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L’auto, i social, la digitalizzazione. E quel desiderio di essere sempre connessi… Intervista (con video) a bordo della crossover ibrida C-HR
“Ciao! Mi chiamo Luigi Zanni, mi occupo di strategia digitale e sono il social media manager LifeGate. Come ho cominciato? Dopo essermi laureato in pubblicità e aver accantonato l’idea (per il momento) di diventare una rock star, da sempre mi occupo di social network, delle prime piattaforme social (c’erano ancora Myspace e Netlog), ho analizzato dati, creato eventi, inventato metodi alternativi per fare comunicazione. Mi sono divertito insomma… Oggi, in LifeGate mi occupo di strategia di comunicazione online e soprattutto della presenza social”.
Rieccoci al secondo appuntamento alla scoperta del rapporto fra auto e LifeGater (chi ama la musica qui trova la puntata precedente, con Giacomo De Poli). Ancora una volta non è l’incontro “banale” di una persona con la sua possibile auto (in questo caso una Toyota C-HR ibrida). Né la prova “tecnica” di un’auto. Ma è un’affinità speciale.
“Il mio obiettivo lavorativo è quello di fare intraprendere un percorso verso la digitalizzazione a quelle persone che ancora non si sono accorte delle innumerevoli potenzialità che offre la rete”. Luigi, senza essere un esperto di auto, ha centrato la questione. Perché lui parla dello stesso processo di digitalizzazione che sta cambiando anche il mondo dell’auto.
Internet e il digitale hanno stravolto la vendita delle automobili. L’e-commerce è destinato a diventare dirompente (i concessionari in Cina vendono già le auto su WeChat, il loro Facebook). La guida autonoma, il car sharing, la diffusione di auto ibride ed elettriche, l’idrogeno. Insomma, siamo nel mezzo di una rivoluzione. Una rivoluzione di cui Toyota C-HR rappresenta l’ideale anello di congiunzione fra presente e futuro della mobilità.
Fuori è strana, spigolosa. Un po’ “Blade Runner” racconta Luigi nel video. E ha ragione. Una crossover dall’animo ibrido, non solo per quel suo doppio motore, a benzina ed elettrico. Ma per quel suo essere “duale” anche nell’uso, metropolitano nel quotidiano e avventuroso nei weekend. Un’auto eclettica la Toyota C-HR che nasce da un’altra auto strana, la Prius, l’ibrida più venduta al mondo. Stessa meccanica (premiatissima per i livelli di efficienza). Ma tutto il resto è un altro mondo.
Dentro il grande display touch-screen da 8 pollici domina la scena. Lì a simboleggiare quel futuro, quella guida autonoma in cui gli interni delle auto saranno dominati da grandi schermi dotati di interfacce sempre più intuitive. I sistemi multimediali saranno sempre più al centro dell’esperienza di guida. Prima era importante la potenza, la piacevolezza del cambio. Lo sterzo. Oggi, auto come la C-HR il cambio non ce l’hanno nemmeno, delle vecchie marce non c’è traccia (per fortuna…) e nel traffico è una pacchia. Sono silenziose, sfruttano al massimo l’efficienza del sistema ibrido, traggono energia da batterie al nichel-metallo idruro, le stesse batterie che nella loro “second life” cederanno la loro energia alle città.
I nuovi piaceri dell’auto hanno nomi e funzioni diversi. Qui, uno di quelli si chiama Toyota touch, “diavolerie” elettroniche che raggruppano navigazione, App, la musica, la multimedialità, la connettività. Anche questo al social media manager di LifeGate è piaciuto parecchio. Sulla CH-R gli aggiornamenti sul traffico arrivano in tempo reale e un viaggio si può programmare in anticipo. C’è Google street view che ti dice che tempo farà e dove trovare un parcheggio. C’è il riconoscimento vocale dei comandi e una voce elettronica ti legge gli Sms. E addio distrazioni!
Un’auto ibrida è già un concentrato di innovazione, per quel suo essere più efficiente. Per questo guidare una Toyota CH-R offre sensazioni “diverse”, rilassanti. Ma la serenità alla guida arriva anche dalle dotazioni di sicurezza. Sapere che c’è il sistema pre-collisione, il rilevamento dei pedoni, il cruise control adattivo. O il riconoscimento della segnaletica stradale. Il parcheggio automatico. Ecco, sapere che si sta alla guida di un’auto che offre innovazioni come queste procura nuovi piaceri, profondamente diversi da quelli legati a potenza e accelerazione ovvio. Ma altrettanto (e diversamente) gratificanti.
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