
Diminuire, o escludere, le proteine animali dalla nostra alimentazione non solo fa bene ma è anche semplice.
La proposta di legge per superare il sistema produttivo degli allevamenti intensivi attende ora una data per essere discussa.
Aggiornamento del 23 ottobre 2024
Il 24 ottobre 2024, a partire dalle 14.30, presso il Centro Congressi Cavour di Roma, si terrà il convegno “Oltre gli allevamenti intensivi”, organizzato da Greenpeace Italia, Isde – Medici per l’ambiente, Lipu, Terra! e Wwf Italia. L’evento sarà l’occasione per discutere della legge insieme a parlamentari, sindaci, aziende, veterinari, ricercatori e rappresentanti della rete di associazioni che sostengono la proposta, presentata dalla cinque organizzazioni a Montecitorio nel febbraio scorso e oggi in attesa di calendarizzazione in Parlamento. Tra gli altri, interverranno Michela Vittoria Brambilla, presidente intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente, l’onorevole Eleonora Evi, Francesco N. Tubiello, scienziato del clima presso la Fao, Laura Reali, Dirigente Isde Italia. La partecipazione del pubblico è possibile fino a esaurimento posti. Per accreditarsi al convegno, è necessario iscriversi compilando il form disponibile a questo link.
È stata pubblicata sul sito della Camera dei deputati la proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi. Per una transizione agro-ecologica della zootecnia”, presentata lo scorso inverno a Montecitorio dalle associazioni Greenpeace Italia, Isde – Medici per l’ambiente, Lipu, Terra! e Wwf Italia. A sottoscrivere il testo sono stati finora 21 parlamentari, provenienti da cinque gruppi politici (Noi Moderati, PD, AVS, M5S e FI) e ora i promotori si augurano che la proposta venga calendarizzata per la discussione.
La proposta di legge mira a rendere protagoniste le piccole aziende agricole, riconoscendo il giusto prezzo ai piccoli produttori e garantendo ai consumatori l’accesso a cibi sani e di qualità; il testo punta quindi a mettere un freno all’apertura di nuovi allevamenti intensivi e all’aumento del numero di animali allevati in quelli già esistenti e propone di incoraggiare la transizione ecologica delle grandi e medie aziende con un piano di riconversione del comparto, finanziato con un fondo dedicato.
“Gli eventi climatici estremi sempre più frequenti, con pesanti ricadute sulla qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo, così come la crisi del settore agro-zootecnico impongono una rapida transizione verso un modello che abbandoni i metodi intensivi e punti a una maggiore efficienza alimentare, prediligendo produzioni a più basso consumo di risorse e dai minori impatti ambientali, sociali e sanitari”, hanno dichiarato le cinque associazioni promotrici della proposta.
“Il settore zootecnico consuma molta acqua ed emette gas serra, contribuendo pesantemente alla crisi climatica. È un sistema che deve cambiare”, ha aggiunto Eleonora Evi, deputata Pd e prima firmataria del testo insieme alla presidente dell’intergruppo Vittoria Brambilla. “Ecco perché è così importante calendarizzare quanto prima la proposta di legge per superare gli allevamenti intensivi e, soprattutto, dare una nuova prospettiva ecologica al settore dell’agricoltura”.
Le associazioni ricordano le problematiche legate all’allevamento intensivo, dalla produzione di emissioni allo sfruttamento di suolo e acqua, dalle difficili condizioni di lavoro nel settore all’impatto sulla biodiversità e il fatto che l’80 per cento dei fondi europei per l’agricoltura italiana viene destinato al 20 per cento dei beneficiari, un sistema che penalizza le piccole aziende e favorisce le più grandi.
Per questo è necessario una riconversione del sistema attuale anche alla luce del mancato raggiungimento dei target in materia di inquinamento ambientale: dalla Direttiva Nec, che impegna l’Italia a ridurre le emissioni di ammoniaca e di PM2,5, alla Direttiva Nitrati e alla Direttiva quadro sulle acque per il raggiungimento del buono stato ecologico di fiumi e laghi, fino alla necessaria implementazione delle strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030 del green deal europeo, secondo cui i sistemi alimentari devono urgentemente diventare sostenibili e operare entro i limiti ecologici del pianeta.
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