allora e non è ancora stato completato.
Il vostro rapporto menziona anche una mancanza di trasparenza da parte di Shein: cosa avete chiesto all’azienda e perché?
Volevamo anche conoscere le condizioni sociali ed ecologiche in cui viene prodotta la moda di Shein. Abbiamo quindi inviato all’azienda un questionario dettagliato per ogni prodotto i cui punti salienti includevano informazioni sulla sua catena di approvvigionamento, dalla produzione delle materie prime e dalle fasi di lavorazione umida fino al prodotto finale. Il cotone utilizzato da Shein ad esempio proviene dallo Xianjiang, dove le Nazioni Unite denunciano il fatto che minoranze musulmane come gli uiguri siano costrette a svolgere lavori forzati. In quali condizioni di lavoro viene prodotta la moda di Shein? Il brand garantisce il rispetto delle norme fondamentali del lavoro e un pagamento equo lungo tutta la catena di approvvigionamento? Shein garantisce che l’ambiente venga mantenuto pulito, specialmente nei processi di lavorazione umida come la tintura e la finitura? I potenziali rischi di violazioni dei diritti umani vengono analizzati e minimizzati? Sono presenti divieti di sostanze chimiche lungo l’intera catena di approvvigionamento tramite una cosiddetta Lista delle Sostanze Vietate nella Produzione? I fornitori effettuano regolari test delle acque reflue presso i fornitori di fibre sintetiche e negli impianti di lavorazione umida? Abbiamo inviato il questionario a due indirizzi email diversi e controllato la conferma di lettura. Tuttavia, non abbiamo ricevuto alcuna risposta alle nostre domande da Shein. Solo dopo la pubblicazione del test sulla rivista Shein ci ha contattato e ha annunciato che i due sandali per adulti sarebbero stati ritirati dalla vendita. L’azienda ci ha anche fornito alcune informazioni sulle condizioni di produzione. Tuttavia, Shein non ha completato il nostro questionario né ci ha fornito prove dei suoi sforzi nell’area delle condizioni di produzione. Di conseguenza, la nostra valutazione negativa nel sotto-risultato sulla Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR) non è cambiata.
Le sostanze che avete rilevato in abiti e accessori Shein potrebbero comportare anche dei rischi ambientali? Magari con la loro diffusione attraverso i lavaggi o se ammassati in discarica o bruciati?
Non possiamo escluderlo completamente, ma il problema molto più grave è l’uso di queste sostanze chimiche nei paesi di produzione stessi. Questo perché i lavoratori nelle fabbriche tessili sono esposti ai contaminanti pericolosi in misura molto maggiore rispetto ai clienti europei. In più non sappiamo nulla sugli standard tecnici secondo cui operano gli impianti di produzione dei tessuti Shein e se, ad esempio, le acque reflue vengano scaricate non trattate nei fiumi, come ad esempio è avvenuto a lungo nell’industria tessile cinese.
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