Si avvicina la chiusura della centrale a carbone di Bełchatów, la più inquinante d’Europa

La centrale a carbone di Bełchatów, simbolo del cuore carbonifero d’Europa, potrebbe chiudere nel 2036. Una vittoria per il clima e i cittadini polacchi.

In Polonia c’è la centrale a carbone più vecchia e inquinante d’Europa. È quella di Bełchatów, alimentata a lignite, e da sola emette la stessa quantità annua di CO2 della Nuova Zelanda. Finalmente, però, sembra avvicinarsi il momento in cui chiuderà i battenti. La decisione non è ancora stata ufficializzata ma fa ben sperare per il futuro del clima e per la salute degli abitanti della zona, costretti da decenni a respirare veleni.

Un attivista di Greenpeace “occupa” la torre di raffreddamento della centrale termoelettrica di Bełchatów il 27 novembre 2018 © Greenpeace Polska / Flickr

Quando chiuderà la centrale a carbone di Bełchatów

La regione di Lodz ha reso noto il documento presentato alle istituzioni europee per accedere al fondo per la transizione giusta, il meccanismo di supporto per i territori più strettamente legati all’economia fossile. Si tratta di un pilastro del Green deal europeo, il piano di transizione verde volto a conseguire la carbon neutrality del Continente entro il 2050, e si pone l’obiettivo di “non lasciare indietro nessuno”.

Nella bozza, che andrà sottoposta a una consultazione pubblica, si prevede di sforbiciare dell’80 per cento la produzione della centrale a carbone di Bełchatów entro il 2030. Considerato che ha una potenza di 5.472 megawatt per 30 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, ciò equivale ad azzerare le emissioni annue della Croazia, sottolinea Euronews. Lo spegnimento definitivo è previsto per il 2036.

La Polonia deve cambiare rotta sull’energia

La Polonia appare ancora molto in ritardo in materia di transizione verde. Secondo i dati dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), nel 2017 il carbone rappresentava ancora l’80 per cento della produzione di energia, contro una media globale del 38,5 per cento. Da tempo però il sistema sembra scricchiolare, sia per le pressioni da parte dell’Unione sia perché il prezzo della CO2 sul mercato europeo (Ets Ue) è nel pieno di una crescita esponenziale: dal mese di maggio del 2021 si è sempre mantenuto sopra i 50 euro a tonnellata, contro i 20 euro del periodo pre-pandemia.

Proprio la centrale a carbone di Bełchatów è una dimostrazione eloquente di quanto sia indispensabile un cambio di rotta. Fino a qualche mese fa la società che la gestisce, Pge, aveva in programma di investire 3,5 miliardi di euro per aprire una nuova miniera a cielo aperto nelle vicinanze, considerato che quelle esistenti sono in via di esaurimento. Ed era pronta anche a costringere circa tremila residenti della zona a trasferirsi altrove. Alla fine però ha gettato la spugna perché il progetto ormai appare svantaggioso a livello economico.

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