Il 17 marzo 2020, durante la prima ondata di pandemia da Coronavirus, due ingegneri americani ex Google, Paul Davison e Rohan Seth, lanciano ufficialmente Clubhouse, social network che si basa esclusivamente su contenuti audio in live streaming, senza l’uso di testi (a parte la possibilità di inserire una breve bio di presentazione), like o commenti, foto, video o messaggi privati.
Ad un anno dal lancio, è lecito affermare che l’idea di Clubhouse ha avuto un grande successo: i download dell’app sono stati più di tredici milioni in tutto il mondo, 400mila solo in Italia, dove Clubhouse ha spopolato nei primi mesi del 2021 con la “caccia all’invito”.
Clubhouse è nato ed è tuttora disponibile solo per dispositivi iOS ed esclusivamente su invito: una volta entrato, un utente ha la possibilità di invitare solo un numero limitato di persone a iscriversi alla piattaforma. Nonostante le iniziali problematiche relative agli aspetti normativi e ai diritti degli utenti europei in fase beta, il boom di Clubhouse è stato evidente soprattutto in Italia, il secondo Paese in cui l’app sta avendo maggior successo dopo gli Stati Uniti.
Anche Spotify presto avrà il suo Clubhouse
Il successo di Clubhouse, che lo scorso gennaio ha permesso al valore della piattaforma di superare il miliardo di dollari, non è ovviamente passato inosservato a colossi tecnologici come Twitter, Telegram, Facebook, LinkedIn e anche Spotify, che hanno annunciato il lancio di servizi e funzionalità basate solo sulla voce.
Spotify, infatti, che già da tempo è lanciato anche sul mercato dei podcast, ha da poco annunciato l’acquisizione di Betty labs, startup che ha realizzato Locker room, app basata su interazioni vocali dedicate principalmente allo sport. Con l’integrazione dei contenuti live audio, il servizio di streaming musicale completa la sua strategia per imporsi come servizio di riferimento di contenuti audio, mantenendo l’impegno di sviluppare futuri formati audio preso durante l’evento Spotify stream on dello scorso febbraio, arricchendo l’offerta per i creatori.
Nei prossimi mesi, dunque, Spotify amplierà il focus delle conversazioni di Locker room anche su musica e cultura. Inizialmente, Locker room continuerà a essere disponibile su App store, rimanendo separata dall’app Spotify principale, anche se sarà rinnovata (per esempio, sarà testata la funzionalità di monetizzazione delle stanze nonché la loro registrazione per la successiva conversione in podcast), probabilmente rinominata e resa disponibile anche per Android.
Secondo il magazine online The verge che ha riportato la notizia: “Spotify vede l’opzione audio dal vivo ideale per i creator che desiderano entrare in contatto con il pubblico in tempo reale, sia per presentare in anteprima un album, sia per una esibizione o per ospitare una sessione di domande e risposte”.
I giganti tecnologici e il fascino della voce
Il fascino della conversazione vocale online sta colpendo tutti i principali social. Telegram è stato fra i primi a implementare funzioni voice only con Voice chat 2.0 e anche Facebook, dopo l’introduzione delle room/stanze tematiche di qualche mese fa che, però, si basano sulle videochiamate, ha lasciato intendere di star lavorando a un servizio di chat solo audio.
Twitter è forse il più agguerrito concorrente di Clubhouse e ha già elaborato funzioni solo voce in streaming con Spaces, disponibile per iOs, Android e che ora si appresta anche ad arrivare in versione desktop, aprendo quindi la possibilità a podcaster proffessionisti di utilizzare le proprie attrezzature direttamente dalle workstation principali.
Gli ultimi a ispirarsi al modello dell’audio streaming sono LinkedIn e Discord, entrambi lanciati nell’implementazioni di funzioni molto simili alle room di Clubhouse.
Intanto Clubhouse…
Nel frattempo, Clubhouse prosegue la sua corsa. Durante il roadshow internazionale di Clubhouse partito proprio dall’Italia, il Town hall tenuto dai due fondatori della app, Paul Davison e Rohan Seth, hanno finalmente dato una data di scadenza per il lancio della versione per Android, che dovrebbe avvenire entro l’estate.
In più, dopo averlo annunciato lo scorso gennaio, finalmente è partito Payments, il servizio di monetizzazione per i creator. Attivo solo in modalità beta, inizialmente tutti potranno inviare denaro ma non tutti potranno riceverlo. In questa prima fase obiettivo di Clubhouse è quello di raccogliere feedback e ottimizzare il sistema.
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