Stop alla tortura di uccellini come richiami vivi per i cacciatori

In una giornata ha raggiunto quasi 40.000 firme e sta crescendo. È la petizione su Change.org “Stop tortura piccoli uccelli per farne richiami vivi”.

Il 25 febbraio scorso dall’Unione Europea è partita una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’uso dei richiami vivi nell’attività venatoria. L’azione della Ue segna un altro punto a favore di una battaglia che le associazioni ambientaliste e animaliste stanno portando avanti da anni per fermare questa pratica crudele.

 

I richiami vivi sono piccoli uccelli migratori che, dopo le fatiche della nidificazione, affrontano il grande viaggio della migrazione dal Nord al Sud Europa e giungono in Italia. Qui vengono catturati con reti e destinati a una vita di torture e crudeltà: buio, prigionia, sevizie. Imprigionati, legati, a volte accecati e mutilati. Per essere poi portati all’esterno quando apre la caccia  ed essere usati appunto come richiami vivi, cioè come inganno per attirare con il loro canto – le loro grida d’aiuto – i loro simili, affinché i cacciatori possano abbatterli.

 

Mi sono impegnato tante volte per arginare la violazione sistematica, soprattutto da parte di alcune regioni, delle normative a tutela della fauna selvatica, con deroghe illegittime spesso sanzionate e annullate dall’autorità giudiziaria. Sono stato più volte attaccato e perfino minacciato da frange del mondo venatorio proprio per il mio impegno a tutela della fauna selvatica. Ciò si è accentuato da quando riuscii a varare il decreto ministeriale del 17 ottobre 2007 che, tra l’altro, vietava la caccia nelle aree di particolare interesse ambientale applicando finalmente la Direttiva europea.

 

Personalmente sono sempre stato contrario alla caccia ma qui, ora, in questo caso si tratta almeno di proibire una delle pratiche più crudeli e ormai condannate anche dalla parte più attenta dello stesso mondo venatorio.

 

È il momento di chiudere per sempre questa brutta storia italiana. Chi firma la petizione online su Change.org chiede ai presidenti delle commissioni Industria e Ambiente del Senato, anche nella loro veste di relatori del decreto cosiddetto competitività del 24 giugno 2014, di impegnarsi per l’eliminazione della pratica dei richiami vivi.

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