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Leggerezza dell’auto ma non solo: lo scorso 6 novembre a Ecomondo si è parlato dell’automobile del futuro. Ecco cosa è emerso.
Leggerezza è la parola chiave che ci aiuta a immaginare l’evoluzione sostenibile dell’auto, un mezzo che sta cambiando peso, forma, dimensione, e persino funzione, se è vero che presto non esisteranno più guidatori, ma solo passeggeri intenti a trascorrere all’interno del veicolo un tempo di una qualità tutta nuova. Proprio attorno alla leggerezza si è snodata la chiacchierata sul futuro prossimo dell’auto che si è svolta a Ecomondo lo scorso 6 novembre, in occasione della presentazione di Automotive, il volume curato da Roberto Sposini (responsabile mobilità LifeGate) per Edizioni Ambiente su questo tema.
Insieme al curatore, sono intervenuti alla discussione moderata da Marco Moro (Edizioni Ambiente) anche Alessandro Marchetti Tricamo, direttore della rivista L’Automobile, Giovanni Corbetta, direttore di Ecopneus, e Filippo Servalli, responsabile marketing di Radici Group.
“Non c’è mobilità evoluta senza leggerezza dei consumi, diminuzione del peso, processi produttivi più leggeri. È qui che si gioca la partita”, ha ricordato Sposini nel suo intervento. Il suo è stato un viaggio all’interno dei materiali, vecchi, ma soprattutto nuovi, evoluti, progettati sempre più spesso in un’ottica circolare e pensati quindi non più solo per la loro “prima” vita, ma anche per la seconda. “Una reincarnazione che avviene col riciclo“, ricorda il curatore. Quasi per una sorta di redenzione, quasi per chiedere scusa del peso che finora ha avuto sul pianeta, l’industria automobilistica coglie la sfida della sostenibilità e si rimodella, nell’aspetto ma anche nei software.
“Saremo alleggeriti dal peso della guida. E in quel tempo che trascorreremo da passeggeri potremo lavorare, rilassarci, ma anche fare molto altro”. Un tempo che qualcuno ha già monetizzato, pensando a un mercato in espansione. L’auto a guida autonoma, dotata di intelligenza artificiale, saprà infatti tutto di noi, conoscerà le nostre abitudini e le nostre vite e potrà consigliarci negozi e acquisti attraverso una profilazione sempre più accurata.
Marchetti Tricamo, che per Ecomondo ha presentato un numero della rivista L’Automobile in carta riciclata, dunque più leggero sull’ambiente, ha posto l’accento non solo sul peso del mezzo, ma anche sul tema del riciclo. “Le nuove auto elettriche, che saranno più leggere per avere più autonomia e migliorare le prestazioni del motore, non potranno prescindere dalla riciclabilità”, ha ricordato. Per essere davvero sostenibili, le batterie al litio dovranno essere anche completamente riciclabili.
E poi c’è anche il grande tema del riuso, che a suo modo rende l’auto più leggera. I mezzi usati per il car sharing perdono il peso del proprietario unico, e guadagnano invece utilizzatori, che muovendo l’auto più di frequente ne abbattono l’impatto ambientale. Anche il riuso è una forma di leggerezza, dopotutto.
Con Giovanni Corbetta si è affrontato il tema del peso delle gomme. Più leggere, con meno sostanze all’interno, più efficienti. Riciclabili. E inaspettate. “Con il concetto di responsabilità estesa, il produttore si deve occupare anche del fine vita degli pneumatici. Si tratta di una vera sfida, mettendo a recupero di materia la quota più alta. Ogni anno, Ecopneus raccoglie 350 mila pneumatici esausti, circa mille tonnellate al giorno. Con la gomma recuperata, diamo una mano agli sportivi”.
Ed ecco l’auto che non ti aspetti. La gomma riciclata proveniente da pneumatici esausti, che ha proprietà elastiche e che ammortizza i colpi in caso di urti, viene usata per le pavimentazioni dei campi sportivi di pallavolo, ma anche negli ippodromi, per migliorare le performance degli atleti. Chi avrebbe mai pensato che un oggetto inquinante, se riciclato, potesse supportare la più ecologica delle attività, e cioè lo sport?
“La gomma riciclata serve però anche per le pavimentazioni stradali,” ricorda Corbetta. “Aggiungendo 5-8 per cento di polverino di gomma riciclata, la strada presenta una doppia-tripla efficienza, si formano meno buche. E inoltre si riduce il rumore del traffico veicolare: da 5 a 7 decibel in meno. Significa cambiare – alleggerire – la vita di ci abita nelle aree trafficate”
“La leggerezza, infine, passa anche dalla progettazione”, ha rammentato Filippo Servalli parlando delle fibre tessili dell’auto. Si tratta di materiale sintetico che può diventare un altro materiale plastico, se ben progettato in ottica circolare, pensando alle sue componenti già in chiave del riciclo. “L’ecodesign dell’auto serve a realizzare materiali compatibili tra di loro affinché siano riciclabili insieme a fine vita.” Ragionamenti in cui l’invisibile diventa visibile con la seconda vita – molto concreta – dell’oggetto, che da rifiuto torna a essere risorsa.
Un’auto, quella dell’immediato futuro, che oltre ad essere più leggera ed ecologica è anche inaspettata, sorprendente, innovativa. Qualcosa che ancora non riusciamo bene a immaginare.
Non vediamo l’ora di provarla.
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