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I 5 consigli su cosa fare a Siviglia, capitale della regione spagnola dell’Andalusia. Un insieme di tradizioni andaluse e modernità, tra le migliori città da scoprire in bicicletta.
Siviglia in Andalusia, Spagna è la città da visitare più ambita per quest’anno secondo Best in travel 2018, la classifica internazionale delle mete da non perdere della guida Lonely Planet: è oggi una metropoli moderna dove, insieme alla valorizzazione delle tradizioni antiche, si sviluppano nuove architetture e si sperimentano mezzi di trasporto ecologici. Una città verde, affascinante e volta al futuro. Un tour tra storiche bellezze e nuove visioni in una delle città più amate della Spagna.
È il nostro primo consiglio perché è la cosa migliore da fare per conoscere a fondo la città senza inquinare e facendo esercizio fisico: utilizzare la bicicletta a Siviglia è facile, non faticoso e anche poco costoso. Siviglia infatti è piana e l’altitudine media è di soli 7 metri sul livello del mare, per la maggior parte dell’anno è soleggiata – anche in gennaio ci sono in media 15 gradi – dunque si può pedalare senza problemi in ogni stagione. L’amministrazione pubblica ha realizzato 180 chilometri di piste ciclabili e lanciato un servizio di noleggio biciclette chiamato Sevici: sono 2.600 i mezzi a disposizione presso le stazioni ed esistono abbonamenti sia a lungo sia a breve termine. Per incentivarne l’utilizzo i primi 30 minuti di noleggio sono gratuiti. La rete di piste ciclabili raggiunge tutti i quartieri e consente così di spostarsi liberamente da una parte all’altra di Siviglia e di raggiungere anche alcuni comuni dell’area metropolitana. Oggi la città andalusa è tra le dieci migliori città per andare in bicicletta e anche i sevillani si sono convertiti con entusiasmo a questo nuovo mezzo di trasporto, tanto che negli ultimi anni l’uso della bicicletta si è moltiplicato di 11 volte.
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La cattedrale di Santa Maria della Sede di Siviglia (questo il nome per esteso) è la più grande cattedrale gotica del mondo e il terzo edificio cattolico per dimensioni, superata solamente dalla basilica di San Pietro in Vaticano e dalla cattedrale di Saint Paul a Londra, nonché patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Costruita nel 1401, si trova lì dove una volta sorgeva la moschea Aljama, quindi sulle macerie di un’altra religione.
È magnificente e grandiosa, così come gli interni e visitandola ci si sente davvero piccoli: presenta infatti cinque navate (la principale alta 36 metri) e la struttura a pianta rettangolare è lunga 116 metri e larga 76. Qui i turisti sono sempre numerosi, molti vengono per vedere le spoglie di Cristoforo Colombo custodite in un mausoleo che rappresenta la tomba dell’esploratore trasportata dagli araldi, simbolo dei quattro regni della corona spagnola: Castiglia, Leon, Navarra e Aragona. Se non si soffre di vertigini il consiglio è di visitare la Cubiertas, la “copertura” della cattedrale di Siviglia. Da quest’inedita prospettiva si cammina al di sopra delle cupole, tra piccoli corridoi, per raggiungere le guglie della cattedrale e ammirare il panorama su Siviglia e vedere la torre campanaria, la Giralda come da nessun’altra prospettiva.
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Il nome ufficiale è Metropol Parasol ma tutti, anche i sevillani (gli abitanti della città), la chiamano las Setas: una struttura di architettura contemporanea costruita nella plaza de la Encarnación nel 2011, progetto dell’architetto tedesco Jurgen Mayer. Non molto amata dagli abitanti, riscuote invece parecchio successo tra i turisti che la visitano soprattutto per ammirare la città dall’alto e riposarsi sotto la sua ombra. Il Metropol infatti rappresenta un enorme parasole e, oltre a essere l’opera in legno più grande al mondo, è servita a restituire a visitatori e cittadini una zona della città in un punto nevralgico che si trovava in stato di abbandono.
Anche se guardandola non si direbbe, las Setas ha cinque diversi livelli e uno ospita un museo archeologico dove sono esposti reperti ritrovati durante la realizzazione della struttura. Per accedervi occorre pagare un biglietto che costa solo 3 euro, mentre per gli orari il consiglio è quello di consultare il sito ufficiale perché cambiano a seconda delle stagioni. Questa struttura in legno, unica al mondo, è lunga 150 metri, larga 70 e alta circa 30; inoltre è formata da 3.500 parti unite da quasi 3mila nodi e 16 milioni di viti. In totale, 3.500 metri cubi di legno di pino crudo finlandese micro-laminato rivestiti da poliuretano impermeabile, traspirante e flessibile. Una tappa imperdibile, soprattutto per chi ama l’architettura.
Il barrio di Santa Cruz è la vecchia judería, ossia il ghetto ebraico. In questo quartiere di Siviglia si susseguono deliziose piccole piazze ombreggiate con alberi di arancio dove si respira ancora l’atmosfera quieta d’una volta nonostante sia spesso meta di molti turisti. Qui le vie sono strette e labirintiche e hanno talvolta nomi evocativi ma essenziali come agua (acqua), vida (vita), gloria. La più famosa è sicuramente la calle de los besos, la via dei baci, la più stretta di tutta Siviglia.
Passeggiare in questo barrio, ovvero quartiere, è un vero piacere. Da non perdere sono plaza Doña Elvira con le sue preziose panchine decorate da azulejos, le tipiche piastrelle di ceramica decorate, e l’Hospital de los Venerables Sacerdotes, un palazzo stupendo sin dal patio ma che dà il meglio di sé nella chiesa con affreschi incredibili che lasciano senza fiato. Se si prosegue sino alla Casa de la Memoria de Al-Andalus ci si può riposare nel patio, uno dei più belli della città, magari assistendo a uno degli spettacoli di flamenco che qui vengono organizzati di frequente.
Per capire profondamente la città di Siviglia una delle cose da fare è assistere a uno spettacolo di flamenco. Questa infatti è senza dubbio l’espressione più pura del folclore andaluso. Le sue origini vengono fatte risalire al Quindicesimo secolo con l’arrivo dei gitani nelle campagne intorno a Cadice, da Jerez a Siviglia. A metà del Diciannovesimo secolo il flamenco divenne più popolare grazie ai caffè-concerti: fino ad allora infatti non era mai uscito dai confini delle riunioni familiari o delle feste private. Il primo venne aperto proprio a Siviglia intorno al 1885.
Ogni giorno è possibile assistere a bellissime esibizioni di flamenco nei famosi tablaos flamencos, eredi diretti degli antichi caffè-concerti, nei circoli di quartiere, in spazi tematici, in molti bar e, naturalmente, in festival come la Biennale che si svolgerà quest’anno in settembre e ospiterà i migliori esponenti di flamenco al mondo. Oltre al festival, Los gallos è uno dei luoghi migliori per vedere ballare il flamenco, un’arte dichiarata dall’Unesco patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
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