“Stiamo perdendo la nostra guerra suicida contro la natura’’. Durissimi i toni del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, intervenuto alla prima sessione della 15esima Conferenza della parti sulla biodiversità. Le sue parole sono taglienti, ma, d’altra parte, la situazione lo richiede. La biodiversità, la varietà di forme viventi, è la base del funzionamento degli ecosistemi e offre inestimabili servizi all’uomo: cibo, salute, soluzioni ai cambiamenti climatici ma anche valori culturali e ricreativi. Tuttavia, l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) fa sapere che sono più di 40mila le specie a rischio di estinzione, ovvero il 28 per cento di quelle studiate. E l’intervento umano è determinante. Così come ha agito per distruggere gli ecosistemi, ora l’uomo può – e deve – agire per proteggere quanto è rimasto e rigenerare quanto è andato perduto. Per fortuna la scienza, l’impresa e le associazioni non si sono tirate indietro. E dal mondo delle startup arrivano proposte coraggiose, creative e pragmatiche. In occasione del 22 maggio, Giornata mondiale della biodiversità, abbiamo deciso di non concentrarci sui problemi ma, piuttosto, condividere alcune soluzioni.
Come noto, le api e gli altri impollinatori sono la spina dorsale del nostro sistema alimentare. Il calo della popolazione mondiale di api è un problema enorme e mette a rischio la sopravvivenza delle specie, inclusa quella umana. Per questo molte startup lavorano per proteggere questi piccoli ma fondamentali insetti. Una su tutte Beewise che offre una tecnologia per monitorare a distanza le arnie, i movimenti e le attività delle api, intervenire su determinati parametri ambientali (come temperatura e umidità) e automatizzare alcune attività grazie all’intelligenza artificiale e la robotica. Tutto questo per migliorare il benessere delle api e ridurne la mortalità.
Trees of Lives(Canada)
Trees of Lives è una piattaforma online diimpact investingche permette ai singoli di partecipare concretamente a progetti di rigenerazione di ambienti agroforestali. Non come donazione, ma come investimento. L’obiettivo è quello di creare un’economia sostenibile che ruota attorno alla bonifica di terreni degradati, attraverso attività di riforestazione così come di biotecnologie. L’utilizzo di big data, rilevati da sensori, satelliti e droni, permette il monitoraggio del progetto ed è garanzia di trasparenza per gli investitori.
Rainforest connection (Stati Uniti)
Questa organizzazione installa apparati tecnologici connessi alla rete mobile per captare e monitorare i rumori di un determinato ambiente, in modo da cogliere quelli che possono essere ricondotti ad pratiche illegati. Ad esempio, nella foresta pluviale, dove il taglio incontrollato di alberi mette a rischio la biodiversità, questi sistemi cercano di intercettare motoseghe, mezzi meccanici e camion. Un monitoraggio che può essere applicato anche contro il bracconaggio, intercettando i veicoli dei cacciatori lungo le strade di collegamento verso i punti più vulnerabili. Con i suoni raccolti, Rainforest connection ha creato un archivio a uso della ricerca scientifica.
Forest Sharing(Italia)
Il patrimonio forestale italiano è molto abbondante ma, al tempo stesso, frammentato tra innumerevoli piccoli proprietari. Per loro, soprattutto i non professionisti, non è semplice gestire correttamente il bosco coniugando le esigenze economiche, ecologiche, turistiche e sociali. Chi ha bisogno di aiuto per orientarsi in questo mondo si può rivolgere a Forest Sharing. La startup italiana, che fa parte dell’ecosistema di LifeGate Way, offre servizi e consulenza per valorizzare il patrimonio boschivo e mette a disposizione dei soci una una piattaforma online dove incontrare gli attori della filiera e scambiare opinioni con la community.
Single Earth(Estonia)
Invece di retribuire un proprietario terriero per estrarre le risorse, come il legname e i raccolti, perché non pagarlo per mantenere intatta la natura di cui tutti noi beneficiamo? L’idea alla base di Single Earthè semplice e rivoluzionaria: dare valore ai servizi ecosistemici, creando una moneta digitale vincolata alla natura intatta. Single Earth propone di passare da un modello che sacrifica la natura alla crescita economica a uno in cui l’economia si costruisce su quanto la natura può offrire, e non di più. Sulla base di big data, modelli digitali e immagini satellitari che monitorano le condizioni della natura, si emettono dei gettoni fintanto che i servizi ecosistemici vengono erogati: i proprietari degli appezzamenti terrieri ricevono il compenso e sono incoraggiati a mantenerli in buone condizioni.
Bioinspirsfrutta la naturale abilità di certe piante di purificare l’acqua. La startup infatti raccoglie specie acquatiche invasive e le utilizza come filtri naturali e per catalizzare la sintesi di molecole. Le molecole prodotte sono capaci di decontaminare l’acqua di impianti industriali da metalli pesanti, interferenti endocrini e neonicotinoidi, così da preservare la biodiversità dall’inquinamento intorno e a valle rispetto al sito. I rifiuti metallici recuperati sono poi riutilizzati dall’industria, dando luogo a un processo circolare in cui nulla viene sprecato.
Ocean ecostructures (Spagna)
Piattaforme petrolifere, pale eoliche, porti commerciali e turistici hanno una cosa in comune: comportano interventi di costruzione in mare che, spesso e volentieri, hanno generato una estesa distruzione della vita lungo le coste. Il materiale utilizzato per queste costruzioni sottomarine fa la differenza. Quello ideato dalla spagnola Ocean ecostructures genera un minore impatto ambientale e, anzi, favorisce la nascita della vita marina grazie a un sostrato naturale su cui è incorporata la tecnologia brevettata che ricrea le condizioni naturali degli habitat acquatici.
Underwater gardens (Spagna)
Underwater gardens è un progetto spagnolo per rigenerare fondali depauperati creando artificialmente giardini dove la flora e la fauna marina sono libere di prosperare. Così facendo, supporta lo sviluppo di attività sportive subacque e legate al turismo sostenibile. A sostegno del progetto, in loco viene impiantato un laboratorio per la rigenerazione di coralli, un vivaio che alimenta la creazione del giardino sottomarino. L’aspetto scientifico e di ricerca è dirimente, dal momento che bisogna tutelare (o, meglio, ricreare) il delicato equilibrio dell’ecosistema. Underwater gardens contempla anche la realizzazione di progetti educativi ambientali.
Lo status del lupo cambia dando più libertà agli abbattimenti. Avremmo invece bisogno di più prevenzione. Ne parliamo con il responsabile area animali selvatici di Lav, Massimo Vitturi.